Se davvero Trump andasse fino in fondo si tratterebbe di un cambiamento epocale. La riforma della politica federale sulla marijuana negli Stati Uniti sembra ormai vicina, secondo quanto riportano leader dell’industria della cannabis e insider politici. Il Washington Post ha rivelato che il presidente Donald Trump sta valutando seriamente la riclassificazione della marijuana da sostanza della Tabella I a Tabella III, insieme a farmaci con potenziale di dipendenza ma riconosciuto valore medico.

Se confermata, sarebbe la più grande revisione delle leggi americane sulle droghe dal 1970, con impatti significativi sull’industria della cannabis, oggi un mercato regolamentato da 40 stati e del valore di oltre 32 miliardi di dollari.
Il confronto politico: Trump, Johnson e i leader del settore
Secondo il Post, Trump avrebbe discusso del tema in una telefonata con lo Speaker della Camera Mike Johnson, contrario alla riclassificazione, mentre nel suo ufficio erano presenti dirigenti dell’industria, il segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. e il direttore dei CMS Mehmet Oz.

Nonostante le voci, però, al momento la Casa Bianca, tramite un portavoce, ha dichiarato a Forbes che non è stata ancora presa alcuna decisione definitiva. Anche se della questione se ne parla almeno dalla scorsa estate.
Cosa comporterebbe la riclassificazione della marijuana
Attualmente, la marijuana è considerata una sostanza della Tabella I, insieme a eroina e LSD, ossia droghe senza valore medico riconosciuto.
La Tabella III, invece, include sostanze come ketamina, codeina e steroidi, utilizzabili solo con prescrizione medica.
È importante sottolineare che:
- la riclassificazione non legalizzerebbe la marijuana a livello federale;
- non eliminerebbe il conflitto tra le leggi statali che regolano cannabis medica e ricreativa e la legge federale americana;
- introdurrebbe potenziali cambiamenti nella supervisione da parte della FDA, anche se al momento non è chiaro in quale modalità.
Come si è arrivati a questa possibile svolta
Il percorso verso la riclassificazione è iniziato con l’amministrazione Biden nel 2022, quando il presidente incaricò il Dipartimento della Salute e il Dipartimento di Giustizia di riesaminare lo status federale della marijuana.
Nel 2023, l’HHS concluse che la cannabis ha benefici medici legittimi e raccomandò di spostarla nella Tabella III. Il procedimento si è però arenato per diversi mesi.
Reazioni e scetticismo
Paul Armentano, vice direttore di NORML, invita alla cautela:
“Crederò alla riclassificazione solo quando la vedrò nel registro federale.”
Dall’altro lato, Kevin Sabet — presidente dell’organizzazione anti-legalizzazione Smart Approaches to Marijuana — sostiene che il cambiamento “danneggerebbe la società e soprattutto i giovani”, pur riconoscendo di aver sentito voci insistenti su un possibile annuncio imminente.
Impatti economici: la fine della penalizzazione fiscale 280E
Uno degli effetti più immediati della riclassificazione riguarderebbe le tasse.
Oggi le aziende della cannabis, essendo associate a una sostanza della Tabella I, sono soggette al pesante codice fiscale 280E, che impedisce di dedurre le normali spese operative. Questo comporta un’aliquota effettiva che può raggiungere il 60% del fatturato.
Se la marijuana passasse nella Tabella III:
- le aziende potrebbero applicare le stesse deduzioni fiscali delle altre imprese;
- si libererebbero miliardi di dollari in costi oggi non deducibili;
- il settore potrebbe espandersi con maggiore solidità finanziaria.
Secondo l’avvocato Brian Vicente, esperto di diritto della cannabis, la riclassificazione rappresenterebbe “un cambiamento epocale” con un impatto “massiccio e positivo” sulle migliaia di aziende attive nei mercati legali degli stati.
La reazione della Borsa
Un primo effetto però c’è già stato. Le azioni delle società di cannabis sono balzate venerdì 12 dicembre 2025 dopo che il Washington Post ha riportato la notizia della possibile “apertura”.
Le azioni quotate negli Stati Uniti di Tilray Brands sono aumentate del 28%, mentre SNDL, Canopy Growth e l’ETF AdvisorShares Pure US Cannabis hanno registrato rialzi compresi tra il 13,5% e il 32,5% nelle contrattazioni pre-market.