Un accordo con la Russia entro 10 giorni per fermare la guerra: Kiev ci crede. Xi: "Il conflitto non è nell'interesse di nessuno"
Spunta una bozza in 15 punti. Tensione sui territori indipendentisti. E oggi la chiamata tra il presidente Usa e Xi Jinping.
Che non è una guerra lampo oramai lo abbiamo capito tutti. Ma quanto durerà ancora il conflitto in Ucraina? Tra negoziati che non portano a molto, dichiarazioni a volte più prossime all'avvicinamento e a volte più "bellicose", e soprattutto bombe che creano distruzione e fanno vittime - numerose anche tra i civili - non sembra vicina la conclusione della questione ucraina. Da Kiev nei giorni scorsi hanno ipotizzato che la guerra potrebbe concludersi a maggio, anche se ora trapela la possibilità di un accordo con Mosca entro una decina di giorni. E nelle prossime ore è prevista una chiamata tra il presidente Usa Joe Biden e il suo omologo cinese Xi Jinping.
Accordo per fermare la guerra in Ucraina entro 10 giorni?
Nonostante le continue schermaglie (a livello di diplomazia) e gli attacchi costanti alle città ucraine, l'accordo potrebbe essere più vicino di quanto si crede. Putin le sue condizioni le ha dettate da un pezzo: riconoscimento dell'annessione della Crimea, indipendenza del Donbass, smilitarizzazione e neutralità dell'Ucraina (sul modello di Austria e Svezia) per la quale saranno precluse le porte della Nato.
Su quest'ultimo punto non dovrebbero esserci problemi, tanto che anche il presidente Volodymir Zelenksy lo ha ammesso nei giorni scorsi: "L'Ucraina non entrerà mai nella Nato, questo dobbiamo dirlo".
Più complesse le questioni della neutralità, con Kiev che ha respinto l'ipotesi di seguire il modello di Vienna o Stoccolma, e quella degli Stati separatisti.
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La bozza di accordo
Nei giorni scorsi, però, è comparsa anche una bozza di accordo tra le parti, rivelata dal Financial Times. I punti dell'accordo sarebbero 15 e partirebbero proprio dalla rinuncia di Kiev a entrare nella Nato e all'impegno dell'Ucraina a non avere basi militari o armamenti stranieri sul proprio territorio in cambio di protezione da alleati come Stati Uniti, Regno Unito e Turchia.
Le garanzie occidentali e lo status dei territori indipendentisti (che nelle indiscrezioni pubblicate sinora non è stato esplicitato), però, rappresentano un ostacolo per la possibile reazione del Cremlino. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ha detto che qualsiasi accordo deve prevedere che "le truppe della Federazione Russa in ogni caso lascino il territorio dell'Ucraina" e che il Paese manterrebbe comunque il suo esercito.
La telefonata Biden-Xi
Nelle scorse ore il presidente Usa Joe Biden ha attaccato duramente Putin:
"Putin è un dittatore omicida, un delinquente allo stato puro".
Parole che per molti sono parse essersi spinte un po' troppo in là in un momento del genere. Sulla vicenda era intervenuto poi il segretario di Stato, Antony Blinken:
"Avete visto tutti le immagini del teatro di Mariupol. I cittadini avevano scritto a caratteri cubitali sulla strada: qui ci sono bambini. Ma i russi hanno bombardato senza pietà. La lista degli attacchi ai civili è lunga. Raccoglieremo le prove di questi crimini di guerra".
Parole che non aiutano certo a rasserenare il clima, motivate probabilmente dalla convinzione che Putin non si fermerà. E proprio per questo - seppur senza grossa fiducia - alle 14 di venerdì 18 marzo 2022 c'è stata una telefonata tra Biden e Xi. Il ruolo della Cina, che finora è stata alla larga dalla questione, è considerato fondamentale, soprattutto perché si teme che Pechino rifornisca di aiuti Mosca.
"Un conflitto non è nell’interesse di nessuno - ha detto Xi in videochiamata con la Casa Bianca - Gli eventi mostrano ancora una volta che le relazioni tra Stati non possono arrivare al punto di scontro. Conflitto e confronto non sono nell’interesse di nessuno. La pace e la sicurezza sono i tesori più preziosi della comunità internazionale".
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