Maglia nera

Ancora scia di vittime sul lavoro in Veneto: 3 decessi nell’arco di 24 ore

La provincia di Verona conta due decessi a distanza di poche ore, ieri mattina un tragico incidente mortale nel Bellunese.

Ancora scia di vittime sul lavoro in Veneto: 3 decessi nell’arco di 24 ore
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In poche ore tre persone hanno perso la vita mentre stavano lavorando.

Ancora scia di vittime sul lavoro in Veneto

Il Veneto prosegue la triste conta delle morti sul lavoro. Da gennaio a febbraio 2022, infatti, il Veneto è una delle regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale, che si attesta a 3,7 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati, secondo quanto riportato dall’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre.

Nel pomeriggio di mercoledì 6 aprile 2022 alle 16.13 a Quinzano, frazione di Verona, Dario Marani, 82enne, si è ferito mortalmente con una motozappa ed è deceduto sul posto. A trovarlo è stata la moglie che aveva sentito la motozappa su di giri, senza però vedere il marito. Immediato l'allarme e l'arrivo dei soccorritori. Purtroppo ogni tentativo di salvarlo è stato vano e i soccorritori del Suem non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

Elettricista rimasto incastrato a testa in giù in un pozzetto

Sempre mercoledì 6 aprile 2022 alle 18.30 a Fumane, nel Veronese, è avvenuta una terribile tragedia in un cantiere di una villa privata in costruzione, un elettricista 42enne è morto incastrato in un pozzetto. E' stato il datore di lavoro, titolare di una ditta di impianti elettrici, a trovare alle 18.30 il corpo privo di vita di Matteo Zenatello, 42enne residente a Verona, in zona Porto San Pancrazio, che non lo aveva visto rientrare in azienda al termine dell'orario di lavoro.

Ieri mattina, giovedì 7 aprile 2022 il 42enne doveva sistemare dei cavi all'interno del pozzetto di 40x40 centimetri. Sembra che l'elettricista, unico operaio all'interno del cantiere, sia rimasto incastrato a testa in giù nel pozzetto dove si era sporto per poter eseguire i lavori sull'impianto elettrico.

Quando sono giunti sul posto i soccorritori, che non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso, hanno escluso la morte per folgorazione e sembra che il deceso sia riconducibile al soffocamento dovuto alla troppo lunga permanenza a testa in giù oppure anche a un malore fatale che potrebbe esser stato causato proprio dalla "stretta" del tombino attorno al torace.

Operaio travolto e ucciso da un albero

Poco dopo mezzogiorno di ieri, giovedì 7 aprile 2022, i Vigili del fuoco sono intervenuti in una zona impervia nel comune di Gosaldo, nel Bellunese, in località Troi delle Caore per soccorrere un operaio travolto da un albero durante il lavori di taglio del bosco. Purtroppo il medico del SUEM, nonostante i soccorsi, ha dovuto dichiarare la morte dell’uomo.

La salma a causa dell’impervietà del luogo è stata recuperata tramite l’elicottero Drago 71 del reparto volo dei vigili del fuoco di Venezia.

Troppe vittime sul lavoro

Sono 9 le vittime sul lavoro nei primi due mesi in Veneto. Sette decedute “in occasione di lavoro”, e due “in itinere”, cioè nel percorso da casa alla sede di lavoro. Lo scorso anno erano 12 in totale. E la regione è al 4° posto nella graduatoria nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro (sono 85 in tutto il Paese).

Ma la vicinanza al podio per numero di vittime a livello nazionale viene esorcizzata quando l’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre analizza l’emergenza partendo dall’incidenza degli infortuni mortali. Il Veneto, infatti, continua a rimanere tra le regioni a minor rischio di mortalità sul lavoro. Nel primo bimestre del 2022 si trova in zona gialla, secondo il sistema di categorie basato sull’indice di incidenza, cioè il rapporto tra infortuni e popolazione lavorativa presente nella regione.

“Siamo convinti che lo strumento di indagine più efficace per narrare l’emergenza sia proprio la rilevazione dell’incidenza degli infortuni – spiega Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre – cioè il rapporto tra numero di infortuni e popolazione lavorativa. Con tale indicatore siamo in grado di definire e confrontare il livello di sicurezza dei lavoratori, regione per regione, provincia per provincia. Analisi che non è possibile effettuare utilizzando i valori assoluti degli infortuni sul lavoro. E ci auguriamo che questo strumento di analisi possa essere utilizzato più diffusamente e concretamente per prevenire gli infortuni mortali proprio in quelle aree del Paese dove il rischio di mortalità risulta maggiore”.

Da gennaio a febbraio 2022, infatti, il Veneto è una delle regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale, che si attesta a 3,7 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati.

A Venezia lavoratori più a rischio

Ed è Venezia la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più (indice di incidenza pari a 8,2, contro una media regionale di 3,3). Seguono: Verona (4,8), Vicenza (2,7), Treviso (2,6).

Per quanto riguarda il numero dei decessi in occasione di lavoro (sono 7) e vengono rilevati in provincia di: Venezia (3), Verona (2), Treviso e Vicenza (1). Una vittima di infortunio mortale in itinere viene registrata in provincia di Belluno e 1 in provincia di Rovigo.

Nei primi due mesi dell’anno crescono del 46,5 % le denunce di infortunio totali: erano 9.964 a fine febbraio 2021, sono 14.597 nel 2022.

E sono 13.461 quelle relative ad un infortunio in occasione di lavoro e ben 3.057 di queste sono registrate nel settore Sanità e Assistenza Sociale.

Significativo anche il dato della variazione delle denunce di infortunio in occasione di lavoro nel Settore Trasporto e Magazzinaggio: sono 1.129 a fine febbraio 2022, ma erano 356 a fine febbraio 2021.

Alla provincia di Treviso la maglia nera in regione per il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 2.952. Seguono: Venezia (2.899), Verona (2.777), Vicenza (2.480), Padova (2.224), Rovigo (640) e Belluno (625).

Infine sono 6.718 le denunce delle donne lavoratrici e 7.879 quelle degli uomini.

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