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Telefono bollente per Trump: Putin sì, Xi Jinping no. Si alza il livello dello scontro commerciale con la Cina

In vigore da oggi i dazi del presidente Usa contro la Cina che ha risposto con una ritorsione per 14 miliardi di dollari su beni statunitensi

Telefono bollente per Trump: Putin sì, Xi Jinping no. Si alza il livello dello scontro commerciale con la Cina
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La Russia sì, la Cina no. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avuto una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin per discutere della guerra in Ucraina. Nessun contatto, invece, con il leader cinese Xi Jinping, in un momento di crescente tensione tra Washington e Pechino sul fronte commerciale.

I dazi di Trump per la Cina entrano in vigore

A riportare la notizia del colloquio tra Trump e Putin è stato il New York Post, che ha intervistato il presidente a bordo dell’Air Force One:

“Putin vuole vedere la gente smettere di morire. Tutti quei morti. Giovani, persone bellissime".

Se il presidente statunitense potrebbe incontrare già in settimana anche il leader ucraino Volodymyr Zelensky, con Pechino i rapporti rimangono tesi. Oggi, 10 febbraio 2025, entrano ufficialmente in vigore le nuove tariffe del 10% imposte dagli Stati Uniti sui prodotti cinesi.

Pechino ha risposto con dazi di ritorsione per 14 miliardi di dollari su beni statunitensi. La guerra commerciale ha preso ufficialmente via. La situazione si è ulteriormente inasprita dopo che domenica il tycoon ha annunciato tariffe globali del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio che entreranno in vigore entro stasera.

Le contro sanzioni di Xi Jinping

Trump ha giustificato le sue decisioni in merito a questi primi dazi accusando la Cina, insieme a Messico e Canada, di non essere riuscita a fermare il traffico di fentanyl, una droga sintetica responsabile di migliaia di morti negli Stati Uniti.

Ai dazi, Pechino ha replicato imponendo tariffe mirate su settori chiave dell’export americano tra cui gas naturale liquefatto, carbone, petrolio greggio e attrezzature agricole con imposte che variano dal 10 al 15%.

Oltre alle misure tariffarie, la Cina ha deciso di limitare l’export di cinque metalli critici verso gli Stati Uniti, materiali essenziali per l’industria della difesa, pannelli solari e batterie per veicoli elettrici. La Cina produce circa il 60% delle terre rare mondiali e domina il 90% della lavorazione.

L'amministrazione Usa è anti cinese?

Inizialmente, i mercati finanziari avevano sperato che Trump adottasse con la Cina un approccio simile a quello utilizzato con Canada e Messico contro i quali ha imposto tariffe del 25% salvo poi concedere una proroga. Ma le speranze di una de-escalation tra Washington e Pechino sembrano svanire.

Le prospettive di un inasprimento del confronto con la Cina sono state rafforzate già dalla nomina di figure chiave dell’amministrazione Trump, tutte note per la loro posizione anticinese.

Sarà una guerra economica? Il ruolo di Musk

La politica commerciale di Trump, caratterizzata da un forte protezionismo, sta delineando uno scenario di competizione tra le due maggiori economie del mondo.

Ma la linea dura dell’amministrazione americana potrebbe incontrare resistenze interne. Figure influenti come Elon Musk, fortemente coinvolto nel mercato cinese, potrebbero esercitare pressioni per una strategia più bilanciata.

Gli sviluppi futuri, sia sul piano commerciale che diplomatico, saranno da monitorare attentamente mentre la tensione tra Stati Uniti e Cina continua a crescere senza segnali di distensione all’orizzonte.

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