RILETTURE

Spaccone, vicino dimesso, stimolo? Chi è davvero per l'Europa (e per l'Italia) Donald Trump

Che il presidente degli Stati Uniti possa essere uno shock positivo per il "soporifero" Vecchio continente, ne è convinta ad esempio anche la premier Giorgia Meloni. Ma la retorica aggressiva sembra cozzare con le medesime necessità interne degli Usa

Spaccone, vicino dimesso, stimolo? Chi è davvero per l'Europa (e per l'Italia) Donald Trump
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Una sorta di "mental coach", lo shock che ci voleva, come dicono molti, per un'Europa che si è addormentata per anni?

O uno "spaccone" che mostra i  muscoli e poi viene a chiederci le uova come il vicino di casa quando ci bussa alla porta perché ha finito qualcosa nel frigorifero?

Chi è davvero per l'Europa (e per l'Italia) Donald Trump?

E' l'interrogativo che a ormai qualche mese dal suo nuovo secondo insediamento alla Casa Bianca in molti iniziano a porsi.

Donald Trump e quella idea di uno shock per l'Europa

Che il presidente degli Stati Uniti possa essere uno stimolo per l'Europa ne è convinta ad esempio anche la nostra premier Giorgia Meloni.

Il presidente degli USA Donald Trump con la premier Giorgia Meloni

Lo ha sottolineato anche in un'intervista pubblicata ieri, venerdì 28 marzo 2025, sul Financial Time:

"Mi piace pensare che una crisi nasconde sempre un'opportunità. Io spero che spero che l'approccio conflittuale dell'amministrazione Trump sulla difesa europea sia un necessario stimolo per il continente ad assumersi la responsabilità della propria sicurezza".

Una disamina che ricalca l'idea illustrata dal vice di Trump, JD Vance, di un'Europa sorniona, quasi una sorta di "bella addormentata", tanto che Meloni ha osservato ancora:

"Devo dire che sono d'accordo. Lo dico da anni. L'Europa si è un po' persa. Le critiche dell'Amministrazione Trump sono alla "classe dirigente e all'idea che si possa imporre la propria ideologia invece di leggere la realtà e trovare modi per dare risposte alle persone".

E anche da chi, di certo non filo trumpiano, ma che da ormai qualche mese sta vivendo le dinamiche europee, come l'europarlamentare di Forza Italia Letizia Moratti è arrivata la "lettura" di uno shock nell'azione e nei proclami del numero uno della Casa Bianca.

L'europarlamentare di Forza Italia PPE Letizia Moratti
L'europarlamentare di Forza Italia PPE Letizia Moratti

In questo caso però lo spunto di riflessione ha riguardato i dazi, sempre però nell'ottica di uno stimolo a scuotersi, a darsi fare con azioni più rapide e concrete:

"Sul tema dei dazi, credo che Trump sia uno shock per l'Europa, uno stimolo positivo perché l'Ue può mettere in atto le riforme richieste nel rapporto Draghi e Letta che chiedono un'Europa più competitiva, più favorevole agli investimenti, con una transizione energetica sostenibile e quindi in grado di sostenere il welfare".

Lo "spaccone" che mostra i muscoli e poi ci chiede le uova come il vicino di casa

Ma c'è poi l'altra versione. Quello che appunto su dazi, su difesa comune europea, con Zelensky o con la Groenlandia mostra i muscoli.

Ma poi...

Perché in questi mesi nell'interfacciarci con gli Stati Uniti e Donald Trump stiamo vivendo anche dei paradossi.

Donald Trump che da una parte mostra i muscoli verso l'Europa, un po’ come faceva quando era impegnato sui ring del Wrestling, dall'altra veste quasi i panni del vicino di casa che ti viene a chiedere le uova o lo zucchero quando si accorge di non averne più in cucina.

The Donald tra dazi e i problemi degli Stati Uni

Ecco perché è innegabile che la questione dei dazi sia da sempre una leva politica ed economica, ma in questo momento assume connotati ancora più paradossali.

Trump da mesi sta usando i dazi come arma di pressione, e ora la sua retorica aggressiva verso l’Europa sembra cozzare con le necessità interne degli Stati Uniti, come appunto la grave carenza di uova nel suo Paese.

L'influenza aviaria ha ridotto drasticamente la produzione americana, facendo impennare i prezzi: un dato che rende la questione ancora più interessante.

Da un lato, Washington vuole proteggere il proprio mercato e dimostrare forza con i dazi. Dall'altro, ha bisogno di importare prodotti per colmare le carenze interne.

Il dilemma dell'Europa

Qual è allora l'atteggiamento più opportuno per l'Europa?

Cogliere la palla al balzo e “fregarsi le mani” per una carta piuttosto importante da giocare, magari negoziando dazi più favorevoli su altri prodotti in cambio di forniture alimentari?

Potrebbe essere. O forse tutto questo scenario può essere un'ulteriore dimostrazione di quanto le economie globali siano interconnesse e vulnerabili a dinamiche impreviste e improvvise.

Sembra un po' prevalere questo scenario come anche dalle parole ancora della nostra premier Giorgia Meloni sempre al Financial Time:

"I dazi imposti da Trump? A volte ho l'impressione che rispondiamo semplicemente in modo istintivo. Manteniamo la calma, ragazzi. Riflettiamo. Gli Stati Uniti stanno perseguendo da tempo un programma sempre più protezionistico, anche con l'Inflation Reduction Act di Joe Biden. Pensate davvero che il protezionismo negli Stati Uniti sia stato inventato da Donald Trump?".

Commenti
Angela

Come si fa a difendere o stare dalla parte di sto personaggio? Lo si fa solo se si è come lui ,che tristezza il mondo in mano a persone che non si sa bene(si fa per dire) cosa usino dalla mattina alla sera.

Luca

Penso che quello di invadere è diventato una moda : Putin invade l' Ucraina , Trump invade la Groelandia , l' Italia invade la Dalmazia e la perde una seconda volta , io sposto la staccionata del confine di 5 metri ... lo faccio stanotte . Ma stiamo di diventando tutti pazzi ?

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