Monito al credito

Consorzio Vino Chianti, il presidente lancia il monito: "Ancora complesso accedere a fondi e prestiti"

Dal Consorzio Vino Chianti un appello ad una maggior sensibilità da parte degli istituti di bancari in questo momento così complesso per poter avere migliore accesso a prestiti per la ripartenza.

Consorzio Vino Chianti, il presidente lancia il monito: "Ancora complesso accedere a fondi e prestiti"
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Nonostante la crisi economica generata dal Covid, le aziende non riescono ancora ad accedere con facilità a fondi e prestiti per accelerare la ripresa.

Consorzio Vino Chianti, ci sono problemi per i fondi dei prestiti

''Senza soldi, senza liquidità, le imprese non vanno da nessuna parte, galleggiano fino a quando poi muoiono - spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti -. In questa situazione le banche non stanno assolvendo al loro compito di dare fiato all'economia nazionale e il governo deve fare in modo che alle imprese arrivi liquidità''.

Il sistema dei prestiti non è stato semplificato, come dichiarato a più riprese dal Governo. Numerosi aspetti complicano ancora l'accesso ai fondi. Data l'emergenza, secondo Busi è necessario interrompere in questa fase gli accordi di Basilea, che regolano i requisiti patrimoniali delle banche e hanno ripercussioni sull'erogazione del credito:

"Chiediamo di far sospendere momentaneamente le regole di Basilea per permettere alle aziende di avere liquidità e di investire - prosegue il presidente del Consorzio -. Siamo nel mezzo di una crisi eccezionale e servono regole eccezionali, altrimenti sarà impossibile uscirne".

Da mesi si ripetono annunci e discussioni nazionali sugli interventi di aiuto alle aziende agricole. Ma ancora adesso mancano sostegni concreti e fruibili.

"Dall'inizio della pandemia sono state dette bellissime cose, il governo ha parlato di prestiti per il settore agricolo fino al 75% del fatturato dell'anno precedente, poi si è parlato di altri fondi, ma fino ad oggi si è visto ben poco".

Ci sono clausole e procedimenti che rallentano, e spesso impediscono, la possibilità di ricevere finanziamenti:

"Come la necessità per le imprese di essere in bonis al 31 dicembre del 2019 - aggiunge Busi - un elemento che rende tutto più complicato''. Tra gli altri problemi anche la delibera bancaria: "La garanzia dello Stato serve a poco se poi è necessaria la delibera bancaria. E' come andare a chiedere un prestito normale. E non possiamo essere colpevolizzati dalle banche se non riusciamo, in questa crisi epocale, a non portare avanti l'azienda come vorremmo".

Le scelte degli istituti di credito stanno frenando la ripresa economica in un momento storico di estrema difficoltà:

"Utilizzano la garanzia bancaria non per concedere un prestito agli investimenti, ma per coprire i debiti esistenti. Le condizioni attuali rendono impossibile pianificare le risorse per fronteggiare la crisi. Se avessimo un altro sistema bancario, probabilmente la storia sarebbe diversa".

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