Donald Trump ha confermato di aver “preso una decisione” sull’invio dei missili da crociera Tomahawk a Kiev, ma ha precisato che prima di procedere vuole “capire come verranno usati” per evitare “ogni rischio di escalation”.
“Ho già deciso, più o meno”, ha detto il presidente americano nello Studio Ovale, rispondendo ai giornalisti. “Credo di voler scoprire cosa ne stanno facendo, dove li stanno mandando. Immagino che dovrei porre questa domanda”, ha aggiunto, sottolineando di non aspettarsi un aggravamento del conflitto: “Non mi aspetto un’escalation”.
Le parole di Trump arrivano dopo una delle notti più violente dall’inizio dell’invasione russa su larga scala, con bombardamenti su Leopoli, Poltava, Kherson e Kharkiv, e un nuovo record di droni intercettati da Mosca.
Kherson e Kharkiv: ancora attacchi e vittime
Nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 ottobre 2025, la Russia ha colpito la regione di Leopoli, nel cuore dell’Ucraina occidentale. Le autorità locali riferiscono di cinque vittime, tra cui una ragazza di 14 anni, e almeno 18 feriti. Diversi distretti della città sono rimasti senza corrente elettrica dopo che le bombe hanno danneggiato le infrastrutture energetiche. Tra i testimoni anche 110 pacifisti italiani del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta (Mean), che viaggiavano su un treno da Kharkiv verso il confine polacco.

Un’altra notte di bombardamenti russi – tra il 6 e martedì 7 ottobre 2025 – ha colpito la regione di Kherson, dove una persona è morta e 18 sono rimaste ferite, secondo quanto riferisce Ukrinform. A Kharkiv, testimoni segnalano esplosioni e incendi in più quartieri della città.
Nella regione di Poltava, droni russi hanno colpito edifici amministrativi e un impianto energetico, provocando vasti incendi. Sedici mezzi di emergenza e 64 soccorritori sono stati mobilitati per spegnere le fiamme, secondo quanto riferisce il Servizio di Emergenza Statale dell’Ucraina.
Il governo ucraino ha poi denunciato nuovi raid russi vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, già senza alimentazione esterna da quasi due settimane.
“La creazione intenzionale di rischi attorno alla più grande centrale d’Europa minaccia una catastrofe nucleare su scala continentale”, ha dichiarato il ministero degli Esteri di Kiev.
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), i bombardamenti nelle immediate vicinanze dell’impianto “rappresentano una deliberata provocazione”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato l’uso combinato di oltre 50 missili e 500 droni negli ultimi raid russi:
“La Russia continua a martellare in maniera incessante il nostro territorio. Purtroppo cinque persone sono state uccise”, ha detto. “Abbiamo bisogno di maggiore protezione e di una più rapida attuazione di tutti gli accordi di difesa, soprattutto in materia di difesa aerea”.
Mosca: “Abbattuti 251 droni ucraini”
Il ministero della Difesa russo ha invece riferito di aver intercettato nella notte 251 droni ucraini, in quello che definisce “uno dei più grandi attacchi aerei di Kiev” dall’inizio del conflitto. Secondo Mosca, 40 droni sarebbero stati distrutti sopra la Crimea, 62 sul Mar Nero e decine nelle regioni di Kursk e Belgorod.
A Belgorod, oltre 40.000 residenti sono rimasti senza elettricità dopo un attacco ucraino alla rete energetica. Due civili sono morti in un successivo raid missilistico, ha riferito il governatore Vyacheslav Gladkov.

Dal forum del Discussion Club di Valdaj, il presidente russo Vladimir Putin ha rivendicato “progressi significativi” sul fronte:
“Le Forze Armate russe hanno liberato oltre 609 chilometri quadrati di territorio a settembre. Controlliamo due terzi di Kupyansk, siamo penetrati a Pokrovsk, Konstantinovka e Seversk, e manteniamo l’iniziativa lungo tutta la linea del fronte”.
Putin ha poi avvertito Washington: l’invio dei Tomahawk a Kiev “porterebbe alla distruzione del trend positivo emergente” nei rapporti bilaterali.