Donald Trump accelera sulla sua road map per la guerra in Ucraina. Dopo l’incontro ad Anchorage con Vladimir Putin, il presidente americano ha informato i leader europei e Volodymyr Zelensky dell’intenzione di convocare un vertice trilaterale già il 22 agosto. Un incontro “veloce”, secondo le fonti citate da Axios, che dovrebbe sancire l’avvio di un negoziato diretto tra i tre protagonisti del conflitto più grave in Europa dal 1945.
La novità più rilevante è il cambio di linea del tycoon: entrato al vertice con Putin con l’obiettivo di ottenere un cessate il fuoco immediato, Trump ne è uscito sposando la prospettiva russa di un accordo di pace rapido, fondato però su concessioni territoriali da parte di Kiev.
Le condizioni di Putin
Secondo le ricostruzioni dei media americani ed europei, Putin avrebbe chiesto agli Stati Uniti di farsi garanti di un’intesa che preveda la cessione alla Russia dell’intero Donbass (Donetsk e Luhansk), oltre al riconoscimento delle quattro regioni annesse nel 2022 – Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Luhansk – e della Crimea. In cambio, Mosca congelerebbe il fronte meridionale e si impegnerebbe a non espandere ulteriormente l’offensiva.

Il Cremlino si è inoltre detto disposto a discutere di garanzie di sicurezza per Kiev, a patto che non prevedano la presenza di truppe Nato: nella sua proposta, potrebbe invece avere un ruolo la Cina.
Il calcolo di Trump
Trump, riferiscono fonti ucraine, avrebbe riconosciuto la necessità di offrire garanzie simili all’articolo 5 della Nato, ma al di fuori dell’Alleanza atlantica. Una soluzione che piace poco a Kiev e agli alleati europei, ma che permetterebbe al presidente americano di presentarsi come l’artefice di un “accordo di pace storico”.
Resta l’incognita su come reagirà Zelensky, che lunedì 18 sarà a Washington per un faccia a faccia alla Casa Bianca: sarà il bilaterale con il leader ucraino a decidere se il trilaterale con Putin potrà davvero tenersi entro la prossima settimana.