Videocall tra Ucraina, Ue e Usa: "Qualsiasi scambio territoriale deve essere negoziato da Kiev"
Intanto però i russi avanzano in Donbass

Si è conclusa dopo circa un'ora la videocall tra Donald Trump, Volodymyr Zelensky e i leader europei in vista dell'incontro tra il presidente Usa e Vladimir Putin programmato per Ferragosto in Alaska.
A spiegare i contenuti del colloquio sono stati il presidente ucraino e il cancelliere tedesco Friedrich Merz.
Videocall tra Ucraina, Ue e Usa
Dopo l'incontro telefonico, c'è grande fiducia da parte dei rappresentanti Ue. Quello che è emerso è la necessità della centralità di Kiev nelle trattative.
"Molto importante che tutto ciò che riguarda l'Ucraina sia discusso con l'Ucraina. Putin sta bluffando, sta cercando di spingersi oltre la line a del fronte. La Russia non dovrà avere l'ultima parola per quanto riguarda i confini. Per prima cosa ci deve essere un cessate il fuoco per trattare", ha detto Zelensky.
Parole che hanno trovato sponda nel cancelliere tedesco.
"Nella call con Trump abbiamo chiarito che l'Ucraina deve sedere al tavolo dei negoziati e la sicurezza del Paese deve essere garantita. Un riconoscimento legale dell'occupazione russa non è in discussione, il principio che i confini non devono essere modificati con la forza deve essere preservato".
"Il presidente Usa condivide le nostre preoccupazioni, c'è la speranza che qualcosa si stia muovendo. Noi stiamo lavorando per questo. Auguriamo il meglio a Trump per il vertice con Putin".
Crolla il muro del Donbass
Intanto però, dal fronte non arrivano buone notizie per l'Ucraina. Le forze russe si sono infiltrate per oltre 10 chilometri nel territorio ucraino a Dobropillya (a nord-ovest di Pokrovsk) una città mineraria di 20.000 abitanti che avrebbe dovuto fungere da nuovo polo per l'esercito di Kiev.
Da diverse settimane la zona era sottoposta a pesanti attacchi aerei, che mostravano la chiara volontà della Russia di avanzare nel settore a nord-est di Pokrovsk.
L'offensiva potrebbe creare grossi problemi, costringendo Kiev a spostare forze militari sulla zona, sguarnendone altre.