Zelensky ora è pronto a firmare l'accordo sulle terre rare con Trump
La decisione degli Usa di tagliare gli aiuti militari a Kiev potrebbe avere pesato nella scelta
Mentre in Ucraina continuano gli attacchi (e purtroppo i morti), la diplomazia non smette di regalare sorprese e colpi di scena. Dopo l'incredibile gazzarra nello Studio Ovale e la decisione di Donald Trump di "chiudere i rubinetti" all'assistenza militare a Kiev, ora il presidente ucraino Volodymir Zelensky si dice pronto a firmare l'accordo sulle terre rare.
Zelensky: "Pronti a firmare accordo sulle terre rare"
L'accordo sulle terre rare - che è probabilmente quello che interessa maggiormente alla Casa Bianca - doveva essere firmato durante la visita di Zelensky a Washington. Sappiamo tutti, però, come è finita, con un'incredibile lite tra i due presidenti (e il vice di Trump J.D. Vance) e la "cacciata" della delegazione ucraina dalla Casa Bianca.
Dopo la solidarietà espressa da quasi tutto il resto del mondo Zelensky si è recato a Londra per partecipare al summit con i leader europei, al termine del quale ha affermato che "l'accordo sulle terre rare è pronto per essere firmato".
Intenzione ribadita anche dal primo ministro Denys Shmygal in conferenza stampa a Kiev.
"L'Ucraina continuerà attraverso i canali diplomatici e gli altri canali disponibili a collaborare con gli Stati Uniti per assicurarsi che l'Ucraina e gli Stati Uniti continuino a lottare per una pace duratura",
Ucraina: cosa succede ora
Ma cosa ha fatto la differenza? Il vertice con l'Europa o la decisione di Trump di bloccare i finanziamenti militari all'Ucraina, comunicata martedì 4 marzo 2025?
Kiev prova a barcamenarsi sull'argomento, ma è inevitabile che la decisione del presidente Usa abbia smosso qualcosa.
"Stiamo discutendo con i partner europei la possibilità di sostituire gli aiuti militari americani - ha scritto su Telegram Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky- Tuttavia non ignoriamo la possibilità di negoziati con i nostri partner americani. Non dimentichiamo che l'Ucraina ha già avuto esperienze di sospensioni a lungo termine dei programmi di sostegno militare degli Stati Uniti e sa come adattarsi a tali situazioni...".
Da Mosca sulla questione è intervenuto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov:
"La sospensione delle forniture di armi dagli Stati Uniti all'Ucraina potrebbe davvero spingere il regime di Kiev verso il processo di pace", ha detto all'agenzia Interfax.
E, in effetti, l'apertura di Zelensky sulle terre rare sembra andare in questa direzione. Rimane da capire se e come il presidente ucraino deciderà di tornare a Washington e, soprattutto, come sarà accolto da Trump e Vance.