Sono passate due settimane dal summit di Ferragosto in Alaska e ora lo possiamo ufficializzare, l’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin si è rivelato un fallimento.
Nonostante le dichiarazioni trionfalistiche del presidente americano che aveva promesso un trilaterale con Volodymyr Zelensky, la realtà appare ben diversa: l’ultimatum dato da Trump a Mosca per decidere sull’incontro con Kiev è scaduto oggi senza esiti concreti.
Scaduto l’ultimatum di Trump a Putin
“Andiamo d’accordo, l’avete visto, abbiamo avuto un buon rapporto per anni. Pensavo davvero che ce l’avremmo fatta. Mi sarebbe piaciuto“, ha dichiarato Trump, riferendosi al leader russo.
Da un lato, il tycoon è quindi rassegnato e impotente, ma dall’altro continua a rilanciare ipotesi irrealistiche. Venerdì, in un’intervista al Daily Caller, è tornato a evocare un trilaterale con Putin e Zelensky. Un’arma retorica che il presidente adopera in continuazione: la politica degli annunci, spesso però disattesi (quantomeno sulla questione Ucraina).
Il 18 agosto ha parlato di una o due settimane per valutare la disponibilità della Russia alla pace. E anche se il 21 agosto ha ripetuto la stessa cosa, oggi – lunedì 1° settembre 2025 – è scaduto l’ennesimo ultimatum e nulla si è concretizzato.

La rabbia di Zelensky
A smascherare l’illusione di un negoziato è stato lo stesso presidente ucraino.
“L’unica cosa che la Russia sta facendo è investire in un’ulteriore guerra. Tutti i suoi segnali puntano in quella direzione”, ha ammesso Zelensky, denunciando come Mosca abbia usato il tempo dedicato ai colloqui per pianificare nuovi attacchi.
La scorsa settimana uno dei raid più violenti dall’inizio dell’invasione ha ucciso 25 persone a Kiev, tra cui quattro bambini, colpendo anche la sede della delegazione dell’Unione europea e del British Council. Nella stessa giornata è stato assassinato Andriy Parubiy, ex presidente del Parlamento ucraino e già segretario del Consiglio di sicurezza nazionale.
Dopo i terribile attacchi, Trump ha fatto sapere attraverso la sua portavoce Karoline Leavitt che “non è contento di queste notizie, ma non è neppure sorpreso” e che sta seguendo la situazione molto attentamente.
L’Ue pronta a nuove sanzioni?
In tutto questo, l’Unione Europea ha risposto con fermezza, preparando un nuovo pacchetto di sanzioni. Tra le misure al vaglio: sanzioni secondarie per chi sostiene Mosca e il divieto di importazione di beni russi.
“Il fine è esercitare la massima pressione sulla Russia, obiettivo che sarebbe più raggiungibile se sostenuto anche dagli Usa”, ha dichiarato l’Alto rappresentante Kaja Kallas al termine del Consiglio informale degli Esteri a Copenaghen.
Un appello ribadito anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Zelensky, dal canto suo, ha chiesto azioni concrete da parte degli alleati.
“Questa guerra non si fermerà alle dichiarazioni politiche. Sono necessari passi concreti dagli Stati Uniti, dall’Europa e dal mondo intero”.
E gli Usa? Se la prendono con gli europei
Come risponderanno gli Usa? Trump sanzionerà l’amico Putin? Secondo rivelazioni di Axios, all’interno della Casa Bianca, alcuni consiglieri del presidente puntano contro i leader europei.
L’accusa all’Europa è quella di sabotare i negoziati, incoraggiando Zelensky a non cedere sui territori e a mantenere la speranza di un accordo migliore.
“Alcuni Paesi europei vogliono che gli Usa si assumano il pieno costo della guerra mentre loro non sono pronti a esporsi”, avrebbe attaccato un funzionario Usa.