Trump: "Israele e Iran hanno già violato il cessate il fuoco"
Netanyahu chiede un raid dimostrativo dell'Idf su Teheran

A poche ore dall’annuncio del cessate il fuoco tra Israele e Iran da parte del presidente statunitense Donald Trump, le speranze di una tregua duratura sembrano già svanite. Entrambe le parti si accusano reciprocamente di aver violato l’accordo, mentre Trump – intervenuto pubblicamente e sui social – ha espresso profonda insoddisfazione, soprattutto nei confronti di Israele.
La condanna di Trump
"Israele, non sganciate quelle bombe. Se lo farete, sarà una violazione grave. Riportate i vostri piloti a casa, ora!", ha scritto Trump in lettere maiuscole sul suo social Truth, tentando di fermare una nuova escalation.
Il tycoon ha riferito di aver parlato telefonicamente con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che gli avrebbe garantito un "attacco simbolico" e non offensivo, definito da Trump come un semplice “saluto amichevole all’Iran”.
Nonostante ciò, l’aviazione israeliana ha comunque condotto un raid mirato contro un radar militare iraniano a nord di Teheran, in risposta al lancio di due missili balistici iraniani verso Israele, avvenuto – secondo fonti di Tel Aviv – dopo l’entrata in vigore della tregua. L’Iran, da parte sua, ha negato il lancio dei missili, parlando invece di un’aggressione israeliana che ha colpito il proprio territorio ben tre volte dalla mattina. Il Consiglio di Sicurezza iraniano ha reso noto che le forze armate della Repubblica islamica sono pronte a rispondere con fermezza a qualsiasi ulteriore attacco.
"Sono due Paesi che stanno combattendo da così tanto tempo e così duramente che non sanno cosa stanno facendo", ha dichiarato il presidente americano ai giornalisti prima di partire per il vertice NATO all’Aja. "
"Ora Israele sta per colpire l’Iran a causa di un razzo che non è atterrato da nessuna parte. Devo far calmare Israele adesso", ha aggiunto.
Il presidente ha inoltre assicurato che l’Iran non ricostruirà mai più il proprio programma nucleare, affermando che le sue capacità in materia sono state "spazzate via". A una domanda diretta su una possibile ripresa del nucleare da parte di Teheran, Trump ha risposto seccamente: "Assolutamente no".
Una tregua fragile, tra minacce e diplomazia
L’annuncio del cessate il fuoco da parte di Trump era arrivato nella mattinata, dopo un colloquio telefonico con Netanyahu. Il presidente lo aveva definito "una vittoria per il mondo" e aveva auspicato che "il futuro di Israele e dell’Iran sia pieno di grandi promesse".
Ma i segnali sul campo sono apparsi fin da subito contraddittori: le sirene d’allarme hanno cominciato a suonare nel nord di Israele, segnalando razzi in arrivo, mentre in Libano, nella base Unifil di Shama, sono stati uditi boati all’alba.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha reagito minacciando ritorsioni pesanti: "Risponderemo con forza alla violazione del cessate il fuoco da parte dell’Iran con attacchi intensi nel cuore di Teheran".

Nel frattempo, si moltiplicano le iniziative diplomatiche. Il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha offerto Roma come possibile sede di nuovi colloqui di mediazione.
"Siamo ancora fiduciosi – ha detto – che si possa tornare a una tregua duratura".
Tajani ha anche confermato l’arrivo al confine tra Iran e Azerbaigian di un convoglio con circa ottanta italiani bloccati in Iran dall’inizio delle ostilità.
In Aula al Senato, anche la premier italiana Giorgia Meloni ha commentato l’evolversi della situazione.
"Lo scenario si è complicato dopo la violazione della tregua da parte dell’Iran, ma va registrato che Teheran ha poi ribadito la volontà di rispettarla, segnale di una possibile divisione interna su cui possiamo lavorare". L’Italia, ha aggiunto Meloni, "continuerà a muoversi come interlocutore di fiducia per tutte le parti".