Donald Trump cambia di nuovo passo sulla guerra in Ucraina. O quanto meno vuol far sembrare che sia così.
Il presidente americano ha annunciato mercoledì 22 ottobre 2025 una nuova ondata di sanzioni (definite addirittura “enormi”) contro i giganti energetici russi Rosneft e Lukoil.
Lancia così un guanto di sfida a Putin, ma senza esagerare. Dopo aver illuso Zelensky è arrivato il no degli Usa ai missili a lungo raggio.
L’impressione è che sia tutta strategia: Trump ha annullato l’incontro a Budapest con Putin perché (lo ha esplicitato) ha capito che non avrebbe “portato a casa” nulla di concreto per ora. Quindi alza la voce sulle sanzioni, ma “accontenta” il Cremlino sui missili tomahawk, nella convinzione che lo spiraglio decisivo per un cessate il fuoco sia finalmente vicino, soprattutto dopo che il presidente Usa ha convinto Zelensky ad accettare che i confini rimangano quelli attuali fotografati dal conflitto.
Trump sfida Putin: sanzioni sul petrolio russo
Il Tycoon è stanco della situazione di stallo ed è per questo che ha deciso di passare all’azione, accusando il Cremlino di non fare abbastanza per mettere fine a una guerra senza senso.
Ma allo stesso tempo, ha escluso ogni invio o autorizzazione di missili a lungo raggio a Kiev, bollando come fake news l’articolo del Wall Street Journal che parlava di un via libera statunitense ai raid ucraini in profondità nel territorio russo.
“Spero che dopo le sanzioni Putin diventi più ragionevole – ha dichiarato Trump – e spero lo diventi anche Zelensky. Il livello di odio tra loro è molto alto, ma per ballare il tango bisogna essere in due”.
“Le conversazioni con lui non portano a nulla”
Le misure annunciate dalla Casa Bianca colpiscono il cuore dell’economia russa: il petrolio.
Secondo il segretario al Tesoro Scott Bessent, si tratta di sanzioni tra le più ingenti mai imposte alla Russia, dirette contro due dei colossi che finanziano lo sforzo bellico del Cremlino.
Trump ha poi spiegato di aver pensato che fosse il momento giusto per agire.
“Ogni volta che parlo con Vladimir le conversazioni sono buone, ma non portano a nulla”.
Le reazione dei mercati
Mentre a Washington venivano annunciate le nuove misure punitive, Mosca mostrava i muscoli con una maxi esercitazione militare che includeva il lancio di missili intercontinentali con capacità nucleare.
Nel frattempo, i mercati globali hanno reagito immediatamente: il Brent è balzato del 2,86% a 64,38 dollari al barile, mentre il WTI nordamericano è salito del 2,89% a 60,19 dollari.
Sanzioni, Ue approva il 19esimo pacchetto
A Bruxelles, la notizia delle sanzioni statunitensi, è stata accolta ovviamente con grande favore. I 27 hanno approvato all’unanimità il 19esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia.
Il nuovo pacchetto colpisce in particolare l’export di gas naturale liquefatto (Gnl) russo e introduce limitazioni alla libertà di movimento dei diplomatici russi nell’Unione.
“Oggi è un grande giorno per l’Europa e per l’Ucraina – ha commentato il ministro danese Lars Løkke Rasmussen – l’impatto sarà concreto”.
La commissaria europea Marta Kos ha aggiunto che dobbiamo continuare a fare pressione sulla Russia e allo stesso tempo aiutare l’Ucraina nella ricostruzione.
Anche Ursula von der Leyen ha espresso il proprio sostegno alla linea americana.
“Le sanzioni del Tesoro Usa contro le compagnie petrolifere russe sono un chiaro segnale di unità transatlantica. Continueremo a esercitare una pressione collettiva sull’aggressore”.
Il post di von der Leyen:
Appreciated this evening’s call with @SecScottBessent and the Treasury decision to sanction major Russian oil companies in the face of Russia’s lack of commitment to the peace process.
With the imminent adoption of the EU’s 19th package, this is a clear signal from both sides…
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) October 22, 2025
Oggi Zelensky al vertice dell’Unione Europea
Dopo l’approvazione delle sanzioni, oggi si terrà un nuovo vertice dell’Unione Europea a Bruxelles a cui parteciperà il presidente ucraino. Volodymyr Zelensky chiederà nuovo sostegno politico e militare.
Le conclusioni sul dossier ucraino saranno approvate da 26 Stati membri, con la consueta eccezione dell’Ungheria, mentre i leader europei tenteranno di trovare un accordo sull’uso dei beni russi congelati e su un prestito da 140 miliardi di euro per sostenere il bilancio e la difesa dell’Ucraina.
Ucraina pronta a congelare i confini
“L”Ucraina è l’unica parte seriamente intenzionata a raggiungere la pace ed è sotto gli occhi di tutti che Putin continua a scegliere la violenza e la distruzione”, hanno dichiarato congiuntamente i principali leader europei.
Per arrivare alla pace, Kiev sarebbe anche disposta a congelare gli attuali confini del fronte.
Per il capo della Casa Bianca, il punto di partenza dei negoziati è infatti il congelamento del fronte e – naturalmente – lo stop ai combattimenti.
Niente missili a lungo raggio per Kiev
Come anticipato, però, Trump ha voluto chiarire che gli Stati Uniti non hanno approvato alcun uso di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina.
“L’articolo del Wall Street Journal è una fake news – ha scritto su Truth – Gli Stati Uniti non hanno nulla a che fare con quei missili o con ciò che l’Ucraina ne fa”.
La smentita di Trump:
La posizione della Casa Bianca sembra dunque oscillare tra pressione economica su Mosca e cautela militare, evitando mosse che possano far deragliare un fragile equilibrio.
Trump: “Con Xi parleremo di Russia e Ucraina”
Trump ha poi aggiunto di essere intenzionato a coinvolgere un altro attore fondamentale per arrivare alla pace ed è ovviamente la Cina.
Il presidente americano annunciato che la prossima settimana sarà in Malesia, Giappone e Corea del Sud. E proprio in Corea del Sud incontrerà il presidente cinese Xi Jinping.
“Penso che Xi possa avere una grande influenza su Putin. E parleremo sicuramente di Russia e Ucraina”, ha dichiarato.
La Cina, nel frattempo, si è schierata contro la decisione degli Usa di sanzionare Mosca.
La guerra continua a mietere vittime
Mentre la diplomazia si muove tra sanzioni e accuse incrociate, la guerra continua a mietere vittime.
In una sola notte, 405 droni e 28 missili russi hanno colpito diverse regioni ucraine, tra cui Kiev e Kharkiv. Sette i morti, tra cui due bambini, e decine i feriti.
Le immagini dei vigili del fuoco che portano in salvo i piccoli fuori da un asilo bombardato sono diventate il simbolo dell’ennesima tragedia civile di un conflitto che, a oltre mille giorni dall’invasione, non mostra spiragli di tregua.