Trump sente Zelensky: "Ottimo colloquio". Ora, dopo la telefonata, l'incontro con Putin in Arabia
Il numero uno di Kiev dice che col tycoon la pace è possibile "entro l'anno". Scambio di 175 prigionieri per parte

Dopo la lunga conversazione con il presidente russo Vladimir Putin, il presidente americano Donald Trump ha avuto un colloquio telefonico di circa un'ora con il leader ucraino Volodymyr Zelensky, esprimendo ottimismo sulle possibilità di pace in vista dei prossimi colloqui previsti per domenica in Arabia Saudita.
Soddisfazione da ambo le parti
Entrambi i presidenti hanno espresso la propria soddisfazione sull'esito della telefonata sui social. Trump ha dichiarato in un post sul suo social Truth di essere "sulla buona strada", definendo l'incontro con Zelensky "ottimo".
"Ho appena completato un'ottima telefonata con il presidente ucraino Zelensky. È durata circa un'ora. Gran parte della discussione si è basata sulla chiamata fatta ieri con il presidente Putin al fine di allineare sia la Russia che l'Ucraina in termini di richieste e bisogni. Siamo sulla buona strada e chiederò al Segretario di Stato Marco Rubio e al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz di fornire una descrizione accurata dei punti discussi. Tale dichiarazione sarà emessa a breve", ha scritto Trump.
Il presidente ucraino Zelensky ha confermato il carattere "franco" e "sostanziale" della conversazione, sottolineando l'impegno congiunto di Ucraina e Stati Uniti per una risoluzione definitiva del conflitto.
I had a positive, very substantive, and frank conversation with President of the United States Donald Trump @POTUS. I thanked him for a good and productive start to the work of the Ukrainian and American teams in Jeddah on March 11—this meeting of the teams significantly helped… pic.twitter.com/JFBd5EeIkg
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) March 19, 2025
"Abbiamo concordato che l'Ucraina e gli Stati Uniti dovrebbero continuare a lavorare insieme per raggiungere una vera fine alla guerra e una pace duratura. Crediamo che insieme all'America, al Presidente Trump e sotto la guida americana, si possa raggiungere una pace duratura quest'anno", ha scritto Zelensky su X.
"Il presidente Trump ha condiviso i dettagli della sua conversazione con Putin e le questioni chiave discusse. Uno dei primi passi verso la fine completa della guerra potrebbe essere la fine degli attacchi all'energia e ad altre infrastrutture civili. Ho sostenuto questo passo e l'Ucraina ha confermato che siamo pronti a implementarlo", ha aggiunto il presidente ucraino su X.

"I team ucraini e americani sono pronti a incontrarsi in Arabia Saudita nei prossimi giorni per continuare a coordinare i passi verso la pace. Abbiamo incaricato i nostri consulenti e rappresentanti di svolgere questo lavoro il più rapidamente possibile. Ho ringraziato il Presidente Trump e il popolo americano per il loro sostegno. Ho sottolineato che gli ucraini vogliono la pace, motivo per cui l'Ucraina ha accettato la proposta di un cessate il fuoco incondizionato", ha concluso Zelensky.
Tra i temi discussi, i due leader hanno esaminato anche la situazione nella regione russa di Kursk e concordato una condivisione di informazioni tra i rispettivi stati maggiori della difesa per monitorare l'evolversi della situazione sul campo di battaglia.
La nota degli Usa sul colloquio con Zelensky
Dal colloquio sono emersi alcuni punti chiave, sintetizzati in una nota ufficiale del Dipartimento di Stato americano, come anticipato dallo stesso Trump nel suo post su Truth. Il presidente degli States si è impegnato a supportare Zelensky nell'ottenere nuovi sistemi di difesa aerea, in particolare batterie "Patriot", sebbene non direttamente dalle riserve del Pentagono.
Un altro punto cruciale riguarda la sicurezza energetica dell'Ucraina. Trump ha proposto che gli Stati Uniti assumano un ruolo attivo nella gestione delle centrali elettriche e nucleari ucraine, suggerendo che "la proprietà americana di queste infrastrutture rappresenterebbe la miglior protezione per l'energia ucraina". Tuttavia, non sono stati specificati i dettagli su come Washington potrebbe acquisire o gestire tali impianti.

Durante la conferenza stampa successiva alla telefonata, Zelensky ha rivelato di aver discusso con Trump del possibile controllo americano sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente sotto occupazione russa. "Abbiamo parlato solo di questa centrale", ha precisato il leader ucraino, smentendo qualsiasi pressione da parte di Trump per concessioni territoriali in cambio della pace.
Il presidente americano ha inoltre promesso di lavorare per il ritorno in patria dei bambini ucraini deportati, una questione centrale per Zelensky e il suo governo. Dal canto suo, Kiev ha accettato di interrompere gli attacchi alle infrastrutture energetiche e civili russe, rispondendo alla proposta russa di una tregua parziale. "Gli ucraini vogliono la pace, motivo per cui l'Ucraina ha accettato il cessate il fuoco incondizionato proposto dagli Stati Uniti a Gedda la scorsa settimana", ha dichiarato Zelensky.
Completato lo scambio di prigionieri tra Ucraina e Russia
Sul piano militare, le tensioni restano alte. Mosca ha denunciato cinque offensive ucraine respinte nella regione di Belgorod, affermando di aver abbattuto 57 droni ucraini su quattro regioni russe e sul Mar d'Azov. Da parte sua, Kiev ha accusato Mosca di aver lanciato due missili balistici Iskander-M, quattro missili antiaerei S-300 e 145 droni contro il sistema elettrico che alimenta le ferrovie nella regione di Dnipropetrovsk.

Nonostante le ostilità, lo scambio di 175 prigionieri di guerra per parte, concordato dopo il colloquio tra Trump e Putin, è stato completato con successo. Mosca ha inoltre restituito a Kiev 22 prigionieri "seriamente feriti", necessitanti di cure mediche urgenti, come "gesto di buona volontà".
Ora, con il dialogo tra le parti aperto, l'attenzione si sposta sull'incontro tra Trump e Putin in Arabia Saudita in programma nei prossimi giorni. La possibilità di una svolta diplomatica verso una tregua esiste, ma restano molte incognite sul futuro del conflitto.