Leggi assurde

Sesso vietato fuori dal matrimonio in Indonesia (e in Russia i gay "non esistono più")

Sta facendo discutere nelle ultime ore la legge di Giacarta che vieta i rapporti extraconiugali anche per i turisti, ma allargando lo sguardo anche altrove non va meglio.

Sesso vietato fuori dal matrimonio in Indonesia (e in Russia i gay "non esistono più")
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Sta facendo - comprensibilmente - notizia il fatto che il Parlamento di Giacarta, in Indonesia, abbia approvato un nuovo codice penale che rende criminali i rapporti sessuali che non avvengano tra persone sposate.

Chi viene denunciato e poi condannato per rapporti extraconiugali da oggi rischia fino a un anno di carcere, mentre le coppie che convivono senza essere sposate possono essere condannate a sei mesi di prigione. Ciliegina sulla torta: le disposizioni valgono anche per residenti stranieri e turisti, nel caso steste pensando di organizzare un viaggio con il vostro partner.

Ma non si tratta certo della prima legge particolarmente restrittiva in materia di sesso che alcuni Paesi del mondo impongono. E, soprattutto, non è certo la più bizzarra. Altre, invece, offrono la tragica misura di come superstizioni, arretratezza culturale e mancanza di progresso scientifico generino condizioni al limite della prigionia, soprattutto le donne.

Indonesia: niente sesso fuori dal matrimonio

E' stato un plebiscito in Indonesia:

"Tutti hanno concordato di ratificare la legge", ha detto il deputato Bambang Wuryanto che ha guidato la commissione parlamentare incaricata di rivedere il codice penale in vigore dall'era coloniale. "Il vecchio codice appartiene al patrimonio olandese".

Attivisti per la difesa dei diritti ed esponenti critici hanno messo in guardia dal fatto che il nuovo codice penale avrà "un impatto sproporzionato sulle donne" e ridurrà ulteriormente i diritti umani e le libertà nel paese a maggioranza musulmana, dove vivono oltre 270 milioni di persone. Oltre a punire il sesso extraconiugale sono previste punizioni per chi insulta il presidente o esprime opinioni contrarie all'ideologia nazionale. Il reato di blasfemia, già previsto in Indonesia, comporta ora una possibile pena detentiva di cinque anni.

Finora il sesso fuori dal matrimonio, come l'omosessualità, non erano vietati in Indonesia, ma rappresentavano un tabù. Fa eccezione la provincia di Aceh dove è in vigore la Sharia, la legge islamica, e dove il sesso extraconiugale era già un reato punibile con cento frustate.

In Nepal donne confinate nelle capanne in balia di animali feroci

Ma, come accennato, l'Indonesia è in "buona" compagnia. L'attenzione che oggi la notizia sta avendo può fare da volano per sottolineare altre condizioni a dir poco terrificanti. L'Osservatorio dei diritti umani ha denunciato a più riprese come in diverse aree del mondo - dove superstizione e discriminazione femminile giocano ancora un ruolo primario nella società - come le donne siano vessate e vengano messe a rischio durante il periodo mestruale. In Nepal, per esempio, è tutt’ora attiva la pratica del Chhaupadi, che consiste nell’estromettere le donne dalla vita sociale e familiare nei giorni del ciclo.

Considerate impure secondo precetti induisti, sono costrette a vivere temporaneamente in anguste capanne di fortuna al di fuori dalla propria abitazione, della quale varcare la soglia significherebbe rischiare sciagure di ogni tipo, da morti di familiari a tempeste o attacchi di animali feroci. Non possono toccare un albero altrimenti non fruttificherebbe più, né un uomo o si ammalerebbe, un animale onde evitare di farlo impazzire, o latte, yogurt, uova e carne, che diventerebbe immediatamente velenosi.

Vietatissimo anche recarsi a scuola, nei templi o lavarsi se non in corsi d’acqua naturali come i fiumi, perché servirsi di quella dei pozzi ne pregiudicherebbe la potabilità.

Situazioni pericolosissime che generano spesso vittime, anche se sono poche quelle di cui si parla. L’ultima certificate è stata Parbati Buddha21enne trovata senza vita una paio di anni fa, nella capanna costruita a pochi metri da casa, nel distretto di Achham. Secondo la ricostruzione della polizia, la morte sarebbe dovuta alle esalazioni tossiche generate da un fuoco appiccato dalla giovane nel tentativo di scaldarsi.

Anche negli Stati Uniti...

E se siete tentati di liquidare la tendenza come una problematica confinata ai Paesi in via di sviluppo sappiate che siete degli illusi. Negli Usa, precisamente nel Nebraska, è vietato sposarsi se si hanno malattie veneree. Mentre in Stati come Texas e Arizona si contano i numeri di dildo che una singola persona può possedere.

In Russia i gay "non devono esistere"

Come non menzionare la Russia. In seguito all'attacco all'Ucraina l'opinione pubblica mondiale nei riguardi di Vladimir Putin ha sviluppato non poche riserve e reticenze. In realtà, ben prima dell'inizio del conflitto che sta tenendo il mondo con il fiato sospeso da ormai un anno, la politica di Putin sui diritti della comunità Lgbtq era semplice, sostanzialmente: non esistono, in Russia non ne abbiamo. Ed è proprio notizia delle ultime ore, per chiudere il cerchio, che dopo il via libera della Duma, nelle scorse settimane, ora Vladimir Putin ha firmato il provvedimento che proibisce anche tra gli adulti "la promozione" di quelle che vengono definite "relazioni sessuali non tradizionali". In sintesi: non si può nemmeno pronunciare la parola gay.

Si tratta di un allargamento della famigerata legge che vieta "la promozione" degli "atteggiamenti sessuali non tradizionali" tra i minori: una norma che rende potenzialmente impossibile ogni manifestazione pubblica in difesa dei diritti delle minoranze sessuali e che è stata bocciata dalla Corte di Strasburgo perché discriminatoria e perché lesiva del diritto alla libertà d'espressione.

Ma la Russia tira dritto e con la firma del suo zar la legge è ora realtà. Viene automaticamente vietata all’interno della Russia la circolazione di qualsiasi media – libri, pubblicità, film e pagine Internet – a carattere LGBTQ+. Le conseguenze sono assai severe: per i cittadini russi una multa che potrà arrivare fino a dieci milioni di rubli, circa 165mila euro. La cifra massima verrà applicata nel caso la presunta propaganda sia diretta a minori. Per gli stranieri residenti in Russia, invece, è prevista la deportazione previa reclusione di 15 giorni.

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