Trump all'Europa: "Non ci volete bene, volete soldi dalle nostre società, come Apple e Google"
Fra le accuse al Vecchio Continente, anche quella di essere paralizzato dalla burocrazia
Un accordo tra Mosca e Kiev, i rapporti con la Cina, la minaccia di dazi e le rivendicazioni contro l'Ue. Con il suo intervento in videoconferenza Donald Trump manda un messaggio all'elite globale di Davos indicando le priorità della sua agenda. Il presidente americano è tornato a promettere "un'età dell'oro" grazie a un'azione "rapida" per affrontare e risolvere i "disastri ereditati da un gruppo di inetti"; ha chiesto all'Opec di spingere al ribasso i prezzi del petrolio e alle banche centrali di tagliare "immediatamente" i tassi di interesse.
Il repubblicano ha puntato il dito conto l'Ue. "Ci tratta molto male e ingiustamente", ha lamentato riferendosi alle "centinaia di miliardi di dollari" di disavanzo commerciale che gli Stati Uniti hanno nei confronti dell'Europa. Non manca un attacco a Bruxelles per il trattamento riservato ai colossi di big tech, da Apple a Meta passando per Google.
Trump a Davos attacca l'Europa: "ci maltratta"
Nel suo videocollegamento a Davos, in Svizzera, il neoeletto presidente a stelle e strisce ha toccato diversi argomenti: dal Green Deal, qualificato come un colosso imbroglio, alla sua intenzione di mettere fine alla guerra in Ucraina.
Il nodo dei rapporti con l'Europa è stato fra le colonne portanti dello speech del tycoon, che non ci è andato per il sottile, accusando - fra le altre cose - il Vecchio Continente di essere paralizzato dalla burocrazia:
"Dopo aver citato il Canada - con il quale "non possiamo continuare ad avere questi livelli di deficit commerciale" -,Trump ha puntato il dito conto l'Ue. "Ci tratta molto male e ingiustamente", ha lamentato riferendosi alle "centinaia di miliardi di dollari" di disavanzo commerciale che gli Stati Uniti hanno nei confronti dell'Europa. "Faremo qualcosa al riguardo", ha assicurato. Il presidente è poi ricorso ad alcune esperienze personali per criticare l'Europa. Ha ricordato di come quando "ancora faceva una vita semplice" e si è occupato di un progetto in Irlanda: "Mi dissero che ci sarebbe voluti cinque o sei anni" per le autorizzazioni, "non credo alla fine di aver presentato la domanda". Un esempio che lo ha spinto a esortare l'Ue ad "accelerare i suoi tempi", aggiungendo: "Amo l'Europa e voglio essere costruttivo".
In difesa delle Big Tech
Non è mancato l'attacco a Bruxelles per il trattamento riservato ai colossi di big tech, da Apple a Meta passando per Google. I proprietari di questi colossi si erano schierati in prima fila il giorno del suo insediamento: da Mark Zuckerberg a Jeff Besos, oltre all'immancabile Elon Musk, come a suggellar una nuova era di interessi comuni.
"Vogliono da loro miliardi di dollari", ha detto riferendosi alle multe imposte, ritenute una "forma di tassazione. Queste sono aziende americane, che piaccia o meno, e non dovrebbero farlo".
Ha tuonato Trump, ribadendo - ancora una volta - il suo leitmotiv: "America first".