Morale a terra

Soldati russi disorientati e in lacrime: il fallimento della "guerra dei tre giorni"

Le testimonianze dei militari invasori stanno facendo il giro del mondo. Tutte le falle che sembrano portare il Cremlino a un passo dal fallimento dell'operazione.

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Soldati russi disorientati e in lacrime: il fallimento della "guerra dei tre giorni"

La guerra della Russia all'Ucraina potrebbe trasformarsi nella debacle di Mosca e del suo presidente.

Del resto, quali sono le guerre più pericolose e più nefaste? Le guerre "lampo", quelle che dovrebbero chiudersi in breve tempo. Addirittura in pochissimi giorni. Ma il disorientamento, i malumori dei soldati dell'esercito russo, il terrore nell'adempimento della loro missione, il non rispetto delle consegne, a una settimana dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina ci stanno dicendo che i piani e i programmi di Vladimir Putin non stanno andando secondo le previsioni.

E tra i soldati e l'opinione pubblica internazionale, pur di fronte al dramma delle bombe, delle fiamme e dei morti in Ucraina, sta prendendo corpo un'altra riflessione:

"Mosca sta mandando al massacro i suoi uomini".

SOLDATO RUSSO PRIGIONIERO RIVELA:

Russia-Ucraina, la guerra lampo sta diventando un massacro

Che Putin immaginasse una guerra lampo e una rapida invasione dell'Ucraina è dimostrato dai documenti in mano ad agenzie di stampa e televisioni statali russe dove veniva già celebrata l'annessione dell'Ucraina a Mosca dopo poco più di 48 ore dai primi attacchi ordinati dal Cremlino.

Evidentemente non sta andando così.

I primi messaggi di pace e serena convivenza lanciati dagli atleti russi e ucraini alle Olimpiadi invernali di Pechino, le manifestazioni pacifiste in piazza a Mosca, le tante famiglie composte da persone russe e ucraine, la diplomazia internazionale avevano già dato conto, se mai ci fosse bisogno di fronte ad armi, morti e distruzione, del sentimento di repulsione verso la guerra.

Ma ora, dopo che per la prima volta dopo sette giorni, Mosca ha ammesso di aver avuto delle perdite (circa 500 effettivi quelli ufficialmente dichiarati) e dopo la cattura e le testimonianze di alcuni soldati russi, la situazione sta provocando sdegno tra l'opinione pubblica nazionale e internazionale e forte imbarazzo ai vertici del Cremlino.

Basti pensare a uno dei due video che sta facendo il giro del mondo, il soldato russo catturato, ma rifocillato dalle donne ucraine con cibo e un the caldo, cui viene consentito di chiamare casa sua.

"Guerra senza viveri, senza telefono: mandati al massacro"

Le testimonianze dei soldati russi catturati stanno facendo il giro del mondo. La preparazione alla guerra che era parsa così infallibile si sta rivelando un mezzo disastro.

I soldati hanno infatti raccontato di aver ricevuto scorte di viveri e carburante solo per tre giorni (altro elemento che fa pensare in che tempi Putin contasse di chiudere la "pratica Ucraina", di essere stati privati di telefoni cellulari e documenti.

Di aver avuto poche indicazioni sui luoghi d'azione. Significativo il dialogo tra un soldato russo e sua madre che gli chiedeva delle esercitazioni in Crimea:

"Mamma ma che Crimea, sono in Ucraina, qui c'è una guerra. Bombardiamo anche i civili".

Le falle dell'invasione: conversazioni udibili a tutti e i soldati che rifiutano gli ordini

Le guerre lampo si traducono quasi sempre in fallimenti. Ne sa qualcosa l'Italia del Fascismo o gli Stati Uniti in Vietnam.

L'invasione della Russia in Ucraina sarà l'esempio della storia moderna.

A pesare non solo le previsioni sballate sulla durata dell'invasione e la sorpresa davanti alla resistenza degli ucraini e della capitale Kiev, ma anche strategie scellerate.

Su tutte quella di una totale assenza di un moderno supporto logistico e tecnologico. A quanto trapelato in questi giorni gli ordini e i movimenti russi vengono "intercettati" come se comunicati alla luce del sole.

Il rimorso di coscienza

Ma non solo. Il malumore dell'esercito si sta traducendo anche nel rifiuto a rispettare gli ordigni di consegna. In particolare sull'aprire il fuoco e sui bombardamenti. Ancor più su sedi civili.

Questo perché i soldati non solo hanno il morale a terra e sono disorientati di fronte alle decisioni dei loro superiori, ma anche perché in tantissimi tra gli effettivi delle milizie, non vedono gli ucraini come un nemico.

Anche in questo caso emblematico il messaggio disperato di un soldato russo quasi in lacrime:

"Ci chiamano fascisti, ci ordinano di sparare ai civili".

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