AL 50%

Sono scattati questa mattina all'alba i dazi di Trump su alluminio e acciaio

Intanto a Parigi il commissario europeo al Commercio tenta di mediare col suo omologo americano

Sono scattati questa mattina all'alba i dazi di Trump su alluminio e acciaio
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Sono entrati in vigore questa mattina all’alba, alla mezzanotte ora locale (le 6 in Italia), i nuovi dazi al 50% imposti dall’amministrazione Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio provenienti dal resto del mondo. Si tratta del raddoppio delle tariffe già introdotte nel marzo scorso, inizialmente fissate al 25%, e rappresentano un ulteriore irrigidimento della politica commerciale americana in una fase di grande tensione con i principali partner economici globali.

Con un ordine esecutivo firmato ieri, il presidente degli Stati Uniti ha giustificato l’aumento dei dazi con la necessità di "garantire che le importazioni non mettano a repentaglio la sicurezza nazionale". Secondo l’amministrazione Trump, i dazi servono a contrastare l’eccesso di produzione a basso costo e a rilanciare un settore metallurgico nazionale in difficoltà, che finora non è riuscito a raggiungere un livello di utilizzo della capacità produttiva sufficiente per garantire sostenibilità e sicurezza in ambito difensivo.

Escluso temporaneamente il Regno Unito

Il Regno Unito è al momento l’unico paese a essere stato risparmiato dall’aumento al 50%, grazie all’accordo tariffario siglato lo scorso mese tra Londra e Washington, noto come Economic Prosperity Deal (EPD). In base a tale intesa, le imposte sulle importazioni di acciaio e alluminio dal Regno Unito dovrebbero essere progressivamente eliminate. Tuttavia, l’accordo non è ancora stato formalmente attuato, e gli esportatori britannici restano soggetti a tariffe del 25% fino alla sua piena implementazione.

Dazi, oggi Trump annuncia un accordo con Londra
Donald Trump e Keir Starmer durante un incontro a Washington

Il presidente Trump ha sottolineato che il Regno Unito merita un “trattamento diverso” in virtù dell’accordo siglato con il premier laburista Keir Starmer, ma ha avvertito che, in caso di mancato rispetto dell’intesa, anche le importazioni britanniche potrebbero essere colpite da dazi al 50% a partire dal 9 luglio 2025.

Europa in allarme, trattative in corso all'OCSE

Nel frattempo, a Parigi, si tenta la via della diplomazia. A margine della riunione ministeriale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), è previsto per oggi un incontro tra il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, e il rappresentante commerciale della Casa Bianca, Jamieson Greer.

Maroš Šefčovič
Maroš Šefčovič

La Commissione europea ha definito la decisione di Trump "deplorevole", accusando Washington di minare i negoziati in corso e minacciando contromisure da attuare entro il 14 luglio. Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche a Bruxelles, l’atmosfera è tesa e si attende con preoccupazione l’esito del vertice odierno, considerato cruciale per evitare una nuova escalation.

Intanto, la Casa Bianca ha fatto sapere di aver inviato a tutti i partner commerciali una lettera per ricordare "in modo amichevole" le scadenze imminenti sui dazi, lasciando intendere che Washington si aspetta delle "buone offerte" nei prossimi giorni.

Sfida legale ancora aperta per Trump

Sul fronte interno, Trump deve anche fare i conti con la giustizia americana. Due tribunali hanno recentemente bocciato le misure doganali imposte dal presidente, ritenendole non compatibili con i poteri conferiti dalla legge sull'emergenza economica internazionale (International Emergency Economic Powers Act). In particolare, la Corte per il commercio internazionale ha dichiarato illegittimi i dazi imposti dal presidente, decisione successivamente ribaltata da una corte d’appello. L’amministrazione ha comunque presentato un nuovo ricorso d’urgenza per ribaltare la seconda sentenza contraria.

Trump ha inoltre rilanciato per ottenere un incontro con il presidente cinese Xi Jinping, il più grande nemico commerciale del suo secondo mandato, con un post sul suo social network, Truth.

"Mi piace il presidente cinese Xi, mi è sempre piaciuto e mi piacerà sempre, ma è MOLTO TOSTO, ed è estremamente complicato farci un accordo".

Secondo fonti riportate da Politico, il presidente americano sarebbe "ossessionato" dall’idea di parlare direttamente con Xi Jinping, convinto di poter sbloccare personalmente l’impasse tra le due maggiori economie del pianeta. Tuttavia, finora non si registrano contatti ufficiali, nonostante la Casa Bianca continui ad affermare che una telefonata tra i due leader sia “imminente”.

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