Scattano i dazi al 10% sull'import imposti da Trump: la Cina replica e il mercato globale si scuote
La tariffa, definita come una "soglia minima universale", si somma ai dazi già esistenti. Nel frattempo, Netanyahu starebbe pianificando di visitare la Casa Bianca per negoziare un accordo sui dazi

È entrata ufficialmente in vigore alle 0:01 ora di Washington (le 6:01 in Italia) di sabato 5 aprile 2025 la nuova misura voluta dall’amministrazione Trump: un dazio aggiuntivo del 10% sulla maggior parte dei prodotti importati negli Stati Uniti. Una mossa destinata a scuotere le fondamenta del commercio globale, con potenziali ripercussioni economiche significative nei prossimi giorni.
Mercoledì 9 aprile ulteriori dazi
La tariffa, definita come una "soglia minima universale", si somma ai dazi già esistenti, ma esclude alcune categorie merceologiche fondamentali. Tra i beni esenti figurano petrolio, gas, rame, oro, argento, platino, palladio, legname, semiconduttori, prodotti farmaceutici e minerali non presenti sul suolo statunitense. Acciaio, alluminio e automobili, già soggetti a tariffe del 25%, non subiscono ulteriori rincari.
La guerra commerciale sembra destinata a intensificarsi ulteriormente mercoledì 9 aprile, quando entreranno in vigore dazi più elevati mirati ai paesi con surplus commerciali significativi verso gli USA. Le nuove tariffe porteranno il totale dei dazi al 54% per la Cina, al 46% per il Vietnam, al 24% per il Giappone, al 20% per l’Unione Europea, al 18% per il Nicaragua e al 15% per il Venezuela. Sono 80 i paesi e territori colpiti dai nuovi provvedimenti, inclusi tutti i 27 membri dell’UE. Regime diverso per Canada e Messico: 25% per i prodotti al di fuori dell'Accordo del libero scambio nordamericano con eccezione sugli idrocarburi canadesi, tassati al 10%.
La replica della Cina
Pechino ha risposto con dazi del 34% sui prodotti statunitensi, effettivi da giovedì 10 aprile 2025, e con nuove restrizioni sulle esportazioni di terre rare come gadolinio e ittrio, fondamentali per i settori medico ed elettronico. La risposta cinese ha contribuito a un netto calo dei mercati globali, con perdite miliardarie, in particolare nei settori industriali dipendenti dalle importazioni asiatiche, come quello tessile.
Il presidente Trump, tuttavia, si mostra impassibile e rilancia sui social: "Ottimo momento per diventare ricchi, più ricchi che mai!!!", ha scritto su Truth Social in maiuscolo, come ormai da suo stile. Parallelamente, ha messo in guardia i partner commerciali dall’intraprendere ritorsioni, minacciando ulteriori dazi in caso di risposta negativa.
"LA CINA HA SBAGLIATO, SONO ANDATI NEL PANICO - L'UNICA COSA CHE NON POSSONO PERMETTERSI DI FARE!", ha scritto in un altro post su Truth il presidente Donald Trump, esprimendo approvazione per il risultato dei dazi.
Proteste negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, la politica commerciale del presidente ha provocato una massiccia mobilitazione. Sono previste manifestazioni in tutti i 50 stati e a Washington DC, descritte dagli organizzatori come la più imponente protesta contro Trump da quando ha iniziato il suo secondo mandato. Cortei e sit-in si terranno anche a Londra e in diverse città canadesi ed europee.
Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha espresso preoccupazione per le potenziali ricadute economiche delle politiche commerciali dell’amministrazione, segnalando un possibile aumento dell’inflazione e un rallentamento dell’occupazione. Trump, però, continua a chiedere a gran voce un taglio dei tassi di interesse, definendo il momento “perfetto” per stimolare ulteriormente l’economia. Powell ha risposto lapidario: “È troppo presto”.
"Questo sarebbe un momento PERFETTO per il presidente della Fed Jerome Powell per tagliare i tassi di interesse. È sempre "in ritardo", ma ora potrebbe cambiare la sua immagine, e rapidamente. I prezzi dell'energia sono in calo, i tassi di interesse sono in calo, l'inflazione è in calo, anche le uova sono in calo del 69% e i posti di lavoro sono in aumento, il tutto entro due mesi - UNA GRANDE VITTORIA per l'America. TAGLIA I TASSI DI INTERESSE, JEROME, E SMETTILA DI FARE POLITICA!", ha scritto Trump sul suo social Truth.
Previsto incontro Trump-Netanyahu
Nel frattempo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu starebbe pianificando di visitare la Casa Bianca lunedì 7 aprile 2025. A riportare la notizia è Axios, citando quattro fonti informate. Se la visita si svolgerà come previsto, Netanyahu sarà il primo leader straniero a incontrare di persona il presidente Trump per cercare di negoziare un accordo contro i dazi.
I due leader dovrebbero anche discutere della crisi nucleare iraniana e della guerra a Gaza. Per visitare la Casa Bianca la settimana prossima, tuttavia, Netanyahu dovrebbe chiedere ai giudici del suo processo per corruzione di annullare le udienze programmate per continuare la sua deposizione. Le fonti hanno affermato che il piano potrebbe ancora cambiare, in gran parte per questo motivo.