Tajani: "La guerra in Ucraina non finirà presto, l'economia della Russia si basa moltissimo sull'industria bellica"
Il vicepremier: "La pressione su Putin va aumentata, e non si escluda il Vaticano"

La guerra in Ucraina? Non finirà presto. E le ragioni sono anche (e soprattutto) economiche. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in viaggio a Città del Messico.
Tajani: "La guerra in Ucraina non finirà presto"
Il vicepremier, commentando lo stallo nelle trattative diplomatiche tra i due Paesi, invita a non farsi illusioni sulle tempistiche:
"Ho sempre detto che la guerra non sarebbe terminata perlomeno fino a fine anno. È ingenuo farsi illusioni: la Russia ha ampiamente riconvertito la sua potenza industriale nella produzione di armi, un soldato lo pagano il doppio di un operaio e ce n’è un milione sul campo".
"È complicato, ma bisogna fare marcia indietro da questo sistema di guerra. Putin ha costruito una macchina da guerra. Ora deve accettare che adesso il percorso sia quello del negoziato e della pace".
L'Europa e il Vaticano
Questo però non vuol dire che l'Europa debba stare ferma. Anzi. Tajani, infatti, rivendica le azioni della Ue e rilancia la possibilità che anche il Vaticano abbia un ruolo fondamentale nelle trattative, nonostante il "no" di Mosca.
"Abbiamo varato l’undicesimo pacchetto di aiuti all’Ucraina, abbiamo come Europa imposto nuove sanzioni alla Russia, ma dobbiamo tenere conto di due fattori. Il primo, appunto, è che i russi avranno difficoltà a interrompere la guerra perché la loro economia in questo momento si regge moltissimo sull’industria bellica. E poi non va bruciato il canale aperto con il Vaticano. Una sede dei colloqui di pace come quella può essere il luogo giusto alla fine del cammino negoziale, non all’inizio".
"Lo scambio di prigionieri è comunque un segnale positivo, ma non illudiamoci: la guerra non finirà in tempi brevi. Bisogna esplorare tutte le strade, lavorare a soluzioni per un cessate il fuoco e poi una pace giusta e duratura, anche se mentre lo facciamo cadono ancora le bombe, perché bisogna essere realisti".
"Ma detto questo le pressioni su Putin devono essere raddoppiate, la Russia deve capire che il percorso di guerra va abbandonato".
Ovviamente sempre e solo la russia. Delle responsabilita', dei comportamenti dei gialloblu, del nordstream invece nulla, sempre silenzio.