OTTIMISMO

Vance in Israele: “La tregua reggerà”. Hamas restituisce i corpi di altri due ostaggi

La trasferta pensata per assicurarsi che il piano per la pace dell’amministrazione Trump non deragli

Vance in Israele: “La tregua reggerà”. Hamas restituisce i corpi di altri due ostaggi

Il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance è arrivato in Israele ieri, martedì 21 ottobre 2025, con un mandato preciso.

Il suo scopo è puntellare il cessate il fuoco, tenere a freno Netanyahu e Hamas per spingere avanti l’attuazione del piano per Gaza sostenuto dall’amministrazione americana.

Vance in Israele: “La tregua reggerà”

La tregua reggerà – ha dichiarato Vance, pur ammettendo cautela – Posso dire con la certezza al 100% che funzionerà? No. Ma le cose difficili si realizzano solo provandoci. Servirà un costante lavoro di supervisione ma sono ottimista”.

La trasferta – durante la quale il vicepresidente ha incontrato il premier israeliano con gli inviati statunitensi Witkoff e Kushner – è stata pensata per assicurarsi che il piano per la pace dell’amministrazione Trump non deragli.

Vance durante il suo discorso

Il timore principale del presidente Usa sarebbe infatti che Netanyahu possa riprendere un’operazione militare su vasta scala a Gaza.

Il vicepresidente mette in guardia Hamas

Al tempo stesso, pur definendo la tregua a un ottimo punto, Vance ha rilanciato un monito duro verso Hamas.

“Deve disarmarsi altrimenti sarà annientato”, ha dichiarato mettendo in guardia il movimento terroristico palestinese.

Si è accodato così alle parole di Donald Trump. Il presidente aveva infatti riferito poco prima che molti alleati regionali si sono detti pronti a entrare a Gaza su sua richiesta per raddrizzare Hamas se viola l’accordo.

Impegno costante per la Fase B

Vance ha poi precisato che le violenze recenti non sono la fine della tregua. Le ha giustificate in nome dell’odio che lega i due popoli. Ed è per questo che – a suo avviso – per la pace e la ricostruzione della Striscia di Gaza servirà molto tempo e ci vorrà molto lavoro da fare.

L’amministrazione americana intende ribadire che c’è bisogno di tempo per l’attuazione della tregua e di un impegno costante nella supervisione della Fase B del piano.

Un filmato con le parole di Vance:

Restituiti i corpi di due ostaggi

Sul fronte degli ostaggi, Hamas ha reso noto che martedì, alle 21 ora locale, ha consegnato altri due corpi.

L’esercito israeliano ha confermato che le bare di due ostaggi trattenuti nella Striscia, che Hamas ha precedentemente promesso di restituire, sono state consegnate alla Croce Rossa.

È inoltre arrivato in Israele il corpo di un altro ostaggio consegnato lunedì sera dai miliziani di Hamas: si tratta del sergente maggiore Tal Haimi, ucciso mentre difendeva il kibbutz Nir Yitzhak il 7 ottobre 2023.

Servono più aiuti per Gaza

Siamo pronti a recuperare e consegnare tutti i corpi degli ostaggi secondo l’accordo. Non abbiamo alcun desiderio di tenere nessuno con noi: lasciamo che tornino dai loro parenti e anche i nostri martiri torneranno e saranno sepolti con dignità”, scrive Hamas in un comunicato.

L’emergenza umanitaria resta nel frattempo drammatica. Il World Food Programme ha osservato che il flusso di aiuti verso la Striscia sta aumentando ma è ancora ben lontano dall’obiettivo giornaliero di 2mila tonnellate.

Il portavoce dell’agenzia ha esortato ad aprire tutti i valichi oltre quelli di Kerem Shalom e Kissufim per accelerare la consegna degli aiuti.

I timori di una nuova escalation

Sotto pressione statunitense, Israele ha riaperto due valichi per gli aiuti, ma la misura non risolverebbe le carenze. Servirebbero corridoi più ampi e continui perché la distribuzione arrivi su scala necessaria.

Nonostante le rassicurazioni di Vance, gli avvertimenti e le misure militari significative sul campo alimentano i timori di una nuova escalation. Il premier israeliano ha annunciato il lancio di 153 tonnellate di bombe contro i miliziani per violazioni dell’intesa, segnale che resta la possibilità di azioni punitive se l’accordo venisse infranto.

Washington, dal canto suo, prova a limitare i danni e mantenere il negoziato in pista.