FINANZA

Usa, la Fed (come previsto) volta le spalle a Trump e non taglia il costo del denaro

In Europa, oggi al contrario la Bce interverrà sui tassi d'interesse

Usa, la Fed (come previsto) volta le spalle a Trump e non taglia il costo del denaro
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Una decisione che scombussola i piani dell'agenda del nuovo presidente, ma arrivata non proprio a sorpresa.

Perché che la Fed decidesse di fatto di voltare le spalle e di tagliare il costo del denaro in fondo, se la aspettavano in molti.

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Come detto, che la Fed (Federal Reserve System) decidesse di non tagliare i tassi era nelle previsioni degli addetti ai lavori.

Eppure il nuovo inquilino della Casa Bianca ci aveva fatto più di un pensierino, tanto da avanzare una vera e propria richiesta formale affinché fossero abbassati. 

I tassi invece rimarranno fermi. Ma non solo. Non c'è nemmeno in agenda l'ipotesi di toccarli. Anzi, le considerazioni che si stanno facendo in questi giorni vanno (quasi) nella direzione opposta.

Occhio all'inflazione, no comment alla richiesta di Trump

Perché, come spiegato dagli analisti, se l'inflazione non dovesse calare ulteriormente i tassi potrebbero rimane fermi più a lungo.

Così, il FOMC (il "braccio" di politica monetaria della Federal Reserve) ha annunciato di aver lasciato i tassi di interesse USA invariati ovvero nella forbice compresa tra il 4,25% e il 4,5%.

Tutto questo dopo i tre tagli consecutivi varati a partire dal mese di settembre fino a dicembre.

E del resto, la posizione del governatore della Fed, Jerome Powell è stata piuttosto eloquente, sia nei contenuti generali, sia riguardo la specifica richiesta arrivata dal presidente Trump:

Il presidente della Fed Jerome Powell

"La richiesta del presidente? Se è stata fatta a me personalmente? No comment. No, non abbiamo avuto alcun contatto. Quello che possiamo dire è che continuiamo a lavorare a testa bassa. Il pubblico deve aver fiducia che continueremo a lavorare come sempre, concentrandoci sull'uso dei nostri strumenti per raggiungere i nostri obiettivi".

Niente sforbiciata ai tassi, l'ira di The Donald

La replica del numero uno degli Stati Uniti non si è fatta attendere e il giudizio verso la Fed è stato espresso senza troppi giri di parole:

"Hanno fatto un pessimo lavoro, non essere riusciti a risolvere il problema che hanno creato con l’inflazione".

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Il presidente Usa Donald Trump

Uno scontro che promette scintille, anche perché Powell era stato nominato alla guida della Fed proprio da Trump nella sua prima amministrazione.

Un malumore che Trump ha poi evidenziato articolando in modo più esaustivo cosa intende fare ora e lanciando altre accuse alla Fed e al suo governatore:

"Quello che non hanno fatto lo farò io stimolando la produzione energetica americana, tagliando la regolamentazione, riequilibrando il commercio internazionale e riaccendendo la produzione. Il Tesoro guiderà gli sforzi per tagliare le regolamentazioni non necessarie e libererà i prestiti per tutte le persone e le imprese americane. Se la Fed avesse dedicato meno tempo all'ideologia di genere, all'energia verde e al falso cambiamento climatico, l'inflazione non sarebbe mai stata un problema. Invece, abbiamo sofferto della peggiore inflazione nella storia del nostro Paese".

La beffa dall'Europa, la BCE taglia...

Anche perché dall'Europa, la Banca centrale sembra intenzionata a intervenire sui tassi.

Oggi infatti tocca alla Bce decidere in materia di tassi di interesse. Un orientamento che anche in questo caso da finti di corridoio e dal parere di autorevoli analisti appare scontato.

Stando agli ultimi rumors la Banca Centrale taglierà il tassi di interesse di 25 punti base portando il tasso di riferimento al 2,75%.

Non sembra invece all'ordine del giorno una sforbiciata più netta, anche in questo caso guardando all'inflazione e alle sue dinamiche.

Uno stato dell'arte che avrebbe portato alcuni membri del Consiglio direttivo si sono detti contrari ad accelerare troppo i tempi.

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