VERTICE TESO

Trump incontra Zelensky e frena sui Tomahawk: “Guerra finisca senza”

Il presidente USA: "Lasciamo che sia la storia a decidere". Zelensky: "Non ha detto di no, ma per oggi non ha detto sì"

Trump incontra Zelensky e frena sui Tomahawk: “Guerra finisca senza”

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha invitato l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky a “fermare le uccisioni e fare un accordo” con la Russia, raffreddando le speranze di Kiev di ottenere i missili da crociera Tomahawk.

Dopo un incontro durato oltre due ore alla Casa Bianca, il tycoon ha ribadito la necessità di porre fine alla guerra, proponendo che le forze si fermino sull’attuale linea del fronte e “che sia la storia a decidere chi ha vinto”.

Zelensky, che ha definito i colloqui “cordiali”, ha riconosciuto che Washington non ha dato il via libera alle armi richieste:

Non ha detto di no, ma per oggi non ha detto sì”.

Il leader ucraino ha insistito sull’importanza dei Tomahawk, sottolineando che “la Russia ha paura di questi missili a lungo raggio”, ma ha ammesso di essere “realista” sulla possibilità di ottenerli.

L’incontro teso alla Casa Bianca

L’incontro, descritto da fonti di Axios come “teso”, si è svolto nella Cabinet Room, in un clima meno formale rispetto ai precedenti colloqui ufficiali. Trump, accompagnato dalla first lady Melania, ha ricevuto Zelensky dopo una lunga telefonata con Vladimir Putin, durante la quale ha concordato un vertice a Budapest tra due settimane.

“Penso che abbiamo finito. Vediamo cosa succede la prossima settimana”, ha detto Trump congedandosi dal presidente ucraino, riferendosi proprio all’appuntamento con il leader del Cremlino.

Durante il faccia a faccia, Trump ha ribadito che la fornitura dei Tomahawk “sarebbe un’escalation”, aggiungendo che “servono anche agli Stati Uniti”. Ha assicurato tuttavia che “ci sono ottime chance che la guerra possa finire rapidamente, anche senza che l’Ucraina abbia bisogno dei Tomahawk”.

Zelensky, da parte sua, ha presentato a Trump “la mappa” dei potenziali obiettivi militari in Russia, sostenendo che quei missili permetterebbero a Kiev di colpire infrastrutture strategiche e costringere Putin a trattare. Ma Trump ha mantenuto una posizione rigida:

“Darli a Kiev sarebbe un’escalation, e poi anche noi ne abbiamo bisogno. Non vogliamo dare via cose che servono per la nostra difesa”.

Nonostante le divergenze, Zelensky ha espresso fiducia nelle intenzioni del presidente americano:

“Ci fidiamo degli Stati Uniti e del presidente Trump, che vuole far finire la guerra. Spero che gestisca questa situazione come ha fatto in Medio Oriente”.

Tuttavia, ha ribadito che “Putin non è pronto per la pace”, in contrasto con l’ottimismo di Trump, secondo cui “lo zar vuole porre fine alla guerra”.

Il presidente americano ha spiegato che il vertice di Budapest sarà “a due, escludendo per ora la partecipazione diretta di Kiev, ma garantendo che Zelensky “rimarrà in contatto”. Nel corso della conferenza congiunta, ha persino accennato a una proposta di “tunnel di collegamento tra Stati Uniti e Russia”, il cosiddetto “tunnel Trump-Putin”, definendola “un’idea interessante”.

Trump: “Lasciamo che sia la storia a decidere”

Nel suo messaggio su Truth Social, Trump ha riassunto così la posizione americana:

“Ho detto a Zelensky, come a Putin, che è ora di smettere di uccidere e di raggiungere un accordo. È stato versato abbastanza sangue. Lasciamo che entrambi rivendichino la vittoria e che sia la storia a decidere”.

Per ora, però, nessuna promessa sui missili.

“Speriamo non ce ne sia bisogno”, ha detto Trump, prima di partire per la Florida. “Preferiremmo di gran lunga che la guerra finisse senza pensare ai Tomahawk. Non siamo qui per vendere armi, siamo qui per farla finire”.

Zelensky ha lasciato Washington confermando la disponibilità a negoziare “in qualsiasi formato, bilaterale o trilaterale”, ma ribadendo che l’Ucraina “ha bisogno di garanzie di sicurezza e di strumenti di difesa”.

“Siamo pronti a parlare, ma la nostra terra è essenziale: è parte della nostra indipendenza”, ha dichiarato.