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Strage al centro distribuzione aiuti: almeno 47 morti e centinaia di feriti

Droni e tank sparano sulla folla in attesa di ricevere la farina a Khan Younis

Strage al centro distribuzione aiuti: almeno 47 morti e centinaia di feriti
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Mentre l’attenzione internazionale è rivolta al Medioriente, la tragedia del pane ritorna nella Striscia di Gaza. L’ennesima carneficina si è verificata a Khan Younis, dove almeno 47 palestinesi sono stati uccisi e oltre 200 feriti mentre attendevano la distribuzione di aiuti umanitari, principalmente farina, nei pressi di un centro gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), organizzazione privata incaricata della consegna degli aiuti.

Strage al centro distribuzione aiuti: almeno 47 morti e centinaia di feriti
La fame dei palestinesi

Secondo quanto riferito da Mahmoud Bassal, portavoce della protezione civile della Striscia, l’attacco è iniziato con il fuoco aperto da droni israeliani sulla folla in attesa. Pochi istanti dopo, i carri armati dell’esercito israeliano hanno sparato più colpi, causando un numero ancora maggiore di vittime.

“I droni hanno aperto il fuoco sulle persone – ha raccontato Bassal – e poi i tank hanno colpito la zona provocando una strage.”

Strage al centro distribuzione aiuti: almeno 47 morti e centinaia di feriti

Il Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha confermato che si tratta dell’episodio più grave registrato negli ultimi giorni nei pressi dei punti di distribuzione gestiti dalla GHF, che dall’inizio delle sue attività, lo scorso 27 maggio, ha già visto numerosi attacchi simili contro civili in attesa di cibo. Il bilancio complessivo, secondo i dati ufficiali, parla di almeno 238 civili uccisi e oltre 2.800 feriti nei pressi di questi centri umanitari.

Strage al centro distribuzione aiuti: almeno 47 morti e centinaia di feriti
Macerie a Gaza

Una testimonianza dal campo, riportata da un corrispondente di Al Jazeera a Deir el-Balah, sottolinea che l'esercito israeliano non avrebbe emesso alcun avvertimento prima di aprire il fuoco, aggravando ulteriormente le conseguenze per la popolazione civile, già stremata dalla fame e dalle condizioni di vita sempre più disperate.

La portata del massacro è stata confermata anche dai dati forniti dall’ospedale Nasser di Khan Younis. Secondo il dottor Mohammed Saqer, responsabile infermieristico della struttura, quasi 300 persone, tra morti e feriti, sono state trasportate all’ospedale in seguito all’attacco.

“La situazione è completamente fuori controllo – ha dichiarato –. Non riusciamo più a gestire un afflusso simile di pazienti in condizioni così critiche.”

La guerra del pane

La strage di Khan Younis è solo l’ultima di una lunga serie. Il giorno precedente, altri 20 civili sono stati uccisi a Rafah, nei pressi della rotonda di Al-Ala, mentre aspettavano gli aiuti. Altri 200 feriti sono stati trasferiti al vicino ospedale da campo della Croce Rossa, situato ad Al-Mawasi, prima di essere dirottati anch’essi all’ospedale Nasser.

Strage al centro distribuzione aiuti: almeno 47 morti e centinaia di feriti
Gaza, richieste di aiuto

Solo due giorni fa, le vittime erano state 59, e 45 il giorno ancora precedente. Il 9 giugno si era già tracciato un bilancio tragico: 150 morti in una sola settimana, tutti nei pressi dei centri di distribuzione gestiti dalla GHF. La serie di attacchi parte almeno dal 3 giugno, data della prima strage documentata in questo contesto specifico.

Di fronte a questa escalation, si è alzata la voce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, che ha denunciato l’uso della fame come arma di guerra, sollecitando l’apertura di inchieste immediate, imparziali e indipendenti sugli attacchi contro civili disarmati. In un intervento pronunciato a Ginevra, durante la 59ª sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, Türk ha espresso profonda preoccupazione anche per il linguaggio usato da alcuni membri del governo israeliano.

“La retorica disumanizzante a cui stiamo assistendo – ha dichiarato – richiama alla mente i crimini più gravi della storia.”

Le immagini trasmesse da droni e i video girati con telefoni cellulari dai presenti sul posto non lasciano spazio a dubbi: le scene mostrano civili affamati e disarmati colpiti mentre cercavano di sopravvivere. Il dramma umanitario nella Striscia di Gaza, inasprito dal blocco e dalla distruzione delle infrastrutture, sta raggiungendo livelli insostenibili.