Trump: "Non cerco un incontro con Xi, vado in Cina solo se mi invita"
Il presidente Usa bolla come fake news le indiscrezioni che lo vorrebbero in procinto di trattare con Pechino

Nessuna apertura vera e propria e soprattutto nessun incontro in vista tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping. Lo ribadisce il tycoon, smentendo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi.
Trump: "Non cerco un incontro con Xi"
"Le fake news riportano che io cerchi un vertice con il presidente cinese. Non è corretto, non sto cercando nulla. Potrei andare in Cina, ma solo su invito del presidente Xi. Altrimenti, nessun interesse", scrive Trump in un post sul suo social Truth.
Mentre con l’Unione europea è arrivato l'accordo sui dazi e i rapporti commerciali si sono acquietati una volta per tutte, il rapporto tra Washington e Pechino rimane sempre più complicato.
Eppure, nonostante la smentita, il dialogo tra Stati Uniti e Cina non si è mai interrotto e sembra aver imboccato una fase di maggiore distensione.
Nuovo round di colloqui tra Usa e Cina
A partire da lunedì 28 luglio 2025, le due delegazioni hanno avviato a Stoccolma un nuovo round di colloqui. A rappresentare gli Stati Uniti, il segretario al Tesoro Scott Bessent. Per la Cina, il vicepremier He Lifeng.

Dopo mesi di tensioni, il clima è apparso più sereno rispetto ai precedenti incontri e sembra ci sia l'interesse di tornare, in parte, a venirsi incontro. Il flusso delle tanto agognate terre rare - materie prime fondamentali per l'industria tecnologica - dalla Cina verso gli Usa è ripreso.
Dall’altra parte, la Casa Bianca ha rimosso alcune restrizioni sull’export di software avanzati e chip Nvidia verso Pechino. Si tratta di due concessioni significative.
La distensione nei rapporti
Il cambiamento è percepibile anche nei toni. Fino a pochi mesi fa, Trump accusava la Cina di pratiche commerciali scorrette.
"Spero che la Cina apra il suo mercato", si è limitato a dichiarare alla vigilia del nuovo summit.
Anche Xi Jinping ha adottato una retorica meno aggressiva e sta evitando di parlare di “bullismo protezionista”, un’espressione che ha ripetuto più volta parlando della politica commerciale statunitense.
Prevista una proroga sui dazi
A Stoccolma, il faccia a faccia prosegue anche oggi. Secondo fonti vicine ai negoziati, la priorità sarà prorogare la tregua sui dazi.
Il South China Morning Post anticipa che si va verso un’estensione di 90 giorni, un compromesso utile a guadagnare tempo senza cedere terreno.
E anche se le voci su di un accordo e una possibile visita di Trump in Cina tra ottobre e novembre sono state smentite, continua il cauto avvicinamento tra le due super potenze.