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Bcc Agrobresciano: pilastro del territorio

Nata come Cassa rurale artigiana, la banca della Bassa Bresciana ha affrontato epoche diverse secondo un modus operandi che negli ultimi 125 anni è stato costante: "Raccogliere risparmio sul territorio per restituirlo al territorio"

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Bcc Agrobresciano, una delle banche di credito cooperativo più antiche d’Italia: "Raccogliamo risparmio sul territorio per rimetterlo in circolo sul territorio". E’ il presidente Osvaldo Scalvenzi a ripercorrere la storia di Bcc Agrobresciano dalle origini fino ai giorni nostri, partendo dal plusvalore dell’economia circolare che per il Credito Cooperativo non è una moda, ma un modo di essere.

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La storia di BCC Agrobresciano

Risale al 1897, ossia a 125 anni fa, il battesimo della Cassa rurale artigiana di Ghedi. Furono gli agricoltori e il Parroco di Ghedi a porre la prima pietra di quella che oggi rappresenta una delle realtà bancarie più longeve d’Italia, nata per combattere il fenomeno dell’usura con la vocazione di far crescere il territorio che rappresenta. Da allora ha vissuto l’espansione di una banca testimone di epoche diverse ed è stata protagonista di una crescita costante. Epoche che cambiano, ma valori, principii e attenzione ai Soci e ai clienti che rimangono inalterati. Una visione vincente che ha dato ragione alla banca anche durante i momenti più difficili.

Una banca che è diventata punto di riferimento per il territorio. Quali i segreti del successo e le principali tappe principali di questo percorso?

"Il filo rosso che ha caratterizzato la nostra storia è stato sicuramente la costanza: non abbandonare mai la spinta delle nostre ali valoriali. 125 anni sono tanti,. Avere una storia ultrasecolare significa aver attraversato insieme ai Soci, ai collaboratori, alle persone della nostra comunità, enormi trasformazioni umane, sociali ed economiche. Viviamo l’eredità culturale che rappresentiamo come un insieme di valori ed opportunità da custodire e trasmettere ai posteri. Allora ci rendiamo conto di essere una banca importante. Abbiamo superato guerre, sostenuto nel 1970 la fusione tra Ghedi, Calvisano e poi Al fianello e Fiesse: la sintesi di quattro Bcc della Bassa Bresciana. Negli anni ’90 abbiamo cavalcato la riforma del TUB con l'apertura di numerose filiali. Il collante in tutti questi anni è stato il nostro approccio col territorio che respiriamo".

Una tendenza che, ancora oggi, sta dando i frutti sperati. Lo dimostra il fatto che abbiate chiuso il 2021 con ottimi risultati, aperto una nuova filiale in Piazza Duomo a Brescia ed ora puntiate a diventare sempre più una banca di riferimento. Come stanno andando le cose?

"Bene: c'è redditività, solidità patrimoniale e capacità di relazione. Il tutto purtroppo in un contesto difficile, dove l’aumento della povertà generalizzata continua a rappresentare un problema. Siamo consapevoli dell’importanza di un circolo virtuoso che ruota attorno ai principi della cooperazione, principi non a caso ricordati anche dal Presidente della Repubblica nel suo recente discorso alle Camere: libertà, lavoro, salute, istruzione, attenzione alle donne ed ai giovani, partecipazione. Valori interdipendenti che, quando mancano, ci tolgono la possibilità di respirare, di guardare oltre le difficoltà, ma che quando guidano le scelte portano a vivere l’economia come un mezzo e non come un fine. Siamo orgogliosi di avere eccellenti indicatori della qualità del nostro credito, dall’NPL Ratio tra i migliori in Italia, al Texas Ratio; siamo contenti di avere migliorato costantemente sia il margine di interesse che il margine di intermediazione, di esprimere indici patrimoniali eccellenti con un CET1 del 18% ed un coefficiente di capitale totale ormai superiore al 22%. Abbiamo aumentato gli impieghi a sostegno di famiglie e imprese, incrementando nel contempo le garanzie a supporto con conseguente contenimento degli assorbimenti patrimoniali. Tutto questo però non in una mera visione eonometrica fine a se stessa, ma con una logica cooperativa, nella consapevolezza che i fattori generativi della cooperazione sono il punto più avanzato per immaginare il futuro."

Come detto, le aziende stanno vivendo un periodo davvero particolare. Da una parte si leccano le ferite provocate dai due anni di pandemia, dall'altra guardano e lavorano alla ripresa economica vera e propria. Che cosa si aspettano dalla loro banca di riferimento?

"Ascolto e fiducia. Negli ultimi due anni le aziende non si sono mai fermate. Noi ci siamo sempre spesi per loro. Nella fase più acuta della pandemia abbiamo continuato a generare fiducia, individuando soluzioni atte a ridurre gli impatti dell’emergenza, consentendo a tutti di non rinunciare ai propri progetti di vita e d’impresa. Tutto questo è stato reso possibile grazie al sostegno dei nostri Soci ed al lavoro delle donne e degli uomini di Agrobresciano. Un lavoro straordinario fatto da persone consapevoli di lavorare per un migliore vivere civile. In tutto questo appartenere al Gruppo ICCREA, quarto gruppo bancario italiano ci ha sicuramente aiutati. A dare sollievo alle imprese ha sicuramente contribuito anche la moratoria dei mutui, resa possibile dalle leggi straordinarie attuate dal Governo nel momento più acuto della crisi pandemica e dagli accordi tra l’ABI e le associazioni di categoria. Grazie alla nostra vocazione per il territorio, siamo stati in grado di accogliere la quasi totalità delle richieste andando spesso al di là degli aspetti meramente formali. Nel 2021 abbiamo erogato importi significativi di credito, nuova finanza accompagnata spesso dalla garanzia dello Stato, ma non solo. Liquidità per famiglie e imprese che sicuramente consentirà di affrontare più serenamente un 2022 che si presenta complicato. I venti di guerra in Ucraina, la pandemia, un’Africa e non solo sprovvista di vaccini, la tensione sulle materie prime e la conseguente spinta inflazionistica non sono rassicuranti. Per questo è fondamentale che le persone tornino ad avere fiducia nel sistema e che non perdano la voglia di credere nel futuro."

Nel vostro DNA tradizione e innovazione si coniugano bene. Basti pensare a l l’apertura della nuova filiale di Brescia. E' così?

"La nostra vocazione è soddisfare bisogni. Quella della nascita della nuova filiale, è stata una scelta scaturita dal venir meno di UBI, per decenni espressione innegabile della finanza bresciana. La nostra mission è offrire soluzioni, creare crescita economica, culturale, educazione finanziaria. Questa è la rotta da seguire. In Piazza Paolo VI nel centro della città i bresciani troveranno in BCC Agrobresciano l’identità che è venuta a mancare con l’acquisizione di UBI da parte di Intesa e BPER, importanti banche di respiro internazionale che hanno però il cuore a Torino e a Modena. Essere banca del territorio non può essere solo uno slogan: per noi è un modo di essere consolidato da 125 anni di brescianità. Crediamo nella costruzione di uno sviluppo che non separi più l’economico dall’umano, in una economia che deve ripensare a se stessa per ritrovare la strada per il futuro".

Una banca attiva anche sul fronte sociale. E’ recente il progetto “Agrobresciano vive il territorio”, così come lo sono i contributi che state dando alla ricerca. Senza tralasciare l'invito a donare il sangue con Avis oppure il "Mese del nastro Rosa" dedicato alla prevenzione del tumore al seno.

"Abbiamo persone sensibili, specializzate in questo genere di iniziative. Siamo fortunati ad avere sinergia tra Soci, Amministratori e dipendenti che consentono di creare costantemente valore sociale e culturale. Siamo convinti che non possa esserci crescita economica senza crescita culturale. Oltre agli eventi citati, partiremo con la piantumazione di 125 alberi autoctoni a Ghedi, affidandone la cura a Lega Ambiente, a sottolineare l’importanza dell’ambiente e della biodiversità recentemente consacrata anche nella nostra Costituzione. La banca spegnerà così nel migliore dei modi le sue 125 candeline. Non mancheranno anche pubblicazioni importanti, concerti, manifestazioni: sarà il nostro dividendo culturale per festeggiare i 125 anni di BCC Agrobresciano, un regalo alle comunità che ogni giorno ci accompagnano in un cammino di crescita continua. Come ogni cooperativa, siamo convinti che la partecipazione sia la forza motrice per portare avanti i propri valori. Mi consenta in chiusura di citare Aldo Moro quando, ricordando che sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono, diceva: Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma... non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà...perché l’avvenire appartiene in larga misura ancora a noi".

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