Siti russi reclamizzano già "seconde caso a prezzi modici" nelle regioni ucraine invase
Su tutte, Mariupol è diventata un centro di interesse per gli acquirenti russi. Nel frattempo le autorità di Mosca in questi anni hanno avviato progetti di ricostruzione

Dopo l'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia del 24 febbraio 2022, il mercato immobiliare nelle regioni occupate da Mosca sta vivendo una trasformazione controversa. In particolare, numerosi siti web russi e social media quali VKontakte e Avito stanno pubblicizzando attivamente proprietà nelle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia, ovvero Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Luhansk, offrendo case e appartamenti a prezzi modici.
Insomma, vendono la pelle dell'orso ampiamente prima d'averlo preso (o quanto meno che sia sancito l'abbiano fatto....).
Il caso Mariupol: il nuovo interesse immobiliare russo
Mariupol, una delle città più colpite dal conflitto, è diventata un centro di interesse per gli acquirenti russi. Circa 100 gruppi su VKontakte sono dedicati alla compravendita di immobili in questa città devastata dalla guerra. Gli annunci indicano che il prezzo medio di un appartamento è di circa 3 milioni di rubli (circa 33.000 euro), mentre case e appezzamenti di terreno si attestano sui 4,8 milioni di rubli (circa 52.500 euro).
Molti acquirenti provengono da diverse città della Russia, tra cui Mosca, San Pietroburgo, Krasnodar e Nižny Novgorod, e vedono Mariupol come un’opportunità di investimento, attratti dalla sua posizione costiera e dalla prospettiva di renderla una destinazione turistica. Questo nonostante la devastazione della città, dove il 90% dei condomini e il 60% delle case sono stati distrutti nel 2022. Le autorità russe in questi anni hanno avviato progetti di ricostruzione, con oltre 1.829 edifici restaurati e 36 nuovi edifici residenziali completati già nel 2023.

Anche in Crimea, annessa nel 2014, le autorità filorusse hanno iniziato a vendere proprietà "nazionalizzate" da cittadini ucraini. Tra queste rientra persino un appartamento appartenente al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy. Si stima che queste vendite possano generare oltre 800 milioni di rubli (circa 8,7 milioni di euro).
Nelle altre regioni occupate, come Zaporizhzhia, le amministrazioni russe hanno avviato un processo di identificazione delle proprietà "senza proprietario", principalmente abitazioni abbandonate dai residenti in fuga dal conflitto. Questi immobili vengono poi confiscati e messi in vendita, spesso con offerte di mutui agevolati per incentivare il ripopolamento da parte di cittadini russi.
La denuncia delle organizzazioni internazionali
L’appropriazione e la vendita di proprietà nei territori occupati sollevano gravi preoccupazioni dal punto di vista del diritto internazionale. Secondo le normative vigenti, la vendita di immobili in territori sotto occupazione è illegale, e i diritti di proprietà acquisiti in questo contesto potrebbero non essere riconosciuti in futuro. Organizzazioni internazionali hanno denunciato queste pratiche come una violazione dei diritti di proprietà dei cittadini ucraini e come un tentativo di consolidare il controllo russo sulle aree occupate.
Nonostante i rischi legali e le incertezze politiche, il mercato immobiliare nelle regioni occupate continua a prosperare, alimentato da una narrativa filorussa che descrive queste aree come in fase di "rinascita". Tuttavia, la realtà rimane complessa, con una popolazione sfollata e un contesto geopolitico ancora instabile.