Dopo settimane di crescente tensione, sembra incrinarsi l’intesa tra Donald Trump e Vladimir Putin sul conflitto in Ucraina.
“Il forte slancio di Anchorage per un accordo si è in gran parte esaurito. Non per colpa nostra, ma per chi in Europa continua a credere che la guerra sia preferibile alla diplomazia”, ha dichiarato il vice ministro degli Esteri russo Sergej Ryabkov, parlando davanti alla Duma. “Le azioni distruttive dei Paesi europei hanno spento il potente impulso nato durante il vertice in Alaska”.
L’ammissione segna una brusca frenata nel dialogo tra le due potenza dopo l’incontro tenuto a Ferragosto ad Anchorage, in Alaska.
Ryabkov: “USA affronti situazione con responsabilità”
Secondo Ryabkov “gli oppositori della Russia e i sostenitori di una ‘guerra fino all’ultimo ucraino’, in particolare tra gli europei”, avrebbero ostacolato gli sforzi diplomatici. Il vice ministro, titolare del dossier America, ha aggiunto un monito a Washington:
“L’uso ipotetico di sistemi d’arma come i missili Tomahawk è possibile solo con il coinvolgimento diretto di personale americano. Spero che coloro che spingono verso questa decisione comprendano la profondità e la gravità delle conseguenze”.

Le parole di Ryabkov arrivano nel pieno del dibattito negli Stati Uniti sull’opportunità di fornire all’Ucraina i missili da crociera Tomahawk. Con un raggio d’azione di 2.500 chilometri, tali armamenti potrebbero raggiungere Mosca, San Pietroburgo e numerosi obiettivi strategici in territorio russo.
“Da parte nostra – ha aggiunto il diplomatico – facciamo appello all’amministrazione Usa perché affronti la situazione con sobrietà e responsabilità”.
Nei giorni scorsi anche Putin aveva parlato di una possibile “escalation” tra le due principali potenze nucleari, pur ribadendo la volontà di “ristabilire pienamente le relazioni con gli Usa”. Trump, dal canto suo, avrebbe espresso più volte “delusione” per la difficoltà di raggiungere un accordo sulla pace in Ucraina. Ryabkov accusa in particolare Bruxelles di aver scelto la linea dura, puntando a una strategia di logoramento nei confronti della Russia.
Un equilibrio fragile
Fonti del Cremlino, citate dai media russi, hanno affermato che “la Russia resta aperta a un accordo di pace”, ma che “la fiducia reciproca con Washington è al minimo”.
Il portavoce Dmitrij Peskov ha confermato che Putin “mantiene la volontà politica di orientare la soluzione ucraina verso negoziati pacifici” e non ha ritirato l’invito a Trump per una visita ufficiale a Mosca.