LA STRETTA

Ue, via libera al 19esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia: stop al gas liquefatto

Il cuore del nuovo pacchetto riguarda l’energia ma vi sono restrizioni anche nella finanza, tecnologia e per le raffinerie

Ue, via libera al 19esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia: stop al gas liquefatto

La Commissione europea ha adottato il 19esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, intensificando la pressione economica su Mosca dopo oltre tre anni di guerra in Ucraina. L’annuncio è arrivato dalla portavoce dell’esecutivo comunitario, Paula Pinho, mentre i dettagli sono stati illustrati dalla presidente Ursula von der Leyen e dall’Alta rappresentante per la politica estera Kaja Kallas.

È arrivata l’ora di chiudere i rubinetti del gas dalla Russia” ha dichiarato von der Leyen, presentando misure che puntano a ridurre drasticamente i ricavi energetici del Cremlino, principale fonte di finanziamento della macchina bellica.

Gas e petrolio: stop anticipato al Gnl russo

Il cuore del nuovo pacchetto riguarda l’energia. Bruxelles propone di anticipare al 1° gennaio 2027 il divieto di importazione di gas naturale liquefatto (Gnl) dalla Russia, un anno prima rispetto alla scadenza originaria. Una decisione maturata anche in seguito alle pressioni degli Stati Uniti, che chiedono da tempo all’Ue un impegno più incisivo a sostegno di Kiev e contro i rapporti economici di Mosca con Pechino.

Oltre al Gnl, le sanzioni colpiscono la cosiddetta “flotta fantasma” russa di petroliere – 119 nuove navi inserite in blacklist, per un totale di oltre 560 unità – accusata di trasportare idrocarburi in violazione del price cap. Sono state inoltre introdotte restrizioni contro Rosneft e Gazprom Neft, le principali società energetiche russe, ora soggette a divieto totale di transazioni.

Secondo von der Leyen, “in tre anni i ricavi petroliferi della Russia in Europa sono diminuiti di oltre il 90%. Ora chiudiamo definitivamente questo capitolo”.

Restrizioni su criptovalute, banche e raffinerie

Le nuove misure toccano anche la finanza e la tecnologia. Per la prima volta vengono introdotte restrizioni sulle criptovalute, considerate un canale di aggiramento delle sanzioni, e su piattaforme di pagamento collegate a Mosca.

Sono stati inseriti nella lista nera ulteriori istituti di credito russi e di Paesi terzi, in particolare dell’Asia centrale, accusati di facilitare transazioni per conto del Cremlino.

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Paula Pinho

L’Ue prende inoltre di mira raffinerie e società petrolchimiche in Paesi terzi, inclusa la Cina, sospettate di commerciare greggio russo in violazione del regime sanzionatorio.

Il pacchetto prevede anche un ampliamento delle restrizioni sull’export di tecnologie a duplice uso. 45 aziende russe e straniere entrano ora nel mirino per il loro sostegno al complesso militare-industriale di Mosca, in particolare nella produzione di droni, ormai diventati un’arma cruciale sul campo di battaglia.

Le perplessità sui beni congelati

Parallelamente alle nuove misure, Bruxelles sta discutendo l’utilizzo dei circa 170 miliardi di euro di asset russi immobilizzati in Europa per finanziare l’Ucraina. L’idea della Commissione è di trasformare la liquidità maturata in eurobond a tasso zero, che verrebbero poi messi a disposizione di Kiev come prestito da rimborsare una volta che Mosca avrà versato le riparazioni di guerra.

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Christine Lagarde

La presidente della Bce Christine Lagarde ha tuttavia espresso dubbi, chiedendo chiarimenti legali e finanziari per evitare che l’operazione si configuri come un sequestro o una confisca. Anche il ministro italiano dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha invitato alla cautela, sottolineando i “limiti legali e reputazionali” di una simile soluzione.

Accanto alle sanzioni, la Commissione ha rilanciato anche il progetto di un “muro anti-droni” finanziato con il fondo Safe da 150 miliardi di euro. L’obiettivo è rafforzare la difesa dell’Ue e dell’Ucraina contro i sempre più frequenti attacchi aerei russi sul fianco orientale della Nato.

Otto Paesi Ue ancora dipendenti dal gas russo

Nonostante i progressi nella diversificazione, otto Paesi membri dell’Ue importano ancora gas dalla Russia: Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Slovacchia e Ungheria. Secondo Eurostat, la quota russa nelle importazioni europee di Gnl è scesa dal 22% del 2021 al 14% nel secondo trimestre del 2025, ma il blocco totale rischia di aumentare la dipendenza dal gas statunitense.

Pressione crescente su Mosca

Von der Leyen ha ribadito che le sanzioni stanno già colpendo duramente l’economia russa, con tassi d’interesse al 17%, inflazione elevata e margini di manovra finanziaria in rapido esaurimento.

Le nostre misure sono uno strumento efficace di pressione economica. Continueremo a usarle finché la Russia non si siederà al tavolo dei negoziati con l’Ucraina per una pace giusta e duratura” ha concluso la presidente della Commissione europea.