Sanità

Clinica San Martino, al fianco degli anziani

Un nuovo progetto di potenziamento cognitivo, promosso dall’associazione Nuovamente

Clinica San Martino, al fianco degli anziani
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Dallo scorso ottobre, e fino a maggio del 2022, è stata avviata presso la Clinica San Martino di Malgrate questa iniziativa rivolta alle persone anziane che presentano sintomi di deficit cognitivi. Obiettivo è realizzare un potenziamento mirato di quelle funzioni cognitive che sono ritenute più vulnerabili con l’avanzare dell’età. A illustrarlo sono la dottoressa Danila Beltrame, neuropsicologa e psicoterapeuta, e il dottor Giuliano Sozzi, neurologo. Entrambi fanno parte dell’associazione Nuovamente e collaborano con Clinica San Martino.

Il progetto

"Inizialmente il progetto è stato proposto dall’associazione e ora lo abbiamo replicato alla clinica – spiegano –Clinica San Martino ci ha dato la possibilità di proseguire e promuove un percorso già collaudato, attraverso la sua disponibilità ed accoglienza ma anche accogliendo una prospettiva e una filosofia di promozione del benessere della persona, in particolare una visione dinamica dell’invecchiamento".

Tra i propositi dell’associazione Nuovamente c’è la volontà di realizzare una rieducazione al di fuori del contesto ospedaliero, per dare un aiuto e mutuo aiuto, e promuovere aggiornamenti destinati agli utenti dell’associazione e alla popolazione. Accanto a queste attività, fondamentale è altresì la prevenzione, in cui rientra appunto il progetto di potenziamento cognitivo.

"Spesso il concetto di potenziamento si sovrappone a quello di riabilitazione. Sono due percorsi con uno stesso obiettivo ma hanno presupposti diversi: il potenziamento cognitivo è rivolto alle persone sane, la riabilitazione cognitiva alle persone che hanno subito un danno ma in cui si evidenziano comunque dei presupposti di miglioramento; in alcuni casi le cose non sono così nettamente differenziabili e i due interventi possono integrarsi".

Il lavoro di Clinica San Martino

A oggi in Clinica San Martino sono attivi due gruppi che seguono un percorso di potenziamento cognitivo: ognuno è composto da cinque persone che si incontrano una volta ogni quindici giorni, per un’ora e mezza di tempo. Il valore aggiunto di questa proposta è che ai partecipanti vengono proposte attività non generiche (per esempio le parole crociate) ma specifiche e mirate al miglioramento delle funzioni cognitive più vulnerabili con l’età.

"Lavoriamo insieme ai pazienti per condividere strategie o modalità che possano rendere utili e funzionali le risorse ancora disponibili – aggiungono la dottoressa Beltrame e il dottor Sozzi – offrendo anche informazioni per spiegare il funzionamento cognitivo. Il legame con il contesto familiare è molto importante, per avere spunti e informazioni su cui lavorare".

Il potenziamento, in particolare, è mirato ad affrontare le difficoltà nel formare nuovi ricordi (i cosiddetti deficit di memoria anterograda), ma anche i deficit attentivi (la fatica nello stare attenti contemporaneamente a diversi stimoli presentati nello stesso momento) o a collocare nel tempo eventi storici condivisi o autobiografici.

"Il potenziamento mirato di queste funzioni cognitive consente di ampliare una riserva cognitiva che di per sé non è in grado di prevenire un’ipotetica comparsa di malattie degenerative, ma sicuramente ritarda la comparsa dei disturbi clinici. La valenza di un percorso di gruppo è anche sociale, lavorare insieme porta a uno scambio di esperienze e vissuti. Con l’ascolto reciproco e il confronto costruttivo, si possono aiutare gli anziani ad avere una maggiore fiducia in sé stessi e a sentirsi valorizzati. Così, dimenticare o prestare meno attenzione non sono più considerate variabili ineluttabili dell’invecchiamento, ma situazioni gestibili e migliorabili attraverso un allenamento adeguato. Il presupposto generale è quello per cui ognuno di noi possiede capacità che, per svilupparsi o mantenersi, devono essere allenate e incoraggiate e questo a qualsiasi età".

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