Caso furbetti del vaccino a Biella: 23 indagati, la conferenza stampa
Anche alcuni medici in pensione hanno dichiarato il falso nell’autocertificazione affermando di essere ancora in servizio attivo.
Sono 23 gli indagati per l’inchiesta dei “furbetti” del vaccino che hanno sinora ricevuto un avviso di garanzia. Tra questi vi sono anche i vertici dell’Asl di Biella, il direttore sanitario Francesco D’Aloia, il commissario, Diego Poggio e il direttore amministrativo Carla Becchi.
Furbetti del vaccino, 23 indagati
Il reato ipotizzato nei loro confronti è quello della omissione di atti d’ufficio in quanto non avrebbero controllato a dovere, dato che i protocolli in uso all’Asl avrebbero dovuto impedire l’accesso alle vaccinazioni a parecchi “imbucati” che sono invece riusciti a ottenere la loro dose di vaccino. Tra gli indagati vi sarebbero anche diversi personaggi noti.
La conferenza stampa
La conferma arriva direttamente dal procuratore capo della Repubblica, Teresa Angela Camelio, che ha voluto precisare i contorni dell’inchiesta nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi pomeriggio a Palazzo di giustizia. A dispetto di quanto era trapelato, l’inchiesta non è ancora chiusa. Nessuno ha pertanto ricevuto al momento l’avviso di chiusura delle indagini.
Le responsabilità
Sotto l’aspetto dell’accertamento delle responsabilità, la Procura si è orientata verso tre fattispecie distinte di reato. La prima riguarda la condotta omissiva da parte dei vertici Asl riguardo ai soggetti non aventi diritto a vaccinarsi. La seconda si concentra attorno alle Rsa e riguarda la condotta commissiva da parte di legali rappresentanti, direttori di struttura, direttori sanitari e addirittura terzi estranei in concorso eventuale con gli altri, comportamenti che si sono tradotti nell’ipotesi del reato di peculato per distrazione con riferimento a soggetti che hanno ricevuto la somministrazione del vaccino in alcune RSA della provincia. La terza riguarda i soggetti, tutti medici in pensione, che hanno dichiarato il falso nell’autocertificazione affermando di essere ancora in servizio attivo. Il Procuratore ha sottolineato che, nei confronti di questa categoria, si verificherà e si adotterà caso per caso le decisioni da prendere.
Le indagini
L’indagine è iniziata in seguito a un esposto che evidenziava delle gravi anomalie che si sarebbero verificate tra la seconda e la terza settimana di gennaio nella somministrazione delle dosi vaccinali Sars-Covid 19 all’Asl di Biella. Dalla scrematura dei 6.134 nomi estratti dalla piattaforma Sirva della Regione Piemonte, si è arrivati a 450 vaccinati le cui posizioni sono state passate ai raggi X. Si è così arrivati a una seconda scrematura in quanto sono stati accantonate le posizioni dei volontari realmente “attivi” e ad altri soggetti che avevano diritto alla somministrazione. Le rimanenti posizioni sono state controllate a campione. Le verifiche sono state effettuate dai Nas di Torino e dai Carabinieri della sezione di polizia giudiziaria che opera in Procura ed è coordinata dal luogotenente Tindaro Gullo. Alla fine si è arrivati a 120 persone che sono state sentite in Procura, alcune delle quali avevano ricevuto il vaccino senza averne diritto a causa dei mancati controlli da parte dell’Asl. Altre persone avevano attestato il falso dichiarando di far parte delle categorie degli aventi diritto mentre in realtà non era vero.