Soldati russi mandati allo sbaraglio a Chernobyl: contaminati e costretti a ritirarsi
Almeno sette autobus carichi di militari russi avrebbero varcato il confine in direzione del Centro repubblicano bielorusso di ricerca e pratica per la medicina delle radiazioni.
Dalla più grande potenza atomica del mondo non te lo aspetteresti. Dovrebbero avere più di tutti famigliarità col nucleare, e invece i russi in questa guerra in Ucraina hanno dimostrato finora una preparazione da parvenu: prima quando si sono messi a bombardare centrali nucleari ucraine a pochi chilometri dal loro confine, rischiando grosso... ora mandando i propri soldati senza alcuna protezione a presidiare la zona di Cernobyl: e infatti molti di loro sono rimasti contaminati delle radiazioni, si sono ammalati e sono stati costretti al ritiro.
Incredibile, ma vero.
Soldati russi a Chernobyl: contaminati dalle radiazioni e costretti a ritirarsi
Mentre sul fronte di guerra tra Russia ed Ucraina pare essere giunti ad un punto di svolta verso la risoluzione del conflitto, l'attenzione mediatica nelle ultime ore si è spostata su Chernobyl, città situata a Nord dello Stato ucraino dove si trova la centrale nucleare protagonista del famoso incidente del 1986 ed ora in mano ai russi dallo scorso 24 febbraio 2022. Mentre il Pentagono ha fatto sapere che le truppe di Putin si stanno ritirando dall'impianto nucleare ucraino per tornare in Bielorussia, proprio dallo Paese governato da Lukashenko, si è spara la notizia che alcuni soldati russi sarebbero stati ricoverati con sindrome da radiazione.
Secondo quanto stato riferito dai media locali bielorussi, citati da Ukrainian Pravda, alcuni soldati russi sarebbero stati regolarmente portati al Centro repubblicano bielorusso di ricerca e pratica per la medicina delle radiazioni e l'ecologia umana per essere ricoverati causa sintomi da radiazioni.
L'Energoatom, la Compagnia nazionale di generazione elettronucleare, ha fatto sapere che i militari dell'esercito di Putin, situati nella città a Nord dell'Ucraina dallo scorso 24 febbraio 2022, sono stati esposti a significative radiazioni esterne e interne nella zona di esclusione di Chernobyl. Tra le altre cose, lo scorso 26 marzo 2022, il ministero dell'Ambiente ucraino aveva annunciato che nella zona di esclusione vicino alla centrale nucleare stessa erano stati individuati 31 incendi per una superficie totale di 10.111 ettari e la contaminazione radioattiva era quindi in aumento.
Nonostante nessuno avesse potuto confermare la notizia, in un post Facebook di Yaroslav Yemelianenko, dipendente del Consiglio pubblico dell'agenzia statale dell'Ucraina per la gestione delle zone di esclusione, è stato ribadito che alcuni soldati sono stati trasportati in autobus direttamente in un centro medico speciale per le radiazioni a Gomel, in Bielorussia, per curare il loro avvelenamento radioattivo.
IL POST:
Polvere radioattiva sollevata dai soldati russi nella Foresta Rossa
Sulla questione è emerso poi un secondo aspetto. I soldati russi che avevano conquistato Chernobyl, come riportato da Reuters, hanno guidato i loro veicoli blindati senza protezione dalle radiazioni attraverso la Foresta Rossa, così chiamata per il colore preso dagli alberi dopo il disastro dell'aprile 1986 e che è la parte più contaminata della zona intorno alla centrale, circa 100 km a nord di Kiev, alzando nuvole di polvere radioattiva. Una zona quest'ultima considerata tossica ancora oggi che persino i lavoratori dell'impianto non sono autorizzati ad andarci.
Che cos'è la sindrome da radiazioni
Una lunga esposizione dei tessuti biologici a una forte dose di radiazioni ionizzanti potrebbe causare una sindrome da radiazione acuta o l'avvelenamento da radiazione generando sintomi potenzialmente letali. Subito dopo l'esposizione alle radiazioni si potrebbero manifestare sintomi come diarrea, nausea, vomito, anoressia, eritema. A questi primi segnali di patologia, segue poi anche un periodo di latenza, in cui il soggetto appare in buone condizioni, prima di peggiorare con disturbi cutanei, gastro-intestinali, respiratori e cerebrovascolari.