Bambini separati dai genitori

Perché quello che sta succedendo a Shangai in lockdown dovrebbe preoccuparci

L'isolamento forzato è stato esteso a tutti i 25 milioni di cittadini della megalopoli. Rabbia e malumori, soprattutto per coloro che sono stati separati dai loro figli.

Perché quello che sta succedendo a Shangai in lockdown dovrebbe preoccuparci
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Il lockdown per la pandemia di Covid è stato esteso a tutta Shaghai e ai suoi 25 mln di abitanti. Fino a ieri, 5 aprile 2022, la metropoli cinese aveva applicato misure restrittive limitate a due settori, la zona orientale e quella occidentale. Ma dopo due anni di pandemia la popolazione non ci sta: è rivolta nelle piazze. 

La situazione cinese impone una riflessione: l'Italia, infatti, è prossima a valutare l'allentamento delle misure restrittive contro la pandemia. Anche nel nostro Paese la variante dominante è la contagiosissima Omicron. La domanda sorge inevitabile: se in Cina, nota per aver utilizzato il lockdown duro per spegnere ogni focolaio, la situazione è sfuggita di mano a causa dell'alta trasmissibilità del virus, lo scenario rischia di replicarsi anche qui quando allargheremo le maglie?

Gli esperti continuano ad insistere sul fatto che, anche se Omicron provoca un decorso tendenzialmente meno grave, i grandi numeri di contagiati che è in grado di fare possono piegare il sistema sanitario. Senza contare, come dimostra il preoccupante numero di decessi, che le persone più fragili rischiano ancora conseguenze fatali.

Il Covid, del resto, è ancora un problema reale in Italia, parlano i numeri. Nelle ultime 24 ore, le nostre autorità sanitarie hanno registrato 88.173 nuovi casi di coronavirus, pesante la conta dei morti in una sola giornata: ben 194.

Covid, nuova variante: Shanghai in lockdown totale

L'hub finanziario cinese ha fatto segnalare solamente nella giornata di lunedì 4 aprile 268 nuovi casi e soprattutto un considerevole aumento dei soggetti asintomatici, saliti a 13.086, secondo gli aggiornamenti ufficiali. I nuovi dati sono emersi dopo l’avvio del programma di test di massa che ha visto i 26 milioni di residenti della città sottoposti a tampone. Shanghai è entrata in una fase di lockdown in due fasi la scorsa settimana: la prima riguardante la parte est di Pudong, la seconda quella ovest di Puxi. Tutto sarebbe dovuto terminare ieri, 5 aprile. Ma, complice l'alta contagosità della variante Omicron, i casi continuano a salire e quindi il lockdown proseguirà con l'estensione a tutta la città e ai suoi 25 mln di abitanti. Omicron ha colpito duramente la megalopoli Shanghai dove si stanno concentrando il 70% dei contagi. Tanto che dalla parte continentale della nazione sono arrivati d'urgenza 10mila medici per affrontare questa nuova emergenza. Uno scenario inevitabile: seppure Omicron sia meno aggressiva, con numeri di contagiati così alti è inevitabile che si ingorghi anche il sistema sanitario.

L'obiettivo delle autorità cinesi, che finora ha dato scarsi risultati, è quello di cercare di raggiungere gli "zero contagi".


Curati anche gli asintomatici, è rivolta nelle piazze

Una misura quella di censire e curare anche chi ha sintomi lievi o addirittura è asintomatico, oltre alla decisione di far scattare un nuovo lockdown, che ha scatenato però la rivolta nelle piazze.

Ecco allora che moltissimi cittadini hanno di fatto "rotto" il lockdown (una parola che pensavamo di non ritrovare più) non solo per protesta contro misure ritenute troppo repressive, ma soprattutto per procurarsi il cibo. La popolazione è infatti allo stremo perché le chiusure forzate in alcune zone della megalopoli hanno ormai superato i 20 giorni.

Bambini positivi separati dai genitori

Il “The Guardian”, nelle scorse ore, ha pubblicato un filmato “non verificato” che circola sui social media cinesi e che ritrae alcuni bambini piccoli che piangono, presumibilmente positivi al Covid e che, dopo essere stati separati dai loro genitori, sono stati messi in quarantena in una clinica di Shanghai. E, come segnala anche l’agenzia Reuters, emergono sempre più storie di genitori separati dai propri figli dopo l’intervento delle autorità sanitarie. Gli stessi funzionari sanitari di Shanghai hanno comunque difeso i loro interventi, nell’ottica della lotta alla diffusione del coronavirus, ma aumenta la frustrazione nella popolazione per i severi controlli messi in atto.

Intanto però, i genitori hanno espresso la loro rabbia, per la politica adottata in questo senso, sui social media, su piattaforme come Weibo.

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