Proprio nel momento in cui il Mondo prendere sempre più coscienza di come Israele stia oltrepassando ogni limite anche guardando ai dettami del Diritto Internazionale, l’ultimo colpo di scena “mediatico” sulla drammatica situazione nella striscia di Gaza arriva dal presidente degli Stati Uniti.
Sì, perché Donald Trump con una dichiarazione che senz’altro porterà discussioni e polemiche ha di fatto ribaltato la prospettiva di quanto avvenuto e sta avvenendo in Medio Oriente.

La versione di Trump: “Genocidio sì, ma durante la strage di israeliani”
Ecco allora che come detto le ultime esternazioni del numero uno della Casa Bianca sono destinate a sollevare un polverone di polemiche anche alla luce delle notizie che arrivano in queste ore proprio da Gaza.
Perché il presidente Usa ha commentato riferendosi alla sanguinosa e drammatica situazione che caratterizza ormai da tempo il Medio Oriente.
Nella fattispecie le parole di Trump sono arrivate a margine delle conclusioni della Commissione delle Nazioni Unite e del genocidio che viene imputato a Israele.
Ma appunto Trump ha spiazzato tutti:
“Il genocidio è quello commesso da qualcuno il 7 ottobre, è quello relativo alla strage compiuta da Hamas e Jihad Islamica in Israele nel 2023, con oltre 1.200 vittime”.
Una presa di posizione forte che si inserisce nel più ampio dibattito su ciò che costituisce “genocidio”, sul fronte morale e legale, e su come le diverse parti percepiscono la responsabilità nei conflitti israelo-palestinesi.
E in questo dibattito implicitamente si esclude o si nega che altre azioni successive possano essere altrettanto classificate come tali, concentrandosi su quella data, appunto sul 7 ottobre 2023.
Il punto della situazione del presidente Usa: il rebus ostaggi
Il presidente Trump ha poi affermato che a Gaza ci sono “tra 32 e 38 ostaggi deceduti, molti dei quali sono giovani”.
Poi ha aggiunto che “forse ci sono 20 ostaggi ancora vivi che verranno rilasciati”.
Poi più in generale il numero uno della Casa Bianca ha osservato:
“In guerra accadono molte cose strane. Si verificano molti risultati che non avresti mai pensato potessero verificarsi”.
Il Portogallo riconoscerà lo Stato di Palestina
Nel frattempo, in queste ore, è arrivata anche la conferma ufficiale che il Portogallo, proprio domani domenica 21 settembre 2025, riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina, poco prima dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Con il Portogallo, sono dieci in tutto i paesi che intendono riconoscere la Palestina durante la settimana clou dell’Assemblea generale.
Hanno annunciato l’avvio della procedura anche Andorra, Australia, Belgio, Canada, Lussemburgo, Malta, Regno Unito e San Marino.
LEGGI ANCHE: Tajani: “Aderiamo alla dichiarazione Onu per costruire lo Stato di Palestina ma non lo riconosciamo”
La fuga da Gaza, via 450mila persone
Intanto, la situazione a Gaza rimane tesa e drammatica.

Secondo quanto riportato dalla Protezione Civile sono 450.000 le persone fuggite dalla città di Gaza verso il sud della Striscia dalla fine di agosto, quando Israele ha lanciato la nuova offensiva.
Lo ha riferito in queste ore Mohamed al-Mughayir, funzionario della Protezione civile nella Striscia.
Ma a preoccupare, sempre secondo gli ultimi aggiornamenti, sono i report sui morti, anche bambini.
L'orrore a Gaza, ancora sangue e morti (anche bambini)
Fonti palestinesi segnalano infatti intensi raid aerei israeliani su varie zone di Gaza City, descrivendo un vero e proprio “anello di fuoco” attorno alla città.
E del resto, anche i media israeliani confermano che l’Idf sta conducendo bombardamenti massicci, con numerose esplosioni rilevate in diversi quartieri.
Secondo quanto riportato da Al Jazeera, almeno otto persone sarebbero rimaste uccise nel crollo di un’abitazione situata nei pressi della Banca di Palestina, nel quartiere di Tal al-Hawa.
Ulteriori vittime si registrano in seguito a un attacco contro una scuola di Gaza City: due bambini hanno perso la vita e diversi altri sono rimasti feriti.
Fonti mediche dell’ospedale al-Shifa sostengono che l’edificio scolastico era stato adibito a rifugio per civili.