Trump chiama, Netanyahu corre: il premier di Israele vola negli Usa
Oggi l’incontro: si parlerà di commercio, ma anche della situazione a Gaza

Una telefonata improvvisa di Donald Trump ha stravolto l’agenda di Benyamin Netanyahu. Il premier israeliano, atteso a Washington la prossima settimana, ha anticipato il viaggio e ha lasciato direttamente Budapest, dove era in visita da Viktor Orban, senza rientrare in Israele. Oggi pomeriggio, i due leader si incontreranno alla Casa Bianca per parlare di commercio e della situazione a Gaza.
Il vertice a Washington
La mossa di Trump evidenzia l'urgenza percepita dallo stesso presidente degli Stati Uniti. Un alto funzionario del governo israeliano, in viaggio con la delegazione, ha dichiarato ai giornalisti di "non avere idea di cosa Trump voglia dirci con così tanta fretta".

Secondo l’ufficio di Netanyahu, i dossier in agenda includono il ritorno degli ostaggi, la minaccia iraniana, le relazioni con la Turchia, le azioni contro la Corte penale internazionale, oltre al tema dei dazi sulle esportazioni israeliane negli Stati Uniti, attualmente al 17%.
Durante l’incontro previsto per oggi alla Casa Bianca, Trump e Netanyahu rilasceranno dichiarazioni congiunte che potrebbero chiarire gli obiettivi di questo vertice. Il premier israeliano incontrerà anche il segretario al Commercio Howard Lutnick. Per Netanyahu infine, niente soggiorno prolungato negli Stati Uniti: mercoledì dovrà rientrare a Gerusalemme per partecipare all’udienza del processo in cui è imputato per corruzione e frode.

Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno intensificato la loro presenza militare nella regione: sei bombardieri strategici B-2, con capacità stealth e armamento nucleare, sono stati inviati sull’isola di Diego Garcia. Una chiara mossa intimidatoria legata, secondo gli analisti, al possibile ritorno a un negoziato con l’Iran sul nucleare — ma anche alla minaccia di un’azione militare se l’intesa non dovesse concretizzarsi.
A Gaza intanto la guerra continua
Sul fronte della Striscia di Gaza, le operazioni dell’IDF proseguono con intensità. Nelle ultime 24 ore, l’aeronautica israeliana ha colpito numerosi obiettivi soprattutto nel sud e nel centro dell’enclave. Secondo fonti della protezione civile di Hamas, almeno 44 persone sono rimaste uccise tra sabato notte e domenica.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant continua a sostenere la necessità di mantenere alta la pressione militare, anche in vista del summit internazionale per il cessate il fuoco che si terrà al Cairo lunedì 7 e martedì 8 aprile 2025, con la partecipazione di al-Sisi, presidente della Repubblica egizian, Macron, presidente francese, e re Abdallah II, monarca del Regno Hascemita di Giordania.
In un documento diffuso in queste ore, il ministro Israel Katz ha accusato formalmente Teheran di essere coinvolta nei fatti del 7 ottobre, mostrando una presunta richiesta di finanziamento da 500 milioni di dollari avanzata da Sinwar e Deifal capo dei Pasdaran per un piano di distruzione di Israele entro due anni.