Violenze in famiglia

Bambino massacrato di botte dal patrigno, la mamma: "Dì che sei caduto dalle scale"

Madre e figlio vivevano da tempo nel terrore. Solo dopo l'arresto del compagno la donna ha trovato il coraggio di raccontare la verità.

Bambino massacrato di botte dal patrigno, la mamma: "Dì che sei caduto dalle scale"
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Un amore "malato". Una mamma al figlio di 6 anni massacrato di botte dal compagno ha detto al bambino in fin di vita per le violenze del patrigno: "Dì che sei caduto dalle scale".

Massacrato di botte, bambino in fin di vita

Come racconta Prima Torino, una storia tristissima e che fa riflettere, che ha scosso tutta Italia, quella arrivata in queste ore da Torino, dove un giovane di 23 anni ha massacrato di botte, senza un perché (o meglio con pretesti banalissimi) il figlio della compagna.

Il giovane, di origine marocchina, è stato arrestato e portato in carcere con l'accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia.

Massacrato di botte, una storia triste, un amore malato

Secondo le primissime ricostruzioni degli inquirenti, il 23enne avrebbe picchiato il figlio della compagna ripetutamente allo stomaco, tenendogli le mani legate dietro alla schiena.

Il motivo di tanta inaudita violenza? Il piccolo avrebbe bevuto dell'acqua con lo zucchero senza permesso e avrebbe poi vomitato nell'auto della nonna.

Tanto è bastato per scatenare la furia del patrigno.

Sviluppi sconvolgenti: l'intestino scoppiato

Ma gli sviluppi più sconvolgenti sono arrivati con la corsa d'urgenza in ospedale. La madre del bambino, a quanto pare da anni succube di violenze e ricatti del compagno, avrebbe raccomandato al figlio di dire di essere caduto dalle scale.

A quanto pare non era la prima volta che si verificavano circostanze simili, ma l'ultimo episodio aveva decisamente tolto qualsiasi dubbio ai medici: l'intestino del bambino era letteralmente esploso, circostanza nn attribuibile a una caduta dalle scale. 

Le ammissioni e (forse) il lieto fine

Solo dopo l'arresto del 23enne la donna ha trovato il coraggio di raccontare la verità agli investigatori, aprendosi totalmente a raccontare la drammatica situazione familiare attraverso un interrogatorio alla presenza anche di psicologi e assistenti sociali.

La stessa cosa accaduta per il bambino che ha raccontato le botte subite in un colloquio "protetto".

Un quadro domestico violento e inquietante finalmente messo a fine. Tra l'altro il 23enne si era reso protagonista negli anni anche di furti e saccheggi in negozi di Torino, anche in quelle occasioni caratterizzati da azioni violente.

 

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