Retorica o realpolitik?

Trump vuole "prendersi" il canale di Panama e la Groenlandia. E provoca anche il Canada

Il tycoon, alla vigilia del suo insediamento alla Casa Bianca, torna a far parlare di sé con dichiarazioni che scuotono l'arena internazionale

Trump vuole "prendersi" il canale di Panama e la Groenlandia. E provoca anche il Canada
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Donald Trump torna a far parlare di sé con dichiarazioni che scuotono l'arena internazionale.

Trump nel momento della vittoria

A pochi giorni dal suo nuovo insediamento alla Casa Bianca, il presidente eletto degli Stati Uniti ha lanciato una serie di attacchi e provocazioni che spaziano dalla gestione del Canale di Panama alla possibilità di acquisire la Groenlandia, fino a ventilare l'annessione del Canada come “51esimo Stato”.

Retorica o realpolitik?

Il Canale di Panama: il nodo della disputa

In una serie di post sul suo social network Truth, Trump ha definito "ridicole" le tariffe imposte dal governo panamense per il transito nel Canale, sostenendo che gli Stati Uniti siano trattati ingiustamente. Ha inoltre espresso preoccupazione per il crescente ruolo della Cina nell’area, concludendo che una volta tornato al potere farà il possibile per riportare il controllo del passaggio strategico sotto Washington.

Il Canale di Panama, costruito dagli Stati Uniti e completato nel 1914 sotto l’amministrazione di Teddy Roosevelt, è un nodo cruciale del commercio globale: consente il passaggio di circa il 5% del traffico marittimo mondiale e collega l'Oceano Pacifico con l'Atlantico. Gli Stati Uniti, che ne sono i principali utenti, cedettero il controllo della struttura a Panama nel 1999, in seguito ai trattati Torrijos-Carter negoziati dal presidente Jimmy Carter nel 1977. Trump, tuttavia, ha criticato aspramente quella decisione, accusando Carter di aver lasciato il Canale "in cattive mani".

"La nostra marina e il nostro commercio sono penalizzati. Se Panama non garantirà una gestione sicura ed efficiente, ne chiederemo la restituzione immediata", ha affermato Trump. A stretto giro è arrivata la replica del presidente panamense José Raúl Mulino: "Ogni metro quadrato del Canale appartiene a Panama e continuerà ad esserlo. La nostra sovranità non è negoziabile".

Il ritorno della Groenlandia nei piani di Trump

Non nuovo all’idea, e non pago, il tycoon ha rilanciato su Truth l'interesse per la Groenlandia, definendo il suo controllo “una necessità assoluta per la sicurezza nazionale e la libertà nel mondo”. La Groenlandia, autonoma dal 2009 ma formalmente parte del Regno di Danimarca, era già stata oggetto di attenzioni nel 2019, quando l’allora presidente aveva ipotizzato un acquisto dell’isola per motivi strategici. All’epoca, il governo danese aveva definito l’idea “assurda”, mentre le autorità groenlandesi avevano ribadito che l’isola non è in vendita.

Questa volta, Trump ha anche nominato Ken Howery, ex ambasciatore in Svezia, come candidato ambasciatore in Danimarca, lasciando intendere che la questione potrebbe tornare al centro delle relazioni bilaterali.

Canada, provocazioni al confine

Le dichiarazioni più sorprendenti, però, riguardano il vicino Canada. Trump ha ventilato l’idea di imporre dazi del 25% a Ottawa se non bloccherà il traffico di droga e l’immigrazione illegale lungo il confine.

Il confine fra Canada e Stati Uniti

Non solo: ha avanzato provocatoriamente l'ipotesi che il Canada diventi il 51esimo Stato americano.

"Molti canadesi sarebbero d’accordo: risparmierebbero su tasse e protezione militare", ha scritto su Truth. La proposta, già accennata in passato con toni apparentemente ironici, ora assume connotati più seri. Trudeau, già etichettato da Trump come “governatore del Canada”, ha per ora evitato commenti diretti, ma in passato ha liquidato queste affermazioni come provocazioni senza fondamento.

Le dichiarazioni di Trump, per quanto spesso percepite come provocatorie, sollevano questioni geopolitiche di grande rilevanza. Dal controllo delle rotte commerciali marittime come il Canale di Panama, alla sicurezza strategica rappresentata dalla Groenlandia e dai rapporti con il Canada, il repubblicano sembra intenzionato a rilanciare una politica estera basata su una visione espansionista e su un confronto diretto con rivali come la Cina.

Resta da vedere quanto di queste proposte sarà concretamente perseguito e quanto, invece, resterà una provocazione utile a catalizzare l’attenzione mediatica.

Commenti
Daniele Pirola

Grazie Osvaldo!

Osvaldo Brasca

Trump e pazzo chiacchera e chiacchera Bancarotta 6 volte Sposto 3 volte non rispetta nessuno Saluti da un Novarese residente in Canada dal 22 dicembre 1967.

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