Incredibile in Spagna

Treni troppo larghi per le gallerie: in Spagna si dimette la sottosegretaria ai Trasporti

Una commessa da 258 milioni di euro che arriverà in ritardo perché nessuno ha controllato le misure...

Treni troppo larghi per le gallerie: in Spagna si dimette la sottosegretaria ai Trasporti
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Una vicenda incredibile, semplicemente pazzesca. Quando critichiamo le tante bizzarrie del nostro Paese spesso non pensiamo che altrove le cose non vanno molto meglio. E che i governanti commettono errori clamorosi anche fuori dai nostri confini. Un caso emblematico arriva dalla Spagna, dove la sottosegretaria ai Trasporti si è dimessa dopo averne commesso uno davvero assurdo:  31 treni nuovissimi e confortevoli erano infatti pronti a essere costruiti e a prendere servizio entro il prossimo anno sulla rete locale della Cantabria e delle Asturie. Peccato che da un ultimo controllo sono risultati... troppo larghi per passare nelle gallerie.

Spagna, treni troppo larghi per le gallerie

Sì, avete capito bene. Un errore da matita rossa, dilettantesco verrebbe da dire. Eppure è successo. Ed è costato la "testa" non solo alla sottosegretaria ai Trasporti Isabel Pardo de Vera (che si è dimessa, cosa che invece dalle nostre parti è ancora una sorta di chimera), ma anche al presidente di Renfe, la compagnia ferroviaria iberica, Isaías Táboas Suárez.

Una vicenda surreale

La vicenda, decisamente surreale, prende le mosse nel giugno del 2020, quando l'azienda spagnola Caf ottiene l'incarico di costruire 31 convogli per le linee locali di Asturia e Cantabria.  Nel bando da 258 milioni di euro (mica bruscolini...) c'era anche l'accertamento delle misure delle gallerie. Sì, perché si tratta di "buchi" ottocenteschi, realizzati quando le dimensioni dei treni erano decisamente più ridotte. Tant'è che nel 2021 la Caf, confrontando i dati, si è resa conto che la situazione era molto più complessa del previsto.

I treni commissionati, infatti, mai sarebbero passati per quelle gallerie troppo anguste. E così per fortuna - sebbene la progettazione fosse pronta - il montaggio non è mai partito. Da allora, però,  non si sa cosa sia successo sino ai giorni nostri, quando è scoppiato il putiferio, con le duplici dimissioni.

Soldi non persi, ma...

Il lato positivo della vicenda è che i soldi non sono andati persi, anche se potrebbero volercene di più per completare l'iter di progettazione e realizzazione dei treni, la cui consegna è inevitabilmente slittata al 2026.

Cosa che ha mandato letteralmente su tutte le furie i governatori locali, che si sono augurati provvedimenti importanti. Che sono arrivati, con le dimissioni della sottosegretaria e del presidente di Renfe, che guidava la compagnia da cinque anni. Probabilmente hanno anticipato un provvedimento che sarebbe arrivato a breve dal Governo Sanchez, che è però finito nel mirino delle opposizioni, che non hanno perso la "ghiotta" occasione di criticare l'Esecutivo su una vicenda davvero paradossale.

 

 

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