Allarme epidemia di Aviaria: si sta diffondendo in Veneto e Lombardia
Oltre alla provincia di Verona si sta sviluppando in altre cinque province: Padova, Rovigo, Brescia, Cremona e Mantova.
Non si ferma l’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 e cresce il numero dei focolai tra Veneto e Lombardia.
Focolai di influenza aviaria in Veneto
Come racconta Prima Padova aumentano giorno dopo giorno i focolai di influenza aviaria in Veneto. La provincia più colpita è quella di Verona che conta quasi 70 focolai. La prima segnalazione era stata effettuata venerdì 22 ottobre 2021 con l’individuazione di un focolaio di influenza aviaria H5N1 in un allevamento di tacchini a Ronco all’Adige. A distanza di una sola settimana, un altro allevamento era stato contagiato e da quel giorno i focolai si sono diffusi velocemente.
Il Sivemp Veneto (sindacato italiano veterinari medicina pubblica) rende nota in modo aggiornato l’evoluzione epidemiologica della malattia. Gli aumenti dei focolai si sono registrati anche nel Padovano tant’è che nel fine settimana sono stati confermati nuovi focolai. Il primo è stato registrato in un allevamento biologico di pollame che comprende circa 30mila capi e l’altro in uno di anatre a Ospedaletto Euganeo che comprende circa 69mila capi.
Epidemia nella Bassa lombarda
E continua a crescere il numero dei focolai di aviaria ad alta patogenicità anche in altre zone del Nord Italia, arrivando a lambire anche la Bassa lombarda. Il Ministero estende così la Zur (Zona di Ulteriore Restrizione) oltre che alla provincia di Verona anche ad altre cinque province quali: Padova, Rovigo, Brescia, Cremona e Mantova.
I ministero della Salute ha informato le Regioni in merito alla situazione epidemiologica per influenza aviaria ad alta patogenicità:
“Ad oggi sono 96 i focolai in cui è stata confermata la presenza di virus influenzale sottotipo H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) da parte del Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria presso l’IZS delle Venezie. Oltre a nuovi focolai in provincia di Verona e di Padova all’interno o vicini alle zone di protezione e sorveglianza già in essere, un nuovo focolaio è stato confermato in Provincia di Mantova in un allevamento di galline ovaiole e un altro in provincia di Cremona in un allevamento di broiler (polli da carne)", conclude la nota.
L'allevamento Cremonese si trova a Levata di Grontardo dove Ats ha predisposto l'abbattimento di circa 60mila capi. La conferma del focolaio è arrivata con l’esito dei tamponi effettuati dall’istituto zooprofilattico di Brescia.
"La situazione è di massima attenzione e stiamo agendo seguendo in modo scrupoloso tutte le norme di biosicurezza a tutela di allevatori e consumatori", è il commento di Emanuela Donelli, rappresentante sindacale della sezione avicola di Confagricoltura".
Per ciò che riguarda il Bresciano, invece, è stata confermata la presenza dell'influenza aviaria, virus influenzale A/H5N1, in un allevamento di tacchini, il 16 novembre 2021. A riferirlo è l'Ats di Brescia che ha ricevuto la segnalazione di un sospetto focolaio di aviaria ad alta patogenicità il giorno prima. La conferma della presenza del virus è arrivata "dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, centro di referenza nazionale per la malattia. Il focolaio riguarda circa 14.500 tacchini.
Cos'è l'influenza aviaria
L'influenza aviaria è una malattia virale che colpisce per lo più gli uccelli selvatici. Questi fungono da serbatoio e possono eliminare il virus attraverso le feci. Solitamente tali uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici quali polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile. L’influenza nel pollame si può presentare nella forma causata da ceppi a bassa patogenicità (LPAI) e da ceppi ad alta patogenicità (HPAI). La malattia è soggetta ad obbligo di denuncia.
Non esiste terapia. E' una malattia di categoria A, secondo il Regolamento (UE) 2016/429 e atti delegati, soggetta a denuncia obbligatoria e prevede l’applicazione dai regolamenti citati (abbattimento di tutti gli animali, vuoto sanitario con pulizia e disinfezione e l’istituzione di zone di restrizione). Nel caso di HPAI le zone sono una di protezione (3 km di raggio dall’azienda infetta) e una di sorveglianza (10 km di raggio dall’azienda), secondo di quanto previsto dall’Allegato V del Regolamento delegato (UE) 2020/687.
In caso di emergenza il Ministero ha cura di predisporre, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale, il Piano di vaccinazione con indicazione di scopo, obiettivi, metodo e applicazione. La vaccinazione di emergenza è autorizzata dall’Unione europea su esplicita richiesta degli Stati membri.