GUERRA IN STALLO

Ucraina, Trump: "Niente missili Tomahawk a Kiev e non ho chiesto di colpire Mosca"

Intanto sul fatto che i Patriot li pagherà la Ue c'è stata la replica dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri Kaja Kallas

Ucraina, Trump: "Niente missili Tomahawk a Kiev e non ho chiesto di colpire Mosca"
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha smentito categoricamente di aver autorizzato o pianificato l'invio di missili a lungo raggio Tomahawk all’Ucraina, negando al contempo di aver mai incoraggiato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a colpire Mosca.

“No, non intendiamo farlo”, ha dichiarato lasciando la Casa Bianca, rispondendo ai giornalisti che lo incalzavano sull’eventualità di fornire a Kiev armamenti capaci di colpire in profondità nel territorio russo.

Trump: "Sto dalla parte dell'umanità"

La precisazione arriva dopo un articolo del Financial Times secondo cui, durante una telefonata con Zelensky il 4 luglio scorso, Trump avrebbe chiesto se fosse possibile colpire Mosca e persino San Pietroburgo con armi americane. Secondo il quotidiano britannico, il tycoon avrebbe addirittura espresso sostegno a un’operazione simile come strategia per “far sentire il dolore ai russi” e costringerli al tavolo dei negoziati. Ma Trump ha smentito seccamente: “Zelensky non dovrebbe colpire Mosca”, ha tagliato corto, sostenendo che le ricostruzioni di stampa sono state “estrapolate dal contesto”.

Donald Trump

Anche la Casa Bianca ha preso le distanze dalle indiscrezioni, spiegando che Trump si era limitato a “porre una domanda” durante la telefonata con Zelensky, senza alcuna intenzione di fomentare escalation militari.

Non sto dalla parte di nessuno”, ha aggiunto il presidente americano, “sto dalla parte dell’umanità. Voglio fermare le uccisioni settimanali di migliaia di persone”.

Nel frattempo, Trump ha confermato di aver lanciato un ultimatum di 50 giorni al presidente russo Vladimir Putin per negoziare un accordo di pace, minacciando in caso contrario “dazi secondari al 100%” contro Mosca. Una linea che si discosta da un recente disegno di legge bipartisan, attualmente bloccato al Congresso, che prevede tariffe fino al 500%.

Kallas: "Bene l’invio di armi, ma gli Usa condividano il peso"

Sul fronte europeo, la questione dell’assistenza militare a Kiev continua a suscitare tensioni. La presidente estone e Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Kaja Kallas, ha accolto con favore l’annuncio americano sull’invio di nuove armi all’Ucraina, ma ha chiesto che gli Stati Uniti “condividano l’onere” economico con l’Europa. La dichiarazione arriva dopo che Trump ha annunciato l’invio di sistemi d’arma come i missili Patriot, precisando però che il loro costo sarà a carico degli alleati europei.

“Se lavoriamo insieme possiamo aumentare la pressione su Putin affinché negozi, dimostrando che l’unica via d’uscita è la resa”, ha affermato Kallas al termine del Consiglio Affari Esteri.

Kaja Kallas

Kallas ha inoltre denunciato l’uso intensificato di armi chimiche vietate da parte della Russia in Ucraina, parlando di oltre 9.000 attacchi documentati dai servizi di intelligence olandesi e tedeschi.

Tuttavia, l’Unione Europea rimane divisa sul 18° pacchetto di sanzioni contro Mosca. La Slovacchia ha nuovamente bloccato l’accordo, nonostante la Commissione europea avesse accolto le sue richieste.

Siamo vicini all’intesa, ma ora la palla è nel campo di Bratislava”, ha affermato Kallas.

Ucraina sotto attacco

Sul terreno nel frattempo, la guerra continua a mietere vittime. Secondo fonti locali ucraine, ondate di droni russi hanno colpito diverse città, tra cui Kharkiv, dove si sono verificate almeno 17 esplosioni e tre persone sono rimaste ferite. Anche Kryvi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk, è stata bersagliata da un attacco massiccio. L’aeronautica ucraina ha lanciato allarmi missilistici in diverse regioni, mentre si segnala una crescente minaccia di attacchi con missili balistici.

Intanto Mosca mantiene una posizione attendista. Il Cremlino ha dichiarato di “aver bisogno di tempo per analizzare le parole di Trump”, aggiungendo però di essere “pronto a continuare il dialogo”. Il vice segretario del Consiglio di sicurezza Dmitri Medvedev ha definito l’ultimatum di Trump “una messa in scena teatrale”, mentre il ministro degli Esteri Lavrov ha denunciato “pressioni enormi della Nato su Trump”.