pesante raid russo

Ucraina sotto attacco, Varsavia schiera i jet: cresce la tensione ai confini NATO

Zelensky accusa: “Missili promessi deviati verso il Medio Oriente”. Tajani: “Guerra? L’Italia non parteciperà”

Ucraina sotto attacco, Varsavia schiera i jet: cresce la tensione ai confini NATO
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Nella notte tra l’8 e il 9 giugno 2025, un’ondata di attacchi aerei russi ha colpito con violenza diverse zone dell’Ucraina, in particolare la regione occidentale di Rivne e la capitale Kiev. L’escalation ha spinto la Polonia, membro della NATO, a innalzare il livello di allerta e a far decollare i propri aerei da combattimento, affiancati da velivoli alleati, come misura di prevenzione.

Ucraina sotto attacco, Varsavia schiera i jet

Lo Stato Maggiore polacco ha reso noto che il decollo dei caccia è avvenuto a seguito di un “intenso attacco aereo della Federazione Russa sul territorio ucraino”. Gli aerei sono stati schierati a coppie nello spazio aereo polacco, mentre i sistemi di difesa terrestre e le postazioni radar sono stati portati alla massima operatività. “Si tratta di misure preventive – ha spiegato Varsavia – già adottate in passato quando i raid russi interessavano l’Ucraina occidentale, area prossima al confine polacco”.

Attacchi notturni e danni a Rivne e Kiev

Il sindaco di Rivne, Oleksandr Tretyak, ha parlato di una notte estremamente difficile, segnata da un attacco “massiccio” con droni e missili che ha causato almeno un ferito civile. Il governatore regionale, Oleksandr Koval, ha confermato la gravità dell’offensiva, definendola “una delle più pesanti subite dalla regione”. Anche la capitale Kiev è stata presa di mira: un edificio è stato colpito, ha riferito Tymur Tkachenko, a capo dell’amministrazione comunale.

Secondo l’Aeronautica militare ucraina, la Russia ha lanciato un numero record di 479 droni esplosivi in una sola notte. Di questi, 460 sono stati neutralizzati dalle difese ucraine, assieme a 19 dei 20 missili intercettati. Gli impatti sono stati registrati in almeno dieci località. Solo pochi giorni prima, il 1° giugno, un attacco simile con 472 droni era stato classificato come il più vasto fino a quel momento.

In parallelo, il Ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver abbattuto 49 droni ucraini diretti verso le regioni di confine e l’oblast di Ciuvascia, a oltre 600 km a est di Mosca.

Zelensky accusa: “Missili promessi deviati verso il Medio Oriente”

In un’intervista ad ABC News, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato pesanti accuse agli Stati Uniti: secondo il leader ucraino, un contingente di 20.000 missili difensivi promessi da Washington per contrastare i droni russi Shahed, di fabbricazione iraniana, sarebbe stato dirottato verso il Medio Oriente.

“Avevamo un accordo, non era un progetto costoso ma fondamentale per proteggere i nostri cieli – ha detto Zelensky – poi stamattina il mio ministro della Difesa mi ha comunicato che sono stati trasferiti in Medio Oriente per la protezione delle truppe americane”.

Il presidente ha inoltre ribadito l'urgenza di distruggere i droni d’attacco, che continuano a colpire il territorio ucraino con cadenza quotidiana.

Scambio di prigionieri: accuse reciproche tra Kiev e Mosca

A complicare ulteriormente la situazione è lo stallo riguardo allo scambio di prigionieri e delle salme dei soldati caduti, previsto per il fine settimana appena trascorso. Secondo il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, lo scambio dovrebbe avvenire entro la settimana.

Zelensky ha tuttavia accusato la Russia di sabotare l’accordo per fini politici: “La parte russa, come al solito, sta giocando un gioco sporco e politico”.

Dal canto suo, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che Mosca è pronta a rispettare gli accordi presi il 2 giugno a Istanbul, accusando invece Kiev di non volerli attuare.

“La Federazione Russa si impegna a mantenere gli impegni presi – ha detto Peskov – a differenza dell’Ucraina”.

Allarme NATO: "Serve uno scudo aereo più potente"

Intanto, da Londra, il segretario generale della NATO Mark Rutte ha lanciato un allarme: l’Alleanza deve aumentare di quattro volte le proprie capacità di difesa aerea e missilistica per far fronte alla crescente minaccia russa.

“La Russia diffonde il terrore dal cielo – ha affermato – dobbiamo rafforzare lo scudo che protegge i nostri cieli”.

La risposta del Cremlino non si è fatta attendere: Peskov ha accusato la NATO di “aver gettato la maschera” e di rivelarsi ormai apertamente come strumento di aggressione. Ha anche annunciato che la Russia si riserva il diritto di dispiegare missili a corto e medio raggio nelle zone ritenute vulnerabili, minacciando azioni concrete se l’Alleanza continuerà a espandersi verso i suoi confini.

Tajani: “Guerra? L’Italia non parteciperà”

Sul fronte italiano, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la posizione del governo in un’intervista a Radio 1: nessuna intenzione di coinvolgere truppe italiane nel conflitto.

“Noi non siamo in guerra con la Russia – ha affermato – difendiamo solo il diritto dell’Ucraina a difendersi”. Tajani ha inoltre precisato che le armi fornite da Roma non potranno essere usate fuori dal territorio ucraino per colpire obiettivi russi.

Quanto alla possibilità di una tregua, il ministro si è detto pessimista:

“È una partita a scacchi molto complicata. Credo che una soluzione arriverà, ma non prima della fine dell’anno”.

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