Imprese futuro

Assolombarda e Dickie: “Qui ogni impresa è possibile”

Interpretare il presente con lo sguardo di chi conosce il passato.

Assolombarda e Dickie: “Qui ogni impresa è possibile”
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Assolombarda ha coinvolto John Dickie, famoso storico, professore dello University College di Londra e autore di documentari per la BBc, di realizzare una mini-serie dal titolo “Qui ogni impresa è possibile”. Nata con l’obiettivo di raccontare e mettere in luce le vocazioni industriali dei territori e le eccellenze imprenditoriali di Milano, Monza Brianza, Lodi, Pavia.

Lo storico John Dickie

Come storico ha sempre dedicato una particolare attenzione all'Italia, a partire dalla sua specializzazione fino alle sue numerose pubblicazioni e al suo attuale ruolo di docente di Studi Italiani allo University College di Londra.

Da dove nasce questo suo particolare interesse per il nostro Paese?

"Non ho parenti italiani, e ho cominciato a studiare l’italiano all’università senza aver mai visitato il Paese, e senza aver mai assaggiato né l’olio d’oliva né l’aceto di vino! Dunque il mio amore per l’Italia è nato attraverso lo studio. Ho passato il primo anno in Italia tra l’84 e l’85. Da quel momento l’Italia fa parte della mia vita".

Stiamo vivendo un periodo storico molto difficile, caratterizzato da una dura emergenza sanitaria. Secondo lei è paragonabile ad altri momenti storici del passato? Quali e per quale motivo?

"Il paragone ovvio è con la grande epidemia di influenza del 1918. E da lettore di Boccaccio e di Manzoni, non posso non pensare alle varie volte che l’Italia è stata colpita dalla peste. Per fortuna la nostra crisi sanitaria non è per niente grave come questi esempi storici. L’Italia si è ripresa dopo queste catastrofi storiche, e si riprenderà anche dopo il COVID-19!".

Il progetto di Assolombarda

Parlando del suo progetto con Assolombarda "Qui ogni impresa è possibile". Quattro puntate per raccontare i territori produttivi della Lombardia, ma anche un messaggio di speranza e di ripartenza ...

"Spero proprio di sì. Con la concretezza e la creatività che hanno dimostrato nel cercare soluzioni, con la capacità di guardare lontano persino in un momento come questo, gli imprenditori lombardi che ho conosciuto sono un esempio per tutti".

Un viaggio che parte dalla ipertecnologia delle realtà milanesi, passando per i motori di Monza e l'industria calzaturiera pavese, fino al settore cosmetico e agroalimentare Lodigiano.
Cosa ne pensa del tessuto imprenditoriale lombardo? Quali sono state le sue impressioni durante questo lavoro?

"La prima cosa che mi ha colpito è proprio la varietà dei settori economici rappresentati in questo territorio. Io vengo da Londra, che è una realtà economica molto dinamica e forte, ma dominata dalla finanza e dai servizi. Rispetto alle quattro province lombarde che ho visitato Londra è quasi una monocultura economica. Inoltre ho apprezzato moltissimo l’attaccamento al territorio, la voglia di reinvestire nel territorio. Molte aziende sono, come c’era da aspettarsi, delle imprese familiari. Come tali devono affrontare una sfida difficile: quella del passaggio generazionale. È stato molto interessante vedere come si preparino con molto anticipo per questa sfida. Ma anche come per molti di questi imprenditori, il senso di responsabilità nei confronti dei figli, e dei figli dei figli, diventa una risorsa, un motivo per trovare soluzioni valide per il lungo termine".

Le imprese sono il cuore del nostro territorio, oltre che la base per una ripartenza economica. Quali saranno secondo lei le sfide che dovranno saper affrontare nel prossimo futuro?

"Non sono un economista, premetto. Ma detto questo le sfide principali sono ovvie: devono affrontare sempre più concorrenza e sempre più globalizzazione. Gli imprenditori lombardi lo sanno benissimo che da questo punto di vista, non si torna indietro. Peccato che l’elettorato del Regno Unito, col voto a favore della Brexit, abbia scommesso su un’illusione: cioè sull’isolamento come soluzione alle sfide del mondo contemporaneo".

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