Tre giornalisti morti a Gaza nell'ennesimo bombardamento di un ospedale
La giornata nella Striscia è stata segnata da numerosi altri raid con un bilancio di almeno 23 morti. Israele nel frattempo ha annunciato di aver recuperato i corpi di due ostaggi

Almeno 23 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza, tra cui tre giornalisti palestinesi, in una nuova ondata di raid israeliani che ha colpito, tra gli altri obiettivi, l’ospedale battista arabo al-Ahli di Gaza City. Secondo Al Jazeera Arabic e fonti locali, l’attacco condotto da un drone ha causato almeno quattro vittime nella struttura sanitaria, tre delle quali erano appunto operatori dell’informazione.
Ottavo attacco all'ospedale
Due dei giornalisti deceduti sono Ismail Badah e Sulaiman Haja, entrambi al servizio del canale Palestine Today, affiliato alla Jihad Islamica palestinese, secondo quanto riferito dal Times of Israel. Un terzo reporter è stato identificato solo successivamente. Le vittime si trovavano all’interno dell’ospedale per documentare la crisi in corso.
🚨BREAKING: Palestinian journalists Ismail Badah and Sulaiman Hani Hajjaj were killed in the Israeli bombing that directly targeted a press tent in Al-Ahli Hospital in Gaza City. The attack also injured several other journalists, including Islam Badr. pic.twitter.com/lAask4SyWx
— Gaza Notifications (@gazanotice) June 5, 2025
Il direttore dell’ospedale ha dichiarato ad Al Jazeera che si tratta dell’ottavo attacco israeliano subito dalla struttura dall’inizio della guerra, scoppiata nell’ottobre 2023.
“L’attacco era diretto all’ospedale e ha causato numerose vittime. Questo bombardamento rappresenta un pesante fardello per i residenti, dato che molti ospedali nella Striscia hanno cessato l’attività”, ha affermato.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno confermato l’attacco, sostenendo che nel cortile dell’ospedale si trovava un centro di comando della Jihad Islamica. Il portavoce militare ha dichiarato che l’area era utilizzata per pianificare attacchi contro truppe e civili israeliani. Tuttavia, secondo il ministero della Sanità di Gaza – controllato da Hamas – l’attacco ha colpito un complesso adibito a sala stampa, uccidendo tre persone.
Numerosi altri raid a Gaza
Intanto, la giornata nella Striscia è stata segnata da numerosi altri raid. Secondo l’agenzia di protezione civile di Gaza, almeno dieci persone sono state uccise all’alba in diverse aree: tra queste, sfollati civili che si trovavano a Khan Yunis, case colpite a Deir al-Balah e nel quartiere di Zeitoun. In un altro attacco, sei persone sono morte in una tenda ad al-Mawasi, che ospitava civili sfollati.
Nel complesso, il bilancio odierno sale come detto ad almeno 23 morti, secondo fonti mediche e di stampa. Le condizioni umanitarie nella Striscia peggiorano di giorno in giorno: migliaia di sfollati vivono senza accesso ad acqua potabile, elettricità e cure mediche. Gli attacchi contro strutture civili e operatori umanitari stanno sollevando crescenti critiche internazionali.

La Gaza Humanitarian Foundation (GHF), ente sostenuto da Israele per la distribuzione degli aiuti, ha annunciato che non riaprirà oggi i suoi punti di consegna nella Striscia, a causa di "lavori di manutenzione e riparazione". L’organizzazione ha dichiarato che le operazioni riprenderanno più tardi nella giornata, senza fornire un orario preciso.
Nel frattempo, si è diffusa la notizia di uno sciopero degli autotrasportatori che operano nei convogli umanitari, dopo che uomini armati hanno attaccato un gruppo di camion a Deir al-Balah, uccidendo alcuni autisti e ferendone altri. Non è chiaro quale sarà l’impatto di questi eventi sulla già precaria distribuzione di aiuti a Gaza.
Israele ha recuperato i corpi di due ostaggi
Israele nel frattempo ha annunciato oggi di aver recuperato i corpi di due ostaggi rapiti durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. I corpi di Judith Weinstein e Gad Haggai, marito e moglie con doppia cittadinanza israeliana e statunitense, sono stati rinvenuti a Khan Yunis grazie a informazioni ottenute da un detenuto interrogato dallo Shin Bet.
“Non ci fermeremo finché tutti i nostri ostaggi, vivi o caduti, non saranno riportati a casa”, ha dichiarato il premier Benjamin Netanyahu.
Con oltre 54.677 morti e 125.530 feriti da ottobre 2023, secondo i dati del ministero della Sanità di Gaza, la guerra continua a lasciare un’impronta di devastazione, con civili, giornalisti e operatori umanitari a pagare il prezzo più alto.