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Ucraina, l'ultima proposta degli Usa: Crimea e zone occupate alla Russia

La tensione diplomatica rimane alta: i colloqui previsti oggi a Londra tra i ministri degli Esteri dei principali paesi coinvolti sono stati rinviati

Ucraina, l'ultima proposta degli Usa: Crimea e zone occupate alla Russia
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Gli Stati Uniti lavorano ad una via diplomatica per porre fine alla guerra in Ucraina: si susseguono i rumors circa un piano di pace che, seppur informale. Secondo quanto riportato da diverse fonti giornalistiche internazionali, la proposta include il riconoscimento del controllo russo su gran parte dei territori occupati dall’invasione del 2022 e la possibile accettazione dell’annessione della Crimea da parte della Russia, risalente al 2014.

Questa ipotesi di accordo, che Washington avrebbe presentato negli ultimi giorni, mira a congelare le linee del fronte attuali, favorendo un cessate il fuoco e aprendo la strada a futuri negoziati di pace. Tra i possibili sviluppi anche una graduale rimozione delle sanzioni contro Mosca. 

Le condizioni di Mosca

La Russia, secondo il Financial Times, avrebbe dichiarato la propria disponibilità a fermare l’invasione se venissero accettate alcune richieste chiave: il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea e l'impegno a escludere l’Ucraina dalla NATO. Fonti vicine al Cremlino indicano che il presidente Putin avrebbe fatto trapelare questa disponibilità durante un incontro con un inviato americano a San Pietroburgo, lasciando intendere che Mosca potrebbe anche rinunciare al pieno controllo su regioni come Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, se Washington accettasse le sue condizioni politiche.

Ucraina, l'ultima proposta degli Usa: Crimea e zone occupate alla Russia
Vladimir Putin

La posizione di Kiev

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiarito che il suo governo non ha ricevuto alcuna proposta ufficiale del genere da parte degli Stati Uniti. Tuttavia, ha confermato la disponibilità a sedersi al tavolo con Mosca, a patto che venga prima raggiunto un cessate il fuoco completo.

Zelensky ha ribadito che l’Ucraina non riconoscerà mai la legalità dell’annessione della Crimea né delle altre regioni occupate.

"Se la Russia è davvero pronta a interrompere le ostilità, allora potremmo iniziare i negoziati in qualsiasi formato", ha affermato in una recente conferenza stampa a Kiev. Ma ha anche messo in guardia dal rischio che un negoziato affrettato porti solo alla stanchezza della comunità internazionale e a un progressivo disimpegno degli Stati Uniti.

I contenuti della proposta americana

Secondo quanto riportato da Axios, la proposta statunitense prevedrebbe il riconoscimento di fatto del controllo russo sulle aree occupate dopo il 2022, lasciando all’Ucraina solo una parte minore della regione di Kharkiv. La centrale nucleare di Zaporizhzhia resterebbe formalmente ucraina, ma verrebbe amministrata da Washington, con una fornitura di elettricità condivisa tra Ucraina e Russia.

Una bozza del piano, presentata a Parigi da negoziatori americani, prevede anche la creazione di una zona neutrale attorno alla centrale nucleare e garanzie di sicurezza per Kiev, che potrebbero includere una presenza militare statunitense sul territorio ucraino. Tuttavia, le richieste russe più radicali – come il riconoscimento della piena sovranità su tutte le quattro regioni occupate – non sono incluse nel piano.

Il ruolo dell’amministrazione Trump

Dietro questa strategia ci sarebbe una forte spinta dell’amministrazione Trump, che avrebbe delineato le proposte in un documento riservato presentato ai funzionari ucraini ed europei. L’ex presidente ha dichiarato nei giorni scorsi che ci sono “buone possibilità” di raggiungere un accordo entro la settimana.

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Donald Trump

L’idea di fondo sembra essere quella di porre fine al conflitto mantenendo lo status quo territoriale e rafforzando la presenza americana in Ucraina come deterrente contro future aggressioni russe. In cambio, gli Stati Uniti riceverebbero garanzie su accordi relativi all’estrazione di minerali strategici in territorio ucraino, una sorta di "risarcimento" per gli aiuti militari forniti a Kiev dal 2022.

I colloqui diplomatici rinviati

Tuttavia, la tensione diplomatica rimane alta. I colloqui previsti oggi a Londra tra i ministri degli Esteri dei principali paesi coinvolti sono stati rinviati, anche a causa delle recenti dichiarazioni di Zelensky sulla Crimea. L’assenza del segretario di Stato americano Marco Rubio e dell’inviato speciale della Casa Bianca ha portato alla cancellazione degli incontri di alto livello. Al loro posto, si terranno incontri tra funzionari più bassi in grado, mentre il ministro degli Esteri ucraino incontrerà il collega britannico David Lammy.

L'inviato di Donald Trump Steve Witkoff tornerà a Mosca "questa settimana". Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, precisando che "i negoziati per la pace in Ucraina" procedono.

Se la proposta americana non dovesse portare a un accordo, il rischio è che gli Stati Uniti decidano di ridurre il proprio coinvolgimento, lasciando Kiev più vulnerabile. Due scenari sono attualmente sul tavolo a Washington: il mantenimento dell’attuale politica di sostegno militare e sanzioni, oppure una riduzione drastica degli aiuti, con l’Ucraina esposta a un ritorno dell’offensiva russa.

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