La giornata – oggi martedì 2 dicembre 2025 – che porta l’inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff al Cremlino si apre con una raffica di annunci militari da Mosca e con un’intensa attività diplomatica tra Stati Uniti, Europa e Ucraina. La Russia rivendica nuove conquiste sul campo – Pokrovsk nel Donetsk e Vovchansk nell’oblast di Kharkiv – mentre Vladimir Putin si presenta in divisa mimetica in un centro di comando per ribadire che l’offensiva proseguirà, anche durante l’inverno.

Le rivendicazioni russe: cadute Pokrovsk e Vovchansk
Secondo il Cremlino, le truppe russe hanno conquistato Pokrovsk (nota in passato come Krasnoarmeysk) e Vovchansk, due città strategiche dell’Ucraina orientale e nord-orientale. Il portavoce Dmitry Peskov ha riferito che il capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov ha comunicato la “liberazione” delle città direttamente a Putin.

Pokrovsk è un nodo logistico cruciale, teatro di combattimenti per mesi, la cui caduta – dicono i russi – aprirebbe nuove direttrici verso ovest e verso il complesso urbanizzato Kramatorsk-Sloviansk. Vovchansk, quasi rasa al suolo dopo 18 mesi di battaglie, è considerata dal ministro della Difesa Andrei Belousov un punto chiave per ulteriori avanzate.
Le autorità ucraine, tuttavia, non confermano la perdita delle due città. Diversi progetti di monitoraggio indipendente non registrano, per ora, un controllo totale russo, mentre Kiev denuncia una massiccia campagna di disinformazione.
Putin: “Avanziamo ovunque. Serve una zona di sicurezza a Kharkiv”
Nel suo intervento dal centro di comando, Putin ha indicato la necessità di creare una “zona di sicurezza“ lungo il confine nell’area del gruppo di forze Nord, mirando a blindare l’oblast di Kharkiv e consolidare il controllo sul Donbass.

Il presidente russo ha elogiato i comandanti per i “successi ovunque”, ribadendo che “l’iniziativa è completamente nelle mani delle forze armate russe”. Gerasimov ha confermato progressi anche nella direzione di Zaporizhzhia.
Fonti militari russe hanno inoltre riferito alla Tass che nella difesa di Vovchansk sarebbero morti 8.000 soldati ucraini, affermando che l’Ucraina avrebbe perso finora il 46% del personale schierato in quell’area. Dati impossibili da verificare in modo indipendente.
L’arrivo di Witkoff a Mosca: il piano di pace e le tensioni diplomatiche
Nel pomeriggio Putin incontrerà Steve Witkoff, inviato speciale di Donald Trump, accompagnato – secondo quanto atteso – anche da Jared Kushner. L’aereo dell’emissario americano è decollato dalla Florida nella notte, diretto verso Mosca.

L’incontro è cruciale: sul tavolo c’è la bozza del piano di pace statunitense, inizialmente giudicata da Kiev ed Europa troppo favorevole alla Russia, poi rielaborata dopo giorni di trattative in Florida tra ucraini, americani e membri dell’entourage di Trump.
Secondo il Cremlino, Mosca vuole “maggiori informazioni” sui punti concordati tra Kiev e Washington. Peskov non esclude una dichiarazione congiunta dopo l’incontro.
Le posizioni ucraine ed europee
Zelensky, arrivato a Dublino dopo un vertice all’Eliseo, insiste che “la questione territoriale è la più difficile” ma ribadisce l’urgenza di evitare che la Russia venga “ricompensata per la guerra”. Rustem Umerov, capo negoziatore ucraino, ha aggiornato il presidente sugli incontri con gli americani: la delegazione sta preparando un rapporto completo da presentare in Europa nelle prossime ore.
L’Europa rafforza la sua presenza nel processo, dopo la preoccupazione iniziale di essere marginalizzata. Nel colloquio con Zelensky, Emmanuel Macron ha affermato che “nessun piano può essere finalizzato senza gli europei” e che gli aspetti relativi ai beni russi congelati, alle garanzie di sicurezza e all’adesione all’UE richiedono un accordo complessivo tra gli Stati membri.
Le travail pour la paix se poursuit.
The work for peace continues.
🇺🇦🇫🇷 pic.twitter.com/31OgcnrO2s— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) December 1, 2025
Parigi, Berlino, Roma, Varsavia, Londra, Bruxelles e i Paesi nordici hanno partecipato al coordinamento multilaterale della notte. Anche Giorgia Meloni ha ribadito la necessità di una “pace giusta e duratura” e Bruxelles continua a insistere sul fatto che nessuna decisione può essere presa sopra la testa di Kiev. Macron ha inoltre ricordato il 19º pacchetto di sanzioni UE contro Mosca e il lavoro in corso sul 20º.
Una finestra negoziale fragile, mentre la guerra continua
Sul campo i combattimenti non si fermano: missili russi hanno colpito Dnipro uccidendo quattro persone e ferendone quaranta; nella notte Mosca ha dichiarato di aver abbattuto 45 droni ucraini, anche in Cecenia. Kiev prosegue invece gli attacchi a infrastrutture petrolifere russe, incluso il porto di Novorossiisk.
Il quadro resta incerto. Mosca prova a presentarsi in posizione di forza di fronte all’inviato americano, mentre Kiev tenta di consolidare il fronte diplomatico occidentale.
Il viaggio di Witkoff – il sesto in Russia da febbraio – potrebbe segnare un punto di svolta o rivelare quanto ancora sia lontano un accordo. Per ora, come ha sintetizzato Macron, “siamo in una fase preliminare”: nulla è stato deciso e nessuna pace può essere imposta senza l’Ucraina né senza l’Europa.