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Bcc Bergamasca e Orobica e le sfide del post-Covid

L'obiettivo per il futuro: ripartire da giovani e territorio

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Nel grande e arioso ufficio al primo piano della sede centrale di Bcc Bergamasca e Orobica, immersa nel verde, due grandi finestre danno l'una sulle Orobie che si stagliano azzurre sull'orizzonte, e l'altra sulla trafficatissima Strada provinciale Cremasca, che porta a sud e collega Bergamo alla pianura. Le due anime di questa Banca di Credito cooperativo - 200 dipendenti e 27 filiali sparse per tutta la Media Pianura Bergamasca - si intrecciano in una delle zone economicamente più affollate della provincia. Siamo a Zanica, paese di residenza del presidente Gualtiero Baresi e di nascita del direttore generale Alberto Pecis.

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La gestione della Pandemia

Qui, forse più che altrove, gli ultimi due anni sembrano essere stati racchiusi tra due parentesi, dal punto di vista economico. Il Covid-19 ha picchiato forte, in termini di vittime, ed anche il tessuto economico - fatto perlopiù di piccole e medie imprese ed aziende artigianali familiari - ne è uscito con profonde ferite. A raccontare i difficili mesi passati è stato proprio il Direttore Pecis:

"Sono stati mesi terribili, ovviamente. Io stesso passavo le giornate qui in ufficio. Dalla finestra osservavo la Provinciale e ricordo che spesso per ore ed ore non passava nessuno, se non qualche ambulanza. Moltissimi nostri clienti sono piccole e medie imprese, molti negozi di vicinato. Sono loro ad essere stati i più colpiti. Economicamente però, credo, il periodo peggiore è stato quello seguente, quello delle riaperture incerte. Non si sapeva come e dove si stava andando a parare e noi stessi, come banca, ci siamo trovati in quella stessa situazione. Abbiamo però sempre fatto di tutto perché le nostre filiali continuassero ad essere anche dei punti di riferimento sociale".

Per quanto riguarda invece le richieste ricevute dai clienti in quel momento Pecis ha spiegato che:

"Beh, all'inizio la verità è che non ci chiedevano assolutamente nulla, proprio per questa incertezza generale. Poi si è aperto il tema delle moratorie sui mutui. E da lì abbiamo cominciato a lavorare per salvare il tessuto economico della zona. A conti fatti abbiamo congelato più di duemila finanziamenti, non solo utilizzando gli strumenti messi a disposizione della normativa ma anche tramite dei progetti personalizzati per ogni cliente, venendo incontro alle esigenze delle aziende".

Bcc Bergamasca e Orobica ha congelato circa 340 milioni di euro di credito. Circa la metà dei clienti beneficiari delle moratorie sono state famiglie colpite dalla crisi, e l'altra metà sono state aziende. In termini di montante, ovviamente, il credito alle imprese è generalmente più ampio quindi il rapporto si avvicina al 30%-70%.

I riscontri sul territorio della BCC Bergamasca e Orobica

Il duro lavoro della BCC Bergamasca e Orobica ha poi dato i suoi frutti, facendo la differenza per il territorio:

"I clienti ci hanno riconosciuto questa presenza e questa prontezza. Credo del resto che lo spirito del Credito cooperativo, in questo frangente, sia emerso in tutte le sue forme. Sia per quanto riguarda la presenza sul territorio - Bcc Bergamasca e Orobica, alla fine, non ha mai chiuso e ha speso 200mila euro in dpi e sanificazioni, dall'inizio della pandemia, per tenere al sicuro clienti e personale - che per quanto riguarda il tipo di risposta che abbiamo offerto alle esigenze di credito".

Giovani e povertà in aumento

Il numero di poveri, in Italia, nel 2020, è aumentato di un milione di unità. Molti di loro sono giovani: le nuove paradossali fragilità sociali ed economiche sono le stesse future colonne portanti della società. L'idea di aprire un mutuo per comprare casa, per migliaia di essi, è anni luce più lontana di quanto non lo fosse per i loro genitori trent'anni fa. Figuriamoci l'idea di aprire una propria attività imprenditoriale partendo dal nulla. Il risultato è un'adolescenza economica che si protrae per decenni, lasciando decine di migliaia di persone ai margini del mondo dell'economia e quindi anche del mondo del credito. Ma non tutto è perduto: qualche anticorpo per questo morbo di Peter Pan, secondo Bcc Bergamasca e Orobica potrebbe essere già presente nel corpo sociale del territorio, grazie a un progetto cominciato ormai 36 anni fa, nel 1985. E passa dall'educazione economica dei ragazzi, come ha confermato il presidente Gualtiero Baresi

"È vero, nella nostra società i giovani sono stati dimenticati in questi anni. Li troviamo sempre più attaccati ai social e meno alla realtà economica. Una contro misura tra le tante necessarie è l'educazione economica, fatta nelle scuole. E in questo senso Bcc Bergamasca e Orobica è di fatto una delle realtà più attive sul territorio fin dai primi anni Ottanta. La domenica prima del Natale, Bcc Orobica e Bergamasca organizza da anni una consegna di regali all’interno delle filiali. Nostro personale, travestito da Babbo Natale, distribuisce dei kit scolastici. Un'iniziativa che riguarda circa tremila ragazzi".

Semplice marketing? Decisamente no, stando ai risultati. Ma anche gli incontri pubblici della "Scuola di Banca" con gli alunni delle elementari diventano l'occasione per una primissima lezione di educazione economica. Quelli con le medie e poi con le superiori, occasioni di incontro e di riflessione su concetti come quello di mutuo, interesse, capitale... E il risultato è che "diversi di quei ragazzi ora lavorano per noi, oppure sono diventati imprenditori che hanno ancora vivo il ricordo di quelle lezioni"

I prestiti allo studio e il Gruppo Giovani Soci

"Un’altra tappa del percorso di affiancamento con i nostri giovani è il “Premio allo Studio” varato nel 2000, con il quale la Bcc riconosce ai diplomati ed ai laureati figli di Soci una pergamena ed un premio in denaro, durante una cerimonia dedicata, dove si invitano i loro parenti ed amici - ha proseguito Baresi - È una bella festa, e lì troviamo spesso persone che ci ricordano di avere incontrato il nostro Babbo Natale e di avere assistito ad una nostra lezione di “Scuola di Banca”. Inoltre collaboriamo con l’Università di Bergamo ospitando laureandi che necessitano di effettuare il periodo di tirocinio curricolare"

Per i più grandi, la Bcc mette a disposizione un prestito dedicato, da 20 anni, per le spese scolastiche completamente senza costi né interessi (Prestizero), oltre al tradizionale Conto Giovane. Infine, il Gruppo Giovani Soci.

"Dopo la pausa forzata imposta dal Covid è giunto il momento di “rifondarlo” per continuare a svolgere un ruolo di attrazione, coinvolgimento e di incubazione di idee, tipiche di questo genere di comunità" ha concluso il presidente Baresi.

Bastare, forse, non basterà. Ma il Babbo Natale della Bcc ha indicato una strada.

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