Proseguono a Miami, in Florida, i colloqui diplomatici per tentare di aprire uno spiraglio verso la fine della guerra in Ucraina. Per il terzo giorno consecutivo, delegazioni di Stati Uniti, Russia e Ucraina hanno continuato una fitta agenda di incontri, definiti da tutte le parti “produttivi” e “costruttivi”, ma senza annunci di svolte decisive.
Dal quadro emerso nel weekend, tuttavia, appare chiaro che non è all’orizzonte alcun vertice trilaterale tra Washington, Kiev e Mosca, mentre prende forma una possibile ripresa del dialogo diretto tra il presidente russo Vladimir Putin e quello francese Emmanuel Macron, seppur inizialmente solo per via telefonica.
Mosca frena sul vertice trilaterale
L’ipotesi di un incontro a tre era stata avanzata dagli Stati Uniti e rilanciata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che aveva parlato anche di una possibile partecipazione europea. Ma dal Cremlino è arrivato un secco stop. Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha chiarito che un formato trilaterale “non è stato discusso seriamente” e “non è al momento preso in considerazione”. Una posizione ribadita più volte anche nelle ultime ore, a conferma della cautela russa sull’allargamento del tavolo negoziale.
Thank you, Miami.
⁰Next time: Moscow. 🕊️ pic.twitter.com/FhtkEOlSMN— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 22, 2025
Nonostante ciò, Mosca non ha interrotto il dialogo con Washington. L’inviato russo Kirill Dmitriev ha incontrato a Miami l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff e Jared Kushner, definendo i colloqui “costruttivi”. Al termine dei due giorni di incontri, Dmitriev ha lasciato intendere che il prossimo round potrebbe svolgersi a Mosca, scrivendo sui social:
“Grazie, Miami. La prossima volta: Mosca”.
Kiev: colloqui costruttivi con gli Usa
Sul fronte ucraino, il capo negoziatore Rustem Umerov ha confermato un nuovo incontro con la delegazione americana nel terzo giorno di lavori. Zelensky ha parlato di discussioni dettagliate su documenti legati alla fine della guerra, alle garanzie di sicurezza e alla ricostruzione, sottolineando che “ogni punto viene esaminato nel dettaglio” e che si discute anche di un possibile calendario per le decisioni politiche.

Una dichiarazione congiunta diffusa da Umerov e Witkoff ha confermato che i tre giorni di incontri a Miami sono stati “produttivi e costruttivi”, pur senza annunciare risultati concreti o accordi imminenti.
Apertura verso la Francia
Se il vertice a tre resta escluso, si apre invece un nuovo canale diplomatico con Parigi. Il Cremlino ha fatto sapere che Putin è “pronto al dialogo” con Emmanuel Macron, a condizione di una “reciproca volontà politica”. L’Eliseo ha accolto positivamente questa disponibilità, sottolineando che, con la prospettiva di un cessate il fuoco e di negoziati di pace più chiara, “è di nuovo utile parlare con Mosca”.
Fonti francesi hanno ribadito che qualsiasi contatto con il Cremlino avverrà “in totale trasparenza” con il presidente Zelensky e con i partner europei. L’eventuale primo passo dovrebbe essere un colloquio telefonico tra i due leader, di cui l’Eliseo renderà note le modalità nei prossimi giorni.

Sul fronte russo-americano, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha precisato che invece al momento non è in programma una telefonata tra Putin e Trump, anche se potrebbe essere organizzata rapidamente “se necessario”. Mosca ha inoltre ribadito di attendersi che gli Stati Uniti rispettino gli accordi già raggiunti, in particolare quelli di Anchorage, che hanno rappresentato il primo passo dell’attuale accelerazione diplomatica.
Il nodo degli asset russi e le tensioni europee
Sul piano politico ed economico, Zelensky ha ribadito che l’Ucraina intende utilizzare tutti i 210 miliardi di euro di asset russi congelati, sostenendo che i prestiti concessi a Kiev saranno restituiti “solo quando Mosca pagherà i danni della guerra”. Il presidente ucraino ha parlato di una “settimana storica” sul fronte diplomatico, rivendicando 90 miliardi di euro di sostegno europeo per i prossimi due anni come garanzia di sicurezza finanziaria.

La questione degli asset russi ha però creato frizioni all’interno dell’Ue. Secondo il Financial Times, un alto diplomatico europeo ha accusato Macron di aver “tradito” il cancelliere tedesco Friedrich Merz, rifiutandosi di sostenere un piano per utilizzare direttamente i beni russi congelati a favore dell’Ucraina. Nello stesso contesto, anche Italia e Francia avrebbero avuto un ruolo nel bloccare la proposta.
Uno scenario ancora incerto
Nonostante il cauto ottimismo espresso da tutte le parti sul clima dei colloqui di Miami, i nodi centrali restano irrisolti: dal controllo dei territori nel Donetsk alle garanzie di sicurezza per Kiev, fino all’eventuale presenza di truppe occidentali dopo un cessate il fuoco. Nel frattempo, i combattimenti sul terreno continuano.
Per ora, dunque, nessun vertice a tre e nessuna svolta immediata. Il prossimo possibile segnale politico potrebbe arrivare non dalla Florida, ma da una telefonata tra Mosca e Parigi, in un contesto diplomatico che resta fragile e fortemente condizionato dagli equilibri tra Stati Uniti, Europa e Russia.