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Bcc Valle del Lambro, la banca è vocazione

Nata nel 1954 come Cassa rurale artigiana. In quasi 70 anni è stata espressione dei principi della mutualità senza fini di lucro. Oggi è una realtà solida, amica del territorio e capace di affrontare le sfide di carattere locale e globale

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Bcc Valle del Lambro, quando banca fa rima con vocazione per il territorio. Nasce nel 1954 come Cassa Rurale ed Artigiana di Triuggio compiendo il viaggio verso la propria metamorfosi naturale. Infatti cambia, cresce ed evolve. Ma lo fa sempre per esprimere la sua vocazione iniziale: realizzare i principi cooperativi della mutualità senza fini di lucro.

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A 70 anni dalla sua creazione l’attuale direttore generale di Bcc Valle del Lambro, Piero Moscatelli, ripercorre la storia di una filiale che, anche durante la pandemia da Covid, ha fatto della socialità nel rapporto col cliente la sua ragione d’essere. E’ convinto che il solo aiuto in termini economici non faccia la differenza. Questo perché siamo di fronte a una banca che mette al centro il territorio e le sue sfaccettature. Banca in salute, reduce da una crescita di raccolte e impieghi e continuamente proiettata alla solidità, anche per rassicurare clienti e aziende di fronte alle insidie generate da minacce di carattere mondiale quali l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Guardando in ottica futura, la stessa sta facendo leva pure sui giovani. Un centinaio di loro sono soci e seguono da vicino temi meritevoli d’attenzione. Formulano proposte e condividono sogni.

A distanza di quasi 70 anni dalla nascita di Bcc Valle del Lambro quanto siete riusciti a mantenere il vostro tratto distintivo?

"Abbiamo mantenuto tutto. La nostra è una vera e propria vocazione. Siamo un supporto sociale con il compito di portare avanti i principi cooperativi. E’ quanto hanno stabilito i nostri costituenti e quanto ribadisce di volta in volta chi siede in Consiglio di amministrazione. Per anni abbiamo avuto al timone Carlo Tremolada. In generale, però, la volontà è stata sempre quella di mantenere un'identità molto forte, segno di distinzione rispetto al sistema bancario. Una volontà che va salvaguardata".

Bcc Valle del Lambro è punto di riferimento per il territorio. Una realtà in cui insistono numerose aziende che rendono forte il tessuto produttivo. Che cosa vi stanno chiedendo in questo delicato momento segnato dalla pandemia?

"E' un periodo difficile e molto complicato. Si tratta di una zona che ospita aziende economicamente forti e che, nonostante i duri colpi inferti da questa crisi, hanno saputo mantenere il loro potenziale di attività. Questo non è però l’unica faccia della medaglia. C'è infatti una grossa componente di aziende e privati che hanno subito forti contrazioni. E così la banca ha modificato il proprio atteggiamento: ci siamo messi a supporto di tutti gli interlocutori del territorio. Le richieste sono state molto diversificate: dalle più banali, come la richiesta di soldi, a quelle in prospettiva, con la richieste di risorse in previsione del post Covid. Inoltre abbiamo supportato alcune situazioni sanitarie, sulle quali abbiamo poi riscontrato un feedback positivo. Siamo intervenuti sugli ospedali. In tutte queste attività non abbiamo pensato al lucro, non è nel nostro Dna. Abbiamo preso in considerazione la caratteristica della socialità".

Quali risultati avete ottenuto nel 2021?
Quanto si è discostato lo scorso anno rispetto al 2020?

"Nel 2020 abbiamo avuto buoni risultati, considerando che abbiamo posto i presupposti per garantire e mantenere la solidità della banca in funzione della crisi sanitaria. Nel 2020 abbiamo invertito le relazioni: da economiche a socio-economiche. Gli effetti li abbiamo quindi rilevati nel 2021 e ci hanno portato a compiere dei ragionamenti proprio rispetto a questa positività economica. Restano comunque alcune preoccupazioni di cui ci stiamo occupando. E riguarda la crescita del costo delle materie prime. E qui la preoccupazione è che gli aumenti possano rappresentare un punto di rottura anche per le piccole realtà. Sul piano interno, abbiamo avuto crescite dimensionali nelle raccolte e negli impieghi pari al 10/20%. Il che è frutto dell'avvicinamento di tante realtà a una banca che i clienti sentono vicina. C’è chi chiede consulenza e chi un semplice accompagnamento. Inoltre abbiamo accantonamenti importanti, superiori alle esigenze. Ora il timore è che dobbiamo sostenere sì la forte espansione economica ma anche evitare di subire effetti negativi sul patrimonio. Sono sempre scelte collegate a un unico filo conduttore: mantenere un'attenzione a tutti i livelli. Attenzione a persone, famiglie e aziende".

Quali sono stati gli interventi messi in atto da Bcc Triuggio per andare incontro a associazioni e fondazioni del territorio?

"Abbiamo messo in campo interventi economicamente impattanti che hanno coinvolto ospedali e onlus, i quali avevano forti pressioni sul fronte pandemico. Il Covid, è bene ricordarlo, ha generato paura nel cliente, il quale tuttavia ha sempre trovato le nostre porte aperte. Abbiamo dunque cercato di mitigare gli effetti della pandemia rispetto ai nostri clienti. Il dialogo con loro si è rivelato costruttivo, al punto che alcuni sono tornati in banca per riprendere in mano i discorsi intavolati durante i mesi più duri dell’epidemia da Coronavirus".

Prossimi obiettivi?

"Stiamo crescendo nell'intermediazione con e per la clientela. Negli ultimi mesi abbiamo improntato una nuova strategia e i risultati ci stanno dando ragione. Continuiamo a guardare alla componente degli equilibri economici-finanziari. Per questo stiamo lavorando sull’approccio col cliente".

I giovani sono attori importanti del vostro progetto. Come mai?

"E’ vero, il loro contributo è fondamentale. Abbiamo fortemente voluto il coinvolgimento delle giovani generazioni alla vita della nostra banca. Oggi i giovani soci sono un centinaio. A nostro avviso la banca non deve avere ingerenze sui giovani. Al contrario, deve essere vicina a loro, per fare in modo di sviluppare progettazioni. I ragazzi devono essere ideatori di progetti utili. Noi non dobbiamo sostituirci a loro. Abbiamo in previsione di creare un gran concerto, non appena ci saranno tutte le condizioni per poterlo fare. L’obiettivo rimane quello di creare aggregazione e vedere i nostri soci protagonisti di progetti che nascono dal basso che la banca è chiamata a supportare".

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