Volodymyr Zelensky è pronto unirsi ai colloqui in programma a Budapest nelle prossime settimane tra Donald Trump e Vladimir Putin. Ma tra il presidente ucraino e quello americano si alza la tensione.
Zelensky: “Devo essere presente ai colloqui di Budapest”
In un’intervista rilasciata alla rete americana NBC News, Zelensky ha ribadito che un dialogo diretto tra tutte le parti è l’unica via per una “pace giusta e duratura”. Pur usando parole durissime nei confronti di Putin (“è simile ad Hamas, ma più forte: serve più fermezza”), il leader di Kiev ha aperto alla possibilità di un incontro faccia a faccia:
“Se vogliamo davvero porre fine a questa tragedia, entrambe le parti devono essere presenti. Come si possono trovare accordi senza parlarsi?”, ha dichiarato.
Tensione tra Trump e Zelensky: “Accetta le condizioni di Putin o l’Ucraina verrà distrutta”
Secondo quanto riportato dal Financial Times, durante l’incontro alla Casa Bianca, Donald Trump avrebbe esortato Zelensky ad accettare le condizioni poste da Mosca per fermare la guerra in Ucraina. Il presidente russo – avrebbe riferito Trump – avrebbe minacciato di “distruggere” l’Ucraina se Kiev non avesse accettato le sue richieste.
La discussione, stando alle fonti citate dal quotidiano britannico, si sarebbe trasformata in una lite accesa. Trump avrebbe accusato Zelensky di “stare perdendo la guerra” e, in segno di frustrazione, avrebbe persino gettato via le mappe del fronte ucraino durante l’incontro.
Il presidente statunitense avrebbe inoltre insistito perché l’Ucraina cedesse l’intero Donbass a Putin, ribadendo i punti emersi nel suo precedente colloquio con il leader del Cremlino.
Le richieste di Putin: il controllo completo del Donetsk
Le tensioni diplomatiche tra Washington e Kiev riflettono la linea dura di Putin, che avrebbe chiesto a Trump il pieno controllo della regione di Donetsk, area chiave nel conflitto.
Questa proposta rappresenterebbe una lieve modifica rispetto a quella avanzata durante il loro ultimo incontro in Alaska, ma per Kiev significherebbe una grave sconfitta strategica: la perdita di un territorio conteso da oltre dieci anni e simbolo della resistenza ucraina sin dall’invasione del 2022.