federazione lombarda BCC

Bcc Caravaggio e Cremasco: un piede a casa e uno nel mondo

Sviluppo, sostenibilità, fusioni, futuro: parla il presidente Merigo

Pubblicato:

È martedì mattina e il sole freddo di fine autunno allaga le stanze della Casa del socio, la struttura polifunzionale delle Bcc Caravaggio e Cremasco che occupa un grande e centralissimo stabile a pochi metri dalla chiesa parrocchiale di mattoni rossi in piazza Santi Fermo e Rustico. Sulle pareti ci sono numerose e belle fotografie di Pepi Merisio: istantanee folgoranti, in bianco e nero, della civiltà contadina. Nell'atrio della sede, dall'altra parte di via Bernardo da Caravaggio, si sta facendo spazio, come ogni anno, per installare il grande presepio intagliato nel legno d’ulivo, realizzato da rinomati artigiani di Betlemme. Una tradizione, per la Cassa rurale guidata da Giorgio Merigo, che simboleggia una delle sue peculiarità più interessanti: quella di avere sempre un piede nella fertile pianura dell’area bergamasca, cremasca, milanese e lodigiana e l'altro nel mondo. In Palestina, ad esempio, nei luoghi del primissimo cristianesimo, veramente "sociale", che ispirò oltre cent'anni fa i fondatori delle Bcc italiane. Oppure in Ecuador, dove grazie all'impegno che ha avuto origine negli anni ’70 con i volontari dell'associazione Mato Grosso, a cui è seguita la nascita del FEPP (Fondazione Ecuadoriana Populorum Progressio) unitamente a Codesarrollo (Cooperativa per lo sviluppo della finanza popolare), le Bcc italiane (compresa la BCC Caravaggio e Cremasco) hanno contribuito a far nascere un valido modello di Cooperazione di Credito e importanti cooperative, tutte realtà che hanno la capacità di autofinanziarsi e che danno ora lavoro e futuro a tanti giovani, risollevando dalla povertà tanta gente e realizzando modelli innovativi di sviluppo sostenibile. D'altra parte, allora come oggi, a Caravaggio come in Ecuador e in Terra Santa, vale quanto insegnava Paolo VI nella sua Populorum Progressio : "è lo sviluppo il nuovo nome della pace".

GUARDA IL VIDEO 

Presidente, parliamo di sviluppo. Come sta vivendo il territorio della vostra banca questi mesi post-pandemici?

Meglio di quanto si temeva, almeno nella nostra zona: l'economia, finora, ha tenuto. Lo vediamo nei numeri, sia a Caravaggio che nelle altre filiali, come ad esempio in quella di Milano, quest ’ultima trainata da una metropoli che sta crescendo in modo robusto. Comunque, in generale, i risultati sono positivi. D'altra parte, sono stati mesi difficili. La nostra banca, nei mesi del primo lockdown, ha approvato pratiche di moratoria sui mutui per oltre 200 milioni di euro, di cui molti di questi per le imprese, ma molti anche per famiglie, che hanno potuto beneficiare di questi interventi nei momenti più critici.

Un anno positivo, il 2021, per la Cassa rurale di Caravaggio. La semestrale si è chiusa con un utile netto di 3,7 milioni di euro, ma colpisce in particolare l'aumento del numero di soci: 500 in più, molti dei quali sono giovani. Quanti siete al momento?

Esattamente? Ad oggi 12mila e 587.

Nel 2021 sono stati erogati finanziamenti per 92 milioni di euro, di cui oltre 42 milioni per mutui casa. Gli impieghi netti verso la clientela hanno registrato un incremento del 2,35%...

Non abbiamo mai chiuso la nostra attività, nonostante tutto. E siamo stati vicini all'economia del territorio in mesi difficilissimi, continuando ad accompagnare la nostra gente per sostenere quello sviluppo indispensabile a superare le difficoltà connesse alla pandemia. D'altra parte, quella fatta di puro assistenzialismo è un'economia che non porta sviluppo. Quando mi chiedono di definire cosa siamo, e ci chiamano "banchieri" ... storco il naso, perché noi siamo cooperatori, prima di tutto. Puntiamo a creare quel benessere diffuso che è di tutti, reinvestendo l'utile nella costruzione dell'economia reale. Nei mesi scorsi la gente si è trovata letteralmente atterrita, sotto ogni aspetto. Ora sono convinto che dobbiamo ripartire dalle comunità, dall'aver cura della casa comune. Le restrizioni, i lockdown... ci hanno fatto capire quanto sia importante, nella nostra vita e nel nostro lavoro, il valore della relazione e della prossimità.

La cifra di questa ripartenza, almeno nel nostro mondo, è ormai la sostenibilità...

Senza dubbio: ma la transizione sarà a 360 gradi, nella mia visione, che poi è quella delle Bcc, ispirata alla Dottrina sociale della Chiesa. Dev'esserci la persona, al centro di questa nuova fase che non sarà soltanto una transizione ecologica ed ambientale, ma anche economica e sociale. Occorre avere la consapevolezza che ogni nostra azione non appropriata, specialmente in questi tempi di pandemia e di attenzione alla salute comune, rischia sempre di danneggiare gli altri. La cura che dobbiamo avere in mente dev'essere quindi la cura del Creato, che tiene in adeguata considerazione anche la persona, con i suoi valori e la sua storia. Occorre buon senso e ragionevolezza, quando si parla di sviluppo. La sostenibilità ambientale è fondamentale, ma va sempre ben coniugata al contesto locale, con attenzione particolare al grave problema dell’occupazione giovanile che ci deve impegnare a creare opportunità dignitose di lavoro per i nostri ragazzi, in tanti casi costretti ad emigrare, sebbene dopo percorsi di studio prestigiosi, oppure assunti con contratti non adeguati.

L'equilibrio tra ambiente e sviluppo non è facile da trovare: come si costruisce?

La chiave ecologica di ogni piano di sviluppo è indispensabile, però prima di dire sì o no a dei progetti occorre anche pesare il sacrificio in termini ambientali e i benefici in termini socio-economici. Fatta salva la qualità in termini di sostenibilità di un nuovo possibile progetto, si deve ad esempio valutare se vale la pena sacrificare un'area agricola già compromessa da strade e infrastrutture, nel caso ciò possa consentire di realizzare una realtà che possa offrire lavoro e dignità a molte persone.

Sembra parlare del Kilometroverde, che ha fatto tanto discutere Caravaggio...

Anche. Penso che questo progetto andrebbe analizzato senza preconcetti, in un quadro che tenga conto sia dell'emergenza socio-economica che di quella ambientale. Occorre pertanto stare attenti, e lavorare per dare dignità e futuro ai nostri giovani. Privarsi della loro potenzialità, lasciare che i migliori se ne vadano, è pericoloso.

Una partita importante sarà quella del PNRR.

Sarà fondamentale capire quale modello portare avanti. Prendo spunto dalle riflessioni dell’illustre economista Raghuram Rajan, ex presidente della banca centrale indiana e docente in alcune delle più importanti università degli Stati Uniti, espresse al convegno sull’economia civile organizzato a Firenze da Federcasse e Confcooperative, quando gli chiesero: cosa serve per far ripartire l'economia? Beh, al solito dibattito che vede contrapposti chi chiede "più Stato" oppure "più Mercato", lui rispose dicendo che la vera soluzione passa dal ravvivare le comunità locali. In questo senso, ecco che è fondamentale il ruolo di queste preziose ed efficienti "piccole realtà" del sistema bancario, quali sono le nostre Bcc.

Piccole?

Si, sono volutamente piccole realtà locali se comparate alle dimensioni delle grandi banche, ma ben differenti per valori e missione sociale perché da oltre cento anni sono impegnate ad essere vicine alla loro gente, fornendo servizi di qualità per la crescita e lo sviluppo locale, rispondendo al meglio alle necessità del territorio. Ed è per questo indispensabile che il governo italiano si impegni perché le normative europee vengano riviste al più presto, tenendo conto delle specificità delle Banche di Credito Cooperativo, ad esempio, portando avanti con determinazione la risoluzione Buratti-Zennaro.

Di cosa si tratta?

Ai fini di stabilire i parametri di supervisione finanziari e gestionali delle singole banche, le regole attualmente vigenti in Europa considerano le Bcc alla stessa stregua dei grandi gruppi bancari (banche "significant" nel gergo, nd r ). La verità però è che la natura delle Bcc è profondamente differente da quelle dei grandi gruppi. In questo modo si impongono vincoli che non sono proporzionati alle nostre dimensioni, creando difficoltà nella gestione delle nostre BCC che si tramutano poi in gravi situazioni a svantaggio delle stesse comunità locali. Per questo l’Italia deve intervenire sul legislatore europeo per porvi rimedio al più presto: la risoluzione Buratti-Zennaro (approvata due settimane fa in Parlamento, su proposta dei due deputati del Pd e della Lega, ndr) impegna il governo a modificare a livello europeo queste regole affinché i parametri di supervisione siano proporzionati e idonei. Auspico una larga convergenza del mondo politico italiano.

L'anno scorso, un po' a sorpresa, è "saltato" il progetto di fusione tra Bcc Caravaggio e Cremasco, e Bcc Treviglio. Eppure quello delle aggregazioni è un tema fondamentale, anche per banche solide come quelle del nostro territorio... Cosa succederà?

Si tratta di questioni molto delicate, che vanno preparate con attenzione e devono avere il sostegno della Capogruppo. La nostra Bcc ha la soddisfazione e l’esperienza di aver già attuato positivamente, in questi ultimi due decenni, ben quattro aggregazioni e ciò conferma la nostra costante disponibilità a valutare progetti lungimiranti, sia con Treviglio, sia anche con le altre Bcc del territorio. Continueremo con questo impegno...

Il sipario quindi non è ancora calato su quel progetto...

No. Il lavoro da fare è guardare avanti con attenzione. Con Treviglio, d'altra parte, ma anche con tutte le altre Bcc vicine a noi, c'è un buon rapporto distima reciproca.

Che ruolo riveste oggi la Federazione, con l’avvento dei gruppi bancari?

La Federazione lombarda è riuscita nel difficile intento di tenere unite le Bcc appartenenti ad entrambi i gruppi bancari dopo che, purtroppo, non si è potuto formare il gruppo unico in ambito nazionale. La Federazione Lombarda delle Bcc e Federcasse (la federazione nazionale) rappresentano il nostro "sindacato d’impresa" che sta svolgendo un prezioso lavoro, specialmente in questi momenti di forte interlocuzione con il governo e con il parlamento per risolvere le problematiche a cui ho prima fatto cenno. E’ quindi motivo di soddisfazione il fatto che al recente convegno della Federazione lombarda, tenutosi a Venezia, fossero presenti sia i vertici del gruppo bancario Iccrea che quelli del gruppo Cassa centrale.

Seguici sui nostri canali